Prima che leggiate il capitolo, volevo farvi sapere che qualche giorno fa qualcuno ha aggiunto questa storia al suo elenco di lettura "Brutti". Avete tutto il diritto di non apprezzare ciò scrivo, ma vi ricordo ancora una volta che dietro lo schermo del vostro telefono c'è sempre qualcuno più o meno sensibile che legge. Se una storia vi fa schifo, non leggetela e basta.
So che è passato molto tempo dall'ultimo aggiornamento, ma spero abbiate ancora piacere a leggere di Adam e Noel. Non saranno le vostre critiche a fermarmi, anzi!
Detto questo, buona lettura!
Adam’s POV
-Hey, Testa Rossa! Se il GPS non mi inganna, siamo sotto casa vostra-
-Va bene, corro. Non suonate il campanello. Noel è in bagno. Si sta facendo una doccia. E non fate troppo rumore, è una sorpresa-
-Lascia fare a me- mi attaccò la telefonata.
Sbuffai, poi andai vicino all’entrata e aprii il portone del palazzo.
Li sentii ridacchiare per le scale e sorrisi non appena mi trovai Abbie di fronte.
-Adam!- esclamò, sorridendo.
Mi gettò le braccia al collo ed io la strinsi a me, riempendola di baci.
-Grazie per essere qui- sussurrai.
Max Volkovic comparve alle nostre spalle e mi diede il cinque, per poi infilarsi in casa.
-Carino qui- disse.
Jer mi tirò i capelli per dispetto, ma gli sorrisi comunque.
-Hey, guarda come tengono pulito- commentò Sean, dandomi una pacca sulla spalla.
-Di sicuro non è merito di Noel- rise Jer, buttandosi sul divano.
Sbuffai, pregandoli di fare silenzio, ma ognuno di loro era impegnato a ridere o curiosare in giro.
Ringraziai il fatto che il mio ragazzo fosse sotto la doccia e che stesse cantando a squarciagola.
Ero felice ci avessero raggiunto, ma l’ansia mi stava assalendo.
Sapevo che Noel sarebbe stato felice, ma avevo paura si accorgesse che stava meglio con la sua famiglia piuttosto che con me e temevo mi lasciasse solo e decidesse di tornare a casa.
-Tesoro, tutto okay?- mi chiese Abbie.
Si era tinta le punte dei capelli di verde e i suoi occhi erano truccati di nero, come sempre.
-Mi preoccupa un po’ la reazione che potrebbe avere Noel. Ho fatto bene a non avvisarlo?-
-Fidati di me. Sarà felicissimo-
-Senti, Cauffield. Qui si può fumare?- Sean indicò il balcone.
-Sì, certo. Il posacenere è lì- indicai, continuando a sentirmi a disagio mentre Max ficcava il naso tra le foto mie e di Noel appese al frigo e i bigliettini dolci che ci scrivevamo.
Lo scorrere dell’acqua della doccia si fermò, assieme alle chiacchiere degli ospiti.
Sospirai, non sapendo bene cosa fare.
-Qualcuno prende un caffè?- domandai, sperando di riuscire a tenerli a bada per un po’.
-Adam!- mi chiamò Noel -Mi porti un paio di mutande pulite?-
A Max venne da ridere, ma Abbie gli diede un colpo sul braccio.
-Ci penso io al caffè- sussurrò lei -Tu pensa a Noel-
-Sì, amore- risposi, avvicinandomi alla cassettiera.
Recuperai la biancheria pulita per Noel, poi mi avvicinai alla porta del bagno e l’aprii appena.
-Ecco-
Noel rise.
-Sei diventato timido che non guardi dentro?-
-Dai, che ho la caffettiera sul fuoco- m’inventai.
Gli passai l’intimo, poi richiusi la porta.
Noel pensando fossimo soli spalancò la porta ed uscì con le mutande ancora in mano.
-L’acqua della doccia è troppo fredda. Credo dovremmo…-
-Ma che cazzo!- esclamò, coprendosi.
Abbie si girò e urlò, rovesciando la caffettiera a terra.
Max e gli altri due idioti di Sean e Jer risero.
-Pezzi di merda, che cosa ci fate qui!- esclamò Noel felicissimo.
-Mettiti le mutande!- gli urlò sua sorella, coprendosi la faccia.
-Come se non lo avessimo mai visto tutti nudo al fiume- scherzò Max.
Noel indossò l’intimo, poi inspiegabilmente si portò le mani al viso e scoppiò a piangere.
-Hey- sussurrai, raggiungendolo.
Il mio ragazzo mi attirò a sé e mi abbraccio, sussurrandomi mille grazie, uno di seguito all’altro.
-Ti amo- dissi lasciandogli un bacio a fior di labbra, mentre gli asciugavo le lacrime.
-Rosso, spostati. Vi coccolate domani, quando ce ne andiamo!- esclamò Max, afferrandomi per una spalla.
Alzai gli occhi al cielo, ma Noel sorrise, così mi feci da parte, osservando i Volkovic stritolare il mio ragazzo nei loro abbracci.
Li lasciai in pace, occupandomi del caffè che Abbie aveva rovesciato, poi preparai più volte la caffettiera.
Riposi le tazzine, tutte spaiate, su un vassoio e raggiunsi gli altri attorno al piccolo tavolo.
Nessuno disse grazie.
Presi posto in un angolo e zuccherai il mio caffè, bevendolo il silenzio, mentre gli altri si comportavano come se non esistessi.
Provai ad intervenire nei discorsi stupidi che stavano facendo più e più volte, Max mi zittiva e nessuno rispondeva alle mie domande.
Neppure Noel mi dava retta, troppo preso dai suoi fratelli e cugini.
Per loro non ero parte della famiglia.
Non contava nulla che Noel mi amasse?
Che gli avevo salvato la vita e stavo facendo di tutto per renderlo felice?
Per loro ero solo chi glielo aveva portato via.
Chi non riusciva a farlo stare bene ed era costretto a chiedere il loro aiuto.
Riposi la tazzina nel vassoio, poi mi alzai e mi chiusi in bagno.
Provai a chiamare il centro in cui avevo fatto ricoverare mio padre, perché lo facevo ogni giorno e perché forse in quel momento avevo bisogno di sentire la sua voce.
Mi rispose la stessa signora gentile di sempre.
-Ciao Adam. Tuo padre sta bene, ma anche oggi non vuole parlare con te-
Ringraziai, poi chiusi la telefonata e scoppiai a piangere.
Quanto ci avrebbe messo a capire che lo avevo fatto per lui?
Che stavo spendendo la mia borsa di studio per cercare di curarlo?
Era così difficile ringraziare? Essere riconoscenti?
Avrei voluto urlare e prendere a calci tutto, ma decisi chiamare Ern fosse un buon compromesso.
Avevo bisogno di sfogarmi, così composi il suo numero e aspettai mi rispondesse.
-Adam!-
-Hey Ernie- sussurrai.
-Che hai?- mi chiese, rendendosi immediatamente conto che qualcosa non andasse.
-Cosa vuoi che abbia! Papà continua a non voler parlare con me e ho la casa infestata di Volkovic urlanti che mi trattano come se fossi invisibile. Non mi hanno chiamato mezza volta Adam. Solo nomignoli di merda, come se fossimo tornati a scuola! Vorrei uscire a farmi una passeggiata, ma non voglio offendere Noel-
-Anche se probabilmente non si accorgerebbe neppure della mia sparizione- aggiunsi -È troppo impegnato ad ascoltare i racconti stupidi di Jer-
-Tieni duro amico, vanno via domani, no?-
-Sì- sussurrai.
-Poi tornerà tutto come sempre-
-Non voglio torni tutto come sempre- puntualizzai.
-Lo so. Intendevo dire che tornerete ad essere tu e Noel. Vedrai che sarà felice di riavere la sua macchina-
-Lo spero, perché sto per iniziare all’università e non posso vivere col pensiero che lui stia male o abbia bisogno di me anche per fare la spesa-
-Hey, non dire queste cose con tutti i Volkovic in casa, che se fraintendono, ti riempiono di botte. Sai che sono maneschi-
-Non ce la faccio davvero più, Ern. Sono stanco. Poi però vedo Noel sorridere e mi dico che è solo un brutto momento-
-Adam, sei forte okay? E sì, è solo un brutto momento. Abbi pazienza e pensa a quando tuo padre ti ringrazierà per ciò che hai fatto e a quando Noel riuscirà a vivere una vita normale grazie a te-
-Ci proverò-
-Senti, sto per dirti una cosa davvero egoista, cattiva e meschina, ma… tuo padre è uno stronzo se non vuole parlarti. E Noel a volte è un concentrato di negatività. So che lo ami, ma quel ragazzino ha un sacco di problemi e tu hai sgobbato tutta la vita per arrivare dove sei e non puoi mollare adesso. Stai per iniziare all’università, Adam. È il tuo momento. Ciò che hai sempre sognato è lì davanti a te e poi toccarlo. Prenditi i tuoi spazi. Noel è importante, certo. Ma lo è anche la tua sanità mentale. Non puoi accontentarlo in tutto e per tutto, perché ti stai togliendo troppo e finirai per odiare te stesso e lui per essere la causa di tutto. Prima lo studio, prima te stesso, poi lui e il suo vagone di problemi irrisolti, okay? E cerca di farti nuovi amici, secchioni se è possibile. Che qualcuno che segua le lezioni e prenda appunti mentre tu sei ancora sbronzo fa sempre comodo-
-Okay- sussurrai, asciugandomi le poche lacrime che avevano preso a scorrermi sul viso.
-Mi hai davvero risposto solo “okay”? Sei davvero un amico ingrato…voglio dire…-
In quel momento la porta del bagno si aprì.
Mi affrettai a chiudere la telefonata con Ernie, perché non avevo voglia di dare spiegazioni a Noel e avevo ancora meno voglia di stare a sentire la predica del mio amico.
Amavo Noel.
Avevo scelto io di portarlo via con me.
Non l’avrei mai accusato di essere la mia rovina.
Mi dissi che avrei comunque dovuto mandare un messaggio di scuse per aver attaccato senza salutare.
-Cosa ci fai chiuso qui?- rise Noel.
Feci per parlare, ma non mi diede il tempo.
-Vieni- mi afferrò la mano, entusiasta -Ho voglia di guidare e vorrei venissi con me!-
-Andiamo…- dissi pronto a seguirlo, ma lui mi bloccò.
-Che c’è?- chiesi.
-Che hai?- domandò, sedendosi per terra, accanto a me.
-Niente- cercai di tranquillizzarlo.
-Hai pianto, Adam?- mi chiese, mostrandosi super preoccupato.
-Non è niente, non farci caso- sorrisi.
-Hey- mi prese le mani nelle sue -Ti prego, dimmi che hai. Perché stavi piangendo? È colpa mia?-
-No, amore. È tutto okay. D-dovevo solo scaricare un po’ di tensione- sussurrai -Ho provato a chiamare papà ma non mi ha risposto neanche oggi. M-mi ci sto abituando. Non importa. I-io sto bene-
Noel mi strinse le mani più forte.
-Sicuro? Non vuoi parlarne?-
Scossi la testa.
-O-okay. Ma poco fa, in “salone”, mi sei sembrato nervoso. È per come si stanno comportando gli altri?-
-Ti ho detto che è tutto a posto. N-non preoccuparti per me- provai a sminuire la questione.
-Invece sì che mi preoccupo. Ti prego Adam, parliamone…mi fa male spere che c’è qualcosa che non va-
-È solo che…-
Mi bloccai, non sapendo se fosse giusto dire a Noel quelle cose.
Lui cercò il mio sguardo e mi supplicò di confidarmi con lui.
Ero sicuro stesse iniziando ad agitarsi.
Non volevo succedesse, così parlai.
-A volte mi sembra di non contare nulla per la tua famiglia. Loro non mi considerano uno di voi…come fanno con Rick. So che non faccio esattamente parte del vostro gruppo e so che loro non volevano ti trasferissi qui con me e che hanno sofferto per la tua decisione…ma ti ho chiesto di seguirmi…perché non volevo separarmi da te! Credo non mi sopportino, perché chiedendo il loro aiuto ho dimostrato di non sapermi prendere cura di te, come ho promesso di fare. Ti ho portato via quell’inferno di quartiere, ma loro pensano il tuo posto sia lì. Non gli piaccio, Noel. A parte ad Abbie. Si vede, okay? E mi fa male- singhiozzai -Ma non voglio che litighi con loro per colpa mia. S-sono la tua famiglia…-
-Tu sei la mia famiglia, Adam!- disse, sporgendosi in avanti per accarezzarmi il volto e asciugarmi le lacrime.
-So che non piaccio a Max, ma non so più cosa inventarmi per farmi accettare dai tuoi fratelli e dai tuoi cugini! Come posso dimostrare che…-
-Non devi dimostrare proprio niente a nessuno- sussurrò, attirandomi a sé.
-Io so quanto mi ami ed i sacrifici che fai per me. Grazie per tutto- disse -Ti amo, Adam. Le opinioni altrui non contano. Ciò che importa siamo io e te-
Sorrisi, lasciandomi consolare.
-Hai ancora voglia di fare il giro in macchina?- gli chiesi -Voglio stare un po’ con te-
Noel annuì accarezzandomi il viso.
Era bello da morire quando sorrideva.
Era in momenti come quello che mi ricordavo perché avessi scelto di non potermi separare da lui.
-Mi porti a prendere un gelato?- mi chiese.
-Tecnicamente, sei tu a portare me, visto che guidi tu- sorrisi.
-Come sei pignolo- mugugnò.
-Gli altri?- chiesi.
-Vogliono riposarsi un po’ e fare baldoria stanotte. Mi hanno chiesto se c’è qualche pub in cui si può anche ballare qui vicino, ma a me piace più l’idea di andare in quel locale gay di cui mi ha parlato Layla-
-V-vuoi uscire davvero?- sgranai gli occhi.
-Solo se vieni anche tu- disse -E mi stai appiccicato tutto il tempo e mi guardi le spalle. Ho voglia di bere tequila e limonare con te contro il muro, davanti a tutti-
-Eri un ragazzino vergognoso un tempo- risi.
-Qui non mi conosce nessuno. E credo che in un locale gay potrei sentirmi al sicuro-
-Okay, ci sto- sorrisi, avvicinando maliziosamente il mio viso al suo, ma Noel mi bloccò.
-Per te è un problema se passiamo a casa di Layla prima di andare?- mi chiese -Solo io te e Abbie-
-No, ma perché vuoi andare lì?- chiesi stranito.
-Perché…-
Il mio ragazzo abbassò lo sguardo, poi sospirò.
-Non te l’ho mai detto…ma diciamo che ho sempre sognato andare in un locale gay…vestito in un certo modo…-
Noel aveva le guance rosse ed era preoccupato.
Temeva lo giudicassi?
-Sono tutto orecchi- sorrisi, prendendogli le mani nelle mie.
-Mi è sempre piaciuta l’idea…di mettermi lo smalto- confessò, aspettando la mia reazione.
Io sorrisi, sperando di incoraggiarlo a continuare.
-E mi s-sono sempre piaciuti i brillantini. D-da piccolo li rubavo di nascosto ad Abbie- sussurrò, come se si vergognasse.
-Ho smesso q-quando mio padre mi ha trovato coperto di glitter mentre giocavo con mia sorella. Ha detto che non dovevo prestarmi alle stupidaggini da ragazzina di Abbie e mi ha picchiato. Ha detto che non era “normale” e mi ha ordinato di andare a lavarmi la faccia. Mi fece un occhio nero e avevo solo sette anni-
Io sgranai gli occhi.
Noel deglutì.
-N-non sono uno di quelli a cui piace vestirsi da donna- precisò -S-semplicemente…ora che sto iniziando a fare pace con chi sono realmente…voglio p-provare…a scoprire…questa parte di me-
Annuii, ancora un po’ sorpreso.
-Per te è un problema?- mi chiese, spaventato.
-N-no! È solo che non me ne hai mai parlato…-
-Certo che non te ne ho mai parlato! Mio padre mi ha mandato all’ospedale per molto meno!- alzò la voce.
-Hey Noel, per me è okay- gli accarezzai il viso.
-S-sei sicuro?-
Annuii, sorridendo.
-Più che altro…sei sicuro di volerlo fare proprio ora…che gli altri sono qui?- chiesi, preoccupato dal fatto che Max, Jeremy e Sean potessero non capire.
Noel aveva bisogno del loro sostegno per riuscire a recuperare un po’ della sua sfacciataggine.
-Ho bisogno…di fare questa cosa- disse semplicemente.
-Vedrai che andrà tutto bene- gli accarezzai il viso.
-E se non vuoi farlo da solo…posso farmi fare lo smalto pure io e un po' di brillantini non hanno mai ucciso nessuno…- dissi, ma Noel non mi diede il tempo di finire la frase.
Si sporse in avanti e mi abbracciò con tutta la forza di cui era capace.
-Hey!- esclamai.
-Ti amo- sussurrò, felice -E non c’è bisogno…che lo faccia anche tu…è una cosa…mia…che devo fare io…per sentirmi meglio con me stesso…-
Annuii.
-Okay- gli accarezzai il volto perfetto.
-Ricordi quella volta in cui abbiamo litigato perché mi hai proposto di andare a passare la serata con Layla e le sue amiche mentre tu e Paul giocavate a basket?-
-Sì- sussurrai.
-Pensavo avessi trovato queste- disse, aprendo il mobiletto del bagno, mostrandomi due boccette di smalto una nera coi brillantini e una viola scuro.
-Le ho rubate ad Abbie prima di partire. Assieme a questi- sussurrò, tirando fuori da un maldestro nascondiglio una matita scura e una scatola di ombretti pieni di glitter.
-Le altre cose le ho buttate via. Avevo paura…mi avresti giudicato…- sospirò.
-Layla lo sa solo perché è venuta a trovarmi e non ho fatto in tempo a togliermi bene lo smalto e a casa c’era odore di acetone. Ho negato fino a quando per l’ansia e la vergogna non sono scoppiato a piangere e le ho confessato tutto-
-Qualche volta Layla mi ha truccato quando tu e Paul non c'eravate…e mi piace. Mi fa stare bene-
-Vieni qui- sussurrai, attirandolo a me.
Lo strinsi fortissimo e gli riempii il viso di baci.
-P-posso farti vedere una foto?- mi chiese, estraendo il cellulare dalla sua tasca.
-P-per farti capire che non è nulla di esagerato- aggiunse -Ho solo messo lo smalto e un po’ di…-
-Noel, fermati- dissi -Non voglio che ti giustifichi con me. Ti amo. Ti amo da morire cucciolino, con o senza rossetto-
-Di solito non metto il rossetto, ma s-stasera potrei mettermi una maglietta a rete- sussurrò, cercando il mio sguardo.
-Hey, basta spoiler- risi.
Il suo viso si distese.
-Ti amo-
-Anche io, amore mio. Anche io-
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Periferia
RomanceDue ragazzi, si conoscono da sempre ma per vari motivi non si sono mai frequentati. Saranno costretti a farlo in circostanze particolari e da quel momento in poi tra i due si creerà una sorta di legame, ostacolato dal carattere difficile di uno e da...