Capitolo 24

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Adam's POV

Aprii il cancello di casa con le lacrime agli occhi.

Non appena fui dentro, salii di corsa in camera mia.

Mi levai la cravatta del cazzo, poi mi tolsi la giacca e quella maledettissima camicia, sfilandola con forza da dentro i pantaloni.

Buttai tutto sul letto con rabbia, senza più preoccuparmi di stropicciarli o rovinarli.

La mia cerimonia del diploma era finita.

Mio padre mi aveva portato al ristorante come mi aspettavo che facesse.

Avrei dovuto essere contento, invece ero furioso.

Non avevamo neanche finito di prendere il caffè che mio padre era saltato in piedi.

Credevo volesse passare del tempo con me, farsi una passeggiata, magari scattare qualche foto.

In realtà non vedeva l'ora di tornare dentro quel cazzo di bar.

Il suo regalo del cazzo non avevo voglia di aprirlo.

Lo lasciai poggiato sulla sedia vicino alla porta. Se ne avessi avuto voglia, l'avrei aperto più tardi.

Indossai una maglietta blu ed un jeans, poi mi infilai le scarpe e mi guardai allo specchio per accertarmi di non essere vestito troppo a caso.

Raccolsi da terra i pantaloni del completo per recuperare il mio portafogli, poi cercai le chiavi nella tasca della interna della giacca.

Mi ricordai solo in quel momento del regalo di Noel e non potei fare a meno di sentirmi un vero pezzo di merda.

Lui ci era venuto alla mia cerimonia del cazzo! Ed io l'avevo snobbato in cinque secondi, per andare via con mio padre, a cui di me non importava poi così tanto!

Volevo fiondarmi da lui e tenerlo stretto tra le mie braccia e chiederli scusa per tutto.

Decisi che gli avrei chiesto di tornare a casa, da me.

Prima però avrei letto la sua lettera.

Gli avevo giurato che l'avrei letta quando sarei stato solo, pertanto mi sedetti sul letto e l'aprii piano.

Mi venne un colpo quando scoprii che oltre ad un foglio ripiegato più volte, contenesse due biglietti aerei.

Scoppiai a piangere, maledicendomi mille volte per non aver capito quando Noel tenesse a me.

Sorrisi, cercando di asciugarmi le lacrime, poi iniziai a leggere la lettera che mi aveva scritto.

"Hey Adam,

Sai che sono una frana e che la mia scrittura è incomprensibile...

Ecco vedi...non so già più come continuare e mi tocca iniziare da capo...

Vedi Adam...non posso dire di essere stato felice molto spesso nella mia vita...e se penso a dei momenti belli...tu sei sempre presente...

Io non so in che città tu voglia andare all'università...non so sei hai vinto qualche borsa di studio...non so niente, perché sai che odio parlare di queste cose e so che per farmi contento tu non le nomini mai...

Volevo dirti che ovunque sia il tuo futuro...io spero ci sia spazio per me...

Non ho più motivi per restare qui...certo c'è la mia famiglia...ma tu sai che qui...per me non è più vita...

Ho bisogno di andare lontano da qui...di imparare a convivere con quello che sono e di cercare di migliorarmi...

Non ti nascondo che ho tanta paura...ma il pensiero che ci sarai tu a sostenermi...mi da la forza di cui ho bisogno.

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