Adam's POV
-Max?-
-Hey, testa rossa!- esclamò il cugino di Noel -Come stai?-
-Senti. Avete un po' di soldi da parte tu e gli altri?- gli chiesi, senza rispondere alle sue domande.
-S-sì. Ma tu e Noel state bene? Vi servono soldi? Siete nei casini?- domandò Volkovic agitatissimo.
-No, ma Noel ha bisogno di vedervi. Ha bisogno di te, Abbie e di tutti gli altri- cercai di spiegare, cacciando indietro le lacrime, sforzandomi di sopprimere i singhiozzi.
Ero chiuso in magazzino, al lavoro.
Non volevo che gli altri mi sentissero o mi vedessero piangere.
-C-che cosa succede Adam?- mi chiese e mi resi immediatamente conto che Max avesse paura per Noel.
-L-lui continua a non uscire. Non ha conosciuto nessuno. Pensa che tutto il mondo trami contro di lui e...e sono preoccupato- ammisi, non riuscendo a nascondere il fatto che stessi piangendo.
-A scuola resta spesso indietro, nonostante i suoi sforzi ed il mio aiuto e questa situazione lo demoralizza tanto. A volte penso possa avere qualche d-disturbo dell'apprendimento...ma non so come dirglielo, perché forse se la prenderebbe...sai, discutiamo spesso...lui scatta un nonnulla-
-Quando è da solo a casa, passa il tempo al telefono con voi. Non esce e spesso lo sorprendo intento a piangere quando la sera torno a casa-
-Vorrei stargli più vicino...passare più tempo con lui...ma se non lavoro...le cure di papà non si pagano da sole...- sospirai.
-P-pensavo che magari vedervi per qualche giorno...e riavere la sua macchina qui...potrebbe aiutarlo ad essere più tranquillo...-
-Dammi il tempo di organizzare, okay?- mi rispose Max.
-Grazie-
-L'importante è che Noel sia felice. E tu svagati un po', che tra poco torni sui banchi-
-Non farmici pensare- sussurrai.
-Ci sentiamo, Adam-
-Tienimi aggiornato! E ti prego, convinci gli altri!-
-Sarà fatto!-
-Ciao Volkovic-
Noel's POV
Stavo aspettando Adam.
Avevo perso il conto del tempo che era passato.
Aveva promesso di passare a prendermi a scuola, come tutti i giorni, ma non si era ancora fatto vedere.
Avevo il telefono scarico e troppa paura per trovare il coraggio di provare a tornare a casa da solo.
C'era buio e pioveva.
Avevo freddo e tanta voglia di piangere.
Non avevo neppure pensato a prendere un ombrello!
La fermata della metro non era lontana, ma per arrivarci dovevo attraversare un vicolo poco illuminato e non me la sentivo.
Tentai di accendere di nuovo il mio telefono senza successo.
Imprecai tra me e me per minuti interi, poi tornai a sedermi sulle scale, nell'unico punto riparato.
Tremavo dal nervoso.
Scoppiai a piangere, ma mi obbligai a smettere subito dopo.
Non potevo cedere.

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Periferia
RomanceDue ragazzi, si conoscono da sempre ma per vari motivi non si sono mai frequentati. Saranno costretti a farlo in circostanze particolari e da quel momento in poi tra i due si creerà una sorta di legame, ostacolato dal carattere difficile di uno e da...