Capitolo 22

502 52 2
                                    

Adam's POV

-Come sto?- chiesi a Noel voltandomi verso di lui.

-Sei bellissimo, come sempre- rispose, guardandomi dal letto, su cui era coricato.

Sorrisi, voltandomi di nuovo verso lo specchio per aggiustarmi il nodo della cravatta, incrociando lo sguardo di Noel, che mi osservava, continuando a tenere la testa sul cuscino.

Portai le mani al colletto della camicia e lo sistemai, sbuffando insoddisfatto per il modo in cui avevo annodato quel malefico pezzo di stoffa.

-Dai, smettila. Ti ho detto che stai benissimo! E poi tanto nessuno vedrà come sei vestito sotto! Indosserai quella tunica del cazzo!- disse il mio ragazzo ridacchiando.

Abbassai lo sguardo, non sapendo se sorridere per il complimento e per il fatto che Noel stesse ritornando ad essere quello di sempre o se rattristarmi per il fatto che non capisse quanto fosse importante per me la consegna dei diplomi.

-Hai ragione- risposi iniziando a sfilarmi prima la giacca e poi tutto il resto, con gesti un po' stizziti.

Noel sembrò non notarlo, anzi, mi riservò un sorrisetto malizioso, mentre mi sfilavo la camicia e la risistemavo sulla gruccia, stando attento a non spiegazzarla.

-Vieni qui- sussurrò, guardandomi in quel modo che di solito adoravo, ma che quella sera mi fece saltare i nervi.

Mi levai i pantaloni del completo e li buttai sulla sedia, poi ignorando Noel, andai in bagno a lavarmi i denti.

-Hey!- esclamò lui, tirandosi su e raggiungendomi.

Continuai a fare finta non esistesse, fissando la mia immagine riflessa nello specchio, sentendo le lacrime premere per fuoriuscire.

Riuscii a ricacciarle indietro, e mantenere la stessa espressione di prima.

-Che hai? Sei teso?- mi chiese Noel abbracciandomi da dietro, mentre mi lavavo i denti -Guarda che quella di domani è una pura formalità! Ormai sei già diplomato!- iniziò a blaterare, facendomi innervosire ulteriormente.

Non capiva che quello stupido modo di sminuire la cerimonia dei diplomi non avrebbe in alcun modo contribuito a giustificare il fatto che non ci volesse venire.

Avevo sognato per anni quella cerimonia del cazzo. Speravo mi ci avrebbero accompagnato i miei genitori e che dopo saremmo andati a pranzo in un ristorante carino, noi tre insieme.

Invece mia madre era morta, mio padre era un ubriacone del cazzo ed il ragazzo di cui ero follemente innamorato non voleva saperne di mettere piede fuori di casa.

-Quando torni ti faccio trovare un superpranzo! Possiamo invitare anche Abbie se ti va...oppure tutta la mia famiglia! Domani è il compleanno di Jer! Potremmo festeggiare le due cose ins...-

-Basta Noel- sbottai, sciacquandomi la bocca, per poi scrollarmelo di dosso.

Lo scostai appena, ma lui, come spaventato si portò le mani davanti al viso, come a volersi difendere.

"Merda!" pensai.

-Amore- sussurrai, avvicinandomi a lui mortificato.

Mi venne da piangere, quando lo vidi abbassare le mani e mostrarmi i suoi occhi azzurri e lucidi.

-C-che ho detto di sbagliato?- chiese balbettando.

-Nulla- dissi con calma, prendendolo tra le mie braccia, sperando che si lasciasse stringere.

Mi si fermò il cuore quando mi accorsi stesse tremando.

-Va tutto bene- cercai di consolarlo.

-Cosa ho sbagliato?- mi chiese, premendo la faccia contro il mio petto.

PeriferiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora