Capitolo 34

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Noel's POV

-Come sto?- chiesi, guardandomi perplesso.

-Sembri uscito da una rivista di moda, dolcezza- disse Eddie, standosene sul divano, con un calice di vino bianco in mano.

-Sei sicuro?- chiesi, guardandomi ancora nell'enorme specchio che il padrone di casa aveva sistemato in quel salone elegantissimo, arredato impeccabilmente.

-Sì, con quei jeans, qualche catena in più e questa- mi tirò una maglietta nera a collo alto con due "buchi" sulle spalle -Sarai fantastico. Mettitela, forza!- mi incitò.

Me la rigirai tra le mani, un po' indeciso, poi me la provai e tornai a guardarmi allo specchio.

"Sembri proprio un finocchio. Ti sta tutto da Dio, ma sembri un finocchio" pensai e mi venne da piangere.

-Sei fantastico! Guarda che spalle! E abbiamo solo iniziato! Ho un sacco di cose pronte per te! Quando arriva Layla? Con gli occhi un po' truccati di nero...cazzo finiresti su Vogue- urlò Eddie, ma non gli diedi retta.

Continuai a fissarmi allo specchio, senza riuscire a dire nulla.

Mi piacevo vestito così.

Stavo bene. Era innegabile.

Sembrava che quella roba mi fosse stata cucita addosso.

Eppure il mio stomaco si attorcigliava per l'ansia.

Non potevo uscire con quelle cose, anche se mi piacevano.

-Beh?- mi chiese il mio amico ridacchiando -Ti sei innamorato di te stesso guardandoti allo specchio?-

-Stupido, smettila- lo rimproverai, deciso a spogliarmi e lasciar perdere.

-Che c'è, forza parla! Non ti piaci?-

-N-no è tutto il contrario. Mi piaccio...molto. Ma la prima cosa che ho pensato è che sembro un finocchio vestito così e se lo penso io è ciò che penseranno tutti guardandomi- mi sbottonai i jeans.

-Fermo! Guai a te se te li togli! Qui sei al sicuro! Nessuno dice che domani devi uscire così per andare a comprare il pane! Non è giusto rinunciare a divertiti un po' solo perché hai paura! A casa mia nessuno può farti del male! Mia madre è al lavoro. Noi ci stiamo solo divertendo! Smetti di farti problemi! Rilassati, qui ci siamo solo io e te, Noel-

Abbassai lo sguardo perché Eddie aveva ragione. Ero io il mio peggior nemico.

-Quelle converse distrutte però stonano lì sotto- indicò i miei piedi -Che numero hai?-

-Quarantatré- sussurrai, guardandomi ancora allo specchio.

-Aspettami qui- disse, poggiando il calice sul tavolino basso, pieno di vestiti stravaganti ripiegati in maniera ordinata.

Eddie sparì nella sua stanza e io ripresi a guardarmi, ancora indeciso su se volessi continuare quel gioco e aspettare che arrivasse Layla o meno.

Quei jeans mi stavano bene e non erano neppure esagerati.

Forse era la maglietta a non convincermi del tutto.

Pensai alla sera in cui avevo indossato quella a rete.

Nessuno mi aveva offeso, eppure era un look molto più audace di quello che stavo indossando in quel momento.

Forse in quella città non importava a nessuno dei miei vestiti.

Forse lì erano abituati a vedere persone gironzolare per le strade conciati come Eddie o come me in quel momento.

Forse ero io quello con una mente chiusa.

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