Noel’s POV
Sorrisi a Layla, portandomi la cannuccia alle labbra.
-Ti stai divertendo?- mi chiese.
Annuii, cercando Adam con lo sguardo.
Lui e Paul stavano ordinando da bere.
I nostri sguardi si incontrarono ed io sentii il cuore esplodermi, perché lo amavo così tanto da sentirmi le vene bruciare.
-Te l’avevo detto che avrebbe capito- si intromise la mia amica.
-Non potevo esserne sicuro. Avevo paura- sussurrai -Io e Adam veniamo sempre e comunque da dove veniamo. Dalle nostre parti quelli come me durano davvero poco-
-Sì, okay! Venite da un quartiere di merda, ma non siete degli stupidi trogloditi. Adam è pazzo di te. Non sottovalutare mai i suoi sentimenti. Ti ama da morire, Noel. Si vede in ogni cosa che fa-
Non risposi.
Mi limitai a sospirare e a riprendere tra le labbra la cannuccia.
Mi sentivo in colpa ad essere sempre così insicuro.
Avevo sempre paura che Adam si stancasse di me.
Cercai ancora il suo sguardo e lui mi sorrise.
Ricambiai, poi provai a distrarmi un po’ dalle mie solite paranoie.
Layla poggiò il suo bicchiere ormai vuoto su un tavolino lì accanto, poi iniziò a ballare in maniera davvero sexy, facendomi invidiare un po’ i suoi movimenti fluidi.
Io mi vergognavo.
Mi limitavo ad ondeggiare appena con il mio drink in mano.
Layla muoveva i fianchi e i capelli.
Sorrideva e saltellava, dimenandosi come se in pista non ci fosse nessuno oltre a lei.
Indossava una gonna di jeans, una canottiera nera con un gatto disegnato, una camicia a quadroni, delle calze a rete e degli anfibi pieni di borchie.
Lei non si girava a controllare Paul ogni dieci secondi, come facevo io con Adam.
Era così sicura di sé.
La invidiavo molto.
Lei e il suo ragazzo sembravano completarsi perfettamente.
Io mi fidavo di Adam, ma sentivo il bisogno di averlo sempre attorno per stare bene.
Continuavo a dipendere da lui e quella sensazione mi causava spesso ansia, perché non potevo fare a meno di chiedermi come sarei sopravvissuto se prima o poi lui si fosse stancato di me.
Deglutii, perché odiavo sentirmi in quel modo.
Una parte di me sapeva fosse tutto nella mia mente.
Avevo bisogno di continue rassicurazioni.
Layla mi prese per mano.
Ogni tanto cercava di coinvolgermi e farmi ballare.
Doveva essersi resa conto del fatto che non riuscivo a staccare lo sguardo da Adam.
-Hey, guarda tuo cugino!- mi disse.
Mi voltai e vidi Seanny parlare con un ragazzo molto carino e sembrava molto, molto preso.
-È gay?- mi chiese.
-N-non so- balbettai.
-Quel tipo gli piace- disse Layla, sicura -Io non sbaglio mai-
-Secondo me sta solo cercando di farsi offrire da bere-
-Scommetto una cassa di birre che stasera se ne vanno insieme- mi sfidò la mia amica.
-Due che sta solo cercando di scroccare- le strinsi la mano.
Max tornò verso di noi. Era andato a fumare.
Sembrava un po’ stralunato.
-Tutto okay?- gli chiesi.
-Sì, mi sono solo fatto un cannone gigante- rise.
Scossi la testa, poi cercai Adam tra la gente al bancone.
Non lo trovai ed iniziai ad andare nel panico, fino a quando non mi sentii abbracciare da dietro e non riconobbi il suo profumo familiare.
Mi stampò un piccolo bacio appena sotto l’orecchio ed io mi girai e mi strinsi contro il suo petto, ondeggiando piano, come se in sottofondo non stesse risuonando Britney.
-Venite tutti qui!- esclamò Jer, interrompendo quel momento perfetto.
-Shot per tutti!- esclamò Abbie, tenendo tra le mani quattro bicchierini, sfidando ogni legge della fisica.
-Chiamiamo Sean- disse Max, ma quando ci girammo verso di lui, tutti rimanemmo a bocca aperta, scoprendolo intento a baciare in maniera decisamente poco casta il ragazzo di poco prima.
-L-la mia canna era corretta o mio fratello bacia e strizza il culo di quel tipo coreano?-
-Oh cazzo!- esclamò Jer.
-Lo sapevo!- esclamò Abbie.
-Mi devi una cassa di birra, dolcezza- mi fece la linguaccia Layla.
-Non se ne sono ancora andati- le feci il dito medio.
Paul ci raggiunse in quel momento con due drink.
Ne passò uno alla sua ragazza, poi vedendoci tutti intenti a fissare Sean ci chiese cosa stesse succedendo.
-Niente di che- dissi -Anche a mio cugino piace il cazzo-
-Cazzo, e se lo scopre mio padre?- chiese Max.
-Se nessuno di noi glielo dice non può succedere niente- disse Jer, passandogli un bicchierino -Bevi- gli disse, dandogli una pacca sulle spalle -E tranquillo, potrai parlarci ancora anche di tette. A Sean piacciono anche le ragazze- disse.
-T-tu lo sapevi?- esclamò Abbie.
-Certo, sono il suo migliore amico!- si difese -Me l’ha detto quando mio padre ha mandato Noel all’ospedale. Seanny ha pianto tipo per un mese- disse.
-C-credo di aver bisogno di altri due di questi- disse Max, dopo aver buttato giù il primo shot di tequila.
-Prendi il mio- dissi, passandoglielo.
-Tutto okay?- mi chiese Adam, accarezzandomi il viso.
Annuii, anche se ormai ero preoccupato pure per Sean.
Adam’s POV
-Sii più delicato- si lamentò Noel.
-Così, va meglio?- chiesi, cercando di rimuovere l’ombretto e l’eyeliner nero.
-Sì, ma non farmi entrare lo struccante negli occhi!- si lamentò.
-Tu non aprirli!- esclamai.
Il mio ragazzo sbuffò, guardandomi dal basso.
Era seduto sul bordo della vasca da bagno, con una maglietta scolorita ed i boxer addosso.
Aveva tutto il viso nero, perché al posto di togliergli il trucco, non so per via di quale strano maleficio, glielo stavo spalmando su tutta la faccia.
-Serve una mano?- chiese Abbie.
-Sì, Adam sta cercando di accecarmi- scherzò, aprendo un solo occhio.
-Stupido- mi lamentai, lasciando il mio posto alla sorella del mio ragazzo.
-Ne basta poco- disse, detergendo piano il viso di suo fratello.
-E hai una pelle molto delicata, quindi servirebbe qualcosa di meno aggressivo- sussurrò.
-Grazie- rispose lui, sorridendo.
Lei gli stampò un bacio sulla fronte, poi iniziò a struccarsi a sua volta.
Aveva addosso un pigiama di Noel che le stava gigante.
-Gli altri?- chiesi.
-Max dorme come un sasso sulla poltrona. Jer si è portato il sacco a pelo, bastardello previdente! Per fortuna ha pensato anche a me! Seanny si è procurato un letto a modo suo. Credo chiederò a Jeremy di andare a dormire in macchina-
-Vuoi dormire nel letto con Noel per stare più comoda?-
-No, tranquilli. È una sola notte, mi arrangio-
-Come vuoi-
Io e Noel sorridemmo, poi lasciammo Abbie da sola.
Ci infilammo a letto, sotto le coperte leggere e ridemmo perché Max russava e Jeremy imprecava.
Il mio ragazzo si accoccolò contro il mio petto.
Gli lasciai qualche bacio sulle labbra, ma lui non rispose, già perso nel mondo dei sogni.
Lo strinsi a me più forte e mi addormentai, come sempre, con mille pensieri in testa.
Noel’s POV
Mi svegliai per primo quella mattina.
Mi feci una doccia veloce e stando attento a non svegliare nessuno, dopo aver indossato un jeans e una maglietta, uscii di casa per raggiungere la pasticceria vicina e comprare una crostata per la mia famiglia.
Chiusi piano la porta, poi scesi le scale ed uscii fuori, guardandomi intorno.
Era domenica mattina.
Il quartiere sembrava deserto.
Sorrisi ad un signore che vedevo sempre a spasso con il suo cane.
Il labrador mi riconobbe e si avvicinò per farsi accarezzare.
Gli sfiorai la testa, ricordandomi delle mie unghie laccate di verde.
Alzai lo sguardo, spaventato, ma il padrone mi sorrise e forse, pensando avessi paura del cane, mi assicurò fosse innocuo.
Lo accarezzai ancora, poi salutai e corsi verso la pasticceria con il cuore a mille.
Girai l’angolo e poggiai le spalle al muro, mentre il petto mi si alzava e abbassava in maniera irregolare.
Provai a calmarmi, poi estrassi il cellulare dalla tasca e composi il numero di mia madre.
-Noel, tesoro- mi rispose.
-M-mami come ti senti oggi?- chiesi, ancora agitato.
-Bene- mi tranquillizzò -Oggi qui è una bellissima giornata-
-A-anche qui- dissi.
Continuando ad avere il fiatone.
-Tesoro, stai bene?- mi chiese.
-Sì- sussurrai, asciugandomi le prime lacrime.
Non volevo assolutamente si preoccupasse per me.
-Hey, sai che a me puoi dire tutto-
Sospirai e decisi di dirle solo una mezza verità.
-Ho ancora un po’ paura ad uscire da solo- spiegai.
Senza parlare dello smalto.
-Tesoro, se tu fai vedere che hai paura, le persone ne approfitteranno sempre! Devi mostrati sicuro di te-
Annuii, chiudendo gli occhi, come se potesse vedermi.
-Ma se ti fa stare tranquillo, ti faccio compagnia fino a quando non ritorni a casa-
-Grazie- sussurrai.
-Beh, come è andata ieri sera?- mi chiese -Aspettavo di ricevere una tua foto con il tuo ragazzo!-
-Dopo te la mando- sussurrai, procedendo guardingo fino al negozio -Ce ne siamo fatte un bel po’-
-Ne ho anche qualcuna con Abbie e Jer- aggiunsi.
-Appena puoi, mandamele, tesoro-
-Certo-
-Ho provato a chiamare Jeremy ieri, ma non mi ha risposto. È ancora arrabbiato con me?-
“Certo, lo siamo tutti” pensai “Ci hai abbandonato per farti una nuova famiglia e non ci hai portato via con te”
-Ha bisogno di tempo- sussurrai.
-Capisco- disse lei.
Come aveva promesso, rimase al telefono con me fino a quando non fui di nuovo sotto casa, poi chiuse.
Stavo cercando le chiavi nella tasca dei jeans quando mi sentii chiamare.
-Noel-
Mi voltai e colto alla provvista, per poco non feci cadere il vassoio per terra.
-Sean! Mi hai fatto prendere un colpo- dissi.
-Vuoi una mano?- mi chiese.
-Sì, tieni- gli passai i dolci.
-Gli altri sono già svegli?-
Scossi la resta, inserendo la chiave nella serratura.
-Non dici niente?-
-Riguardo a che cosa?- risposi con un’altra domanda.
-Andiamo, lo sai- sbuffò.
-Scopi anche coi maschi? Fantastico- commentai.
-Mi dispiace per non avertelo detto prima…-
-Non mi devi dare alcuna spiegazione. Tienile per tuo fratello-
-L’ha presa male?-
-No, penso sia solo preoccupato per te- gli tenni la porta.
-Qui te la passi bene?- mi chiese.
-Sì, sto bene qui. Il quartiere è tranquillo e Adam c’è sempre per me-
-Mi sto scopando Miles- disse ad un certo punto.
-Miles Rivera?- sgranai gli occhi.
Non mi sarei mai aspettato fosse gay.
-Lui-
-Ti piace?-
-Parecchio. Ci frequentiamo da prima che tu chiudessi con Forbes-
-Aspetta, s-sai di me e Forbes?-
-Sì, ci ho scopato una volta. Mentre glielo succhiavo lui ha detto qualcosa tipo “tutti froci questi Volkovic”. Ho fatto due più due-
Rabbrividii.
-Sì, è un viscido- alzò le spalle Sean.
-C-come è iniziata tra te e Miles?- chiesi.
-Non lo so neppure io. Uno sguardo oggi, uno domani. Complimenti alla fine delle partite di basket, sorrisetti. Alla fine un giorno l’ho incontrato giù al fiume alla rampa degli skate. Eravamo soli. L’ho sbattuto contro il muro e l’ho baciato. Due giorni dopo abbiamo scopato nel vagone abbandonato-
-Audace- commentai, alzando le sopracciglia.
-Già, ma dopo quello che ti è successo, tutti i gay del quartiere hanno iniziato ad avere paura. Io e Miles ora ci vediamo in un motel fuori città. Stiamo insieme massimo due ore alla settimana, perché se ci beccano, siamo fregati-
-Mi dispiace- sussurrai -Siamo nati nel posto sbagliato-
-Siamo nati nel posto giusto o tu non avresti incontrato Adam e io non starei con Miles-
-È serio quello che c’è tra voi?-
-Scopiamo da prima di te e Adam. Tu che dici?-
-Intendo…tu a Miles piaci? Ne avete parlato?-
-No. Dice che mi ama, ma mentre scopiamo, quindi non vale- alzò le spalle mio cugino, rattristandosi.
-Devi dirglielo, Seanny. Se lo ami devi dirglielo, perché per come vanno le cose da quelle parti, potresti non sentirglielo pronunciare mai- sussurrai -Per sentirmelo dire da Adam ho dovuto quasi morire- aggiunsi.
-Glielo dirò-
-Posso chiederti…se sei così tanto cotto di Miles, perché ieri te ne sei andato via con l’amico di Mulan?- chiesi.
-Battuta pessima, Noel. Sul serio. Comunque…volevo solo sapere cosa si prova ad essere se stessi alla luce del sole. Amo Miles, ma un paio d’ore alla settimana non mi bastano più. Voglio andarmene. Come hai fatto tu- disse -E voglio che lui venga con me, ma ogni volta in cui provo a parlargliene, lui mi dice di non perdere il poco tempo che abbiamo insieme a fantasticare-
-Ha solo paura- dissi -Io facevo anche io, quando Adam insisteva per passare più tempo insieme o essere qualcosa di più che semplici scopamici. I sentimenti che provavo per lui erano così forti da spaventarmi. Ho provato ad allontanarlo, ma alla fine ero io stesso a tornare sempre da lui. Miles deve essere terrorizzato. Abbi pazienza con lui. E se il tempo insieme vi sembra poco, fingetevi amici e diventate inseparabili, ma non permettete a niente e a nessuno di dividervi-
Seanny sospirò.
-E ora, andiamo a fare colazione- dissi.
-Noel, grazie-
-Se sapevi di me, avresti potuto dirmelo prima. Avremmo affrontato tutto insieme-
-Avevo paura. Ne ho ancora. Se mio padre dovesse fare del male a Miles, non me lo perdonerei mai-
-Non è tacendogli i tuoi sentimenti che lo proteggerai- gli dissi.
-Sei felice…ora che sei lontano da casa e che vivi con lui?- mi chiese.
-Sì- risposi senza esitazione -A volte è difficile. Siamo due ragazzini. Io non mi sono ancora ambientato bene, sono una schiappa a scuola e vivo con l’ansia che mi attanaglia lo stomaco. Adam sta lavorando, pagando la clinica di suo padre ed è molto stressato. Io sto in casa tutto il giorno e a volte mi sento inutile. Litighiamo, ci azzuffiamo e se penso che non sono del tutto indipendente divento isterico e suscettibile. Abbiamo un sacco di problemi. Lo sappiamo e ci stiamo lavorando. Casa mia è dove c’è Adam. Lo amo infinitamente, Seanny. Ci diamo forza a vicenda, o dovremmo piangere tutto il giorno e non smettere mai. Ti giuro che però mi basta passare un paio d’ore tra le sue braccia per stare bene. Con lui posso essere me stesso, posso essere fragile, perché con lui mi sento al sicuro e non mi succede in nessun altro modo dopo ciò che ho passato-
Gli occhi di Sean divennero lucidi.
-Vattene da quel posto di merda e cerca di essere felice- dissi, con gli occhi più colmi di lacrime dei suoi, poi mi girai e salii le scale, perché non avevo voglia di piangere.
Avevo deciso che quello sarebbe stato un giorno felice.
Adam’s POV
Mi svegliai di soprassalto per via di un rumore.
Mi tirai su e con i sensi ancora offuscati dal sonno, cercai Noel.
Le risate di Abbie mi ricordarono che avessimo la cosa piena di Volkovic urlanti.
Max si era accasciato sul bracciolo della poltrona e aveva rovesciato con una gomitata un bicchiere d’acqua sistemato sulla cassettiera lì accanto, svegliandoci.
Noel non era a letto, non era in cucina, visto che vivevamo in un monolocale, e non era neanche in bagno.
Andai nel panico più totale.
Noel non usciva senza avvisarmi.
La domenica mattina il quartiere era vuoto, i negozi erano chiusi e lui aveva paura.
-Abbie, dov’è Noel?- chiesi.
-È uscito poco fa- disse Jeremy, tirandosi su.
-Non esce mai senza avvisare!- esclamai.
-Non urlare, ho mal di testa- sbottò Max.
-Beh, a quanto pare l’ha fatto. L’ho visto con i miei occhi e non sembrava posseduto-
-Fanculo Jer, che cazzo ne sai te. Vado a cercarlo-
-È lì che sbagli! Devi smettere di stargli appiccicato! Si sta rincoglionendo a furia di riceve le tue attenzioni da checca!- esclamò suo fratello, lasciandomi di sasso.
-Che hai detto?- gli diedi l’opportunità di rimangiarsi tutto.
-Ho detto che è colpa tua se ci sta mettendo così tanto a riprendersi! Gli stai addosso, come un avvoltoio, perché ti fa comodo che del Noel di una volta, sia rimasta solo l’ombra!-
-Sta zitto, coglione- mi infuriai, alzandomi per fronteggiarlo -Ti senti quando parli? Tuo padre ha ridotto Noel così, non di certo io! Tu non sei qui! Non sai come sta? Non l’hai mai visto camminare per strada e girarsi ogni cinque secondi! Non lo hai visto piangere come un bambino raggomitolato in quell’angolo! Noel è fragile, ha bisogno d’aiuto! L’unica volta in cui non sono andato a prenderlo a scuola perché ero al pronto soccorso, Noel andava in giro con un coltello in mano!-
-Vedi, si sa ancora difendere senza il tuo aiuto- disse.
-Ragazzi, finitela!- esclamò Abbie.
-Perché tu andare in giro con un coltello in mano lo chiami difendersi? Cos’è il “Metodo Volkovic”?- chiesi.
-Oh mio caro Cauffield, mossa sbagliata. Non ti dovevi permettere- esclamò, rabbioso.
Jeremy mi diede prima uno spintone e poi un pugno in faccia.
Persi l’equilibrio e per poco non caddi su Abbie, che stava cercando di separarci.
-Che ti dicevo. Sapete risolvere le cose solo così. Senza usare la violenza non sapete farvi rispettare-
-Che succede qui?- chiese Noel, apparendo all’ingresso, seguito da Sean.
Aveva gli lucidi, ma da ancor prima di capire che io e Jer avessimo “discusso”.
-Niente- sussurrò Abbie, prendendomi per mano, per allontanarmi da suo fratello.
Il mio ragazzo scoppiò definitivamente a piangere.
-È così difficile per te, non batterti i pugni come un orango, Jeremy? È così difficile dimostrare che hai un cervello e che non sei un animale allo stato brado?- urlò, con le guance solcate dalle lacrime -È difficile non ricordare tutti i giorni al mondo in che modo siamo stati cresciuti? Davvero non sappiamo essere meglio di loro?- singhiozzò.
-E tu- si rivolse a me -Ce la fai a non abboccare alle provocazioni di questo cazzo di idiota?-
-Non potete solo essere felici che siamo di nuovo tutti assieme?- urlò.
-Hey, è tutto a posto- cercò di tranquillizzarlo Sean.
-Mi dispiace, ero preoccupato per te- dissi.
Noel non rispose.
Sospirò, poi prese le sigarette ed uscì in balcone.
-Vieni, ti disinfetto il sopracciglio- sussurrò Abbie, trascinandomi in bagno.
Non appena restammo da soli, la sorella di Noel si voltò verso di me e scoppiò a piangere.
-Q-quella cosa del coltello…l-l’ha fatto davvero?-
Annuii, asciugandomi le lacrime poche silenziose.
-L’ha trovato Layla. Era bagnato fradicio, in un vicolo, nascosto dietro dei bidoni della spazzatura- dissi.
-Noel ha bisogno d’aiuto, Adam. Aiuto…serio-
-Ci provi tu a convincerlo? Perché io non voglio litigarci- presi a singhiozzare.
-Sto f-facendo il possibile per lui, ma ho paura di non essere abbastanza e Noel…lui la pensa come i tuoi fratelli. Pensa di poter sempre risolvere tutto a modo suo, ma tuo padre l’ha quasi ucciso! È stato uno shock enorme ed è normale non saperci fare i conti! L-lui è quasi morto! Ho rischiato di perderlo, i-io ho avuto paura! Se fosse morto, io sarei morto con lui! L-lo amo alla follia, Abbie! Lo amo così tanto da stare male al solo pensiero che lui possa soffrire!-
Mi portai le mani al viso e scoppia a piangere come un disperato fino a quando non udii la voce di Noel chiedere ad Abbie di uscire dal bagno.
Alzai il viso e me lo trovai davanti.
-D-davvero pensi quello che hai detto?- mi chiese.
-Noel, io…-
-Davvero ti sei sentito morire quando mi hai trovato?-
Annuii.
-Ho avuto paura di averti perso per sempre!-
-S-sono d-davvero così importante per te?- mi chiese, di nuovo sul punto di piangere.
-Dio, cazzo, sì Noel, sì come altro te lo devo dire!- sbottai.
-Sai che ti bacerei davanti agli occhi di mio padre altre infinite volte se dovessi tornare indietro a quel giorno? Perché avrei preferito morire che non averlo mai fatto alla luce del sole- disse, portandosi le mani al viso.
Mi alzai in piedi e lo attirai a me.
Lo strinsi così forte da fargli male.
Come se non avessi mai avuto l’opportunità di stringerlo ancora a me dopo quel giorno.
-S-se tu pensi mi serva…aiuto…io posso provare a vedere uno…-
Noel non riuscì a pronunciare quel nome.
Era convinto che dagli psicologi ci andassero i matti.
Scoppiò a piangere così forte da iniziare a tremare.
Lo sollevai, poi mi accucciai in un angolino, con Noel addosso.
-Ti prometto che si aggiusterà tutto- dissi, stritolandolo nel mio abbraccio.
-Te lo prometto, io e te saremo felici-
Noel non rispose.
Rimase immobile tra le mie braccia, fino a quando, forse cullato dal battito del mio cuore e dalle mie rassicurazioni, non riuscì a smettere di piangere.
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Periferia
RomanceDue ragazzi, si conoscono da sempre ma per vari motivi non si sono mai frequentati. Saranno costretti a farlo in circostanze particolari e da quel momento in poi tra i due si creerà una sorta di legame, ostacolato dal carattere difficile di uno e da...