Capitolo 26

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Adam's POV

-Hai molte consegne da fare oggi pomeriggio?- mi chiese Paul.

-No, conto di finire per le due- sorrisi verso il mio collega.

-Ti va se ci andiamo a prendere una birra appena stacchi?- propose -Se vuoi puoi invitare anche il tuo ragazzo. Vorrei conoscerlo! Ne parli così spesso...-

-Certo, ma solo se rimaniamo in zona- risposi, pensando che altrimenti Noel non sarebbe potuto venire.

-Certo, anzi...se vuoi la prendiamo nel pub all'angolo sotto casa vostra...-

-Sarebbe perfetto- risposi sorridendo, per poi tornare a sistemare l'ennesima scatola su quello scaffale enorme.

Paul sorrise di rimando, riprendendo subito dopo ad aiutarmi.

Lo avevo conosciuto il primo giorno di lavoro ed eravamo entrati subito in sintonia grazie alla nostra comune passione per il basket.

Passavamo ore e ore insieme e a furia di stare chiusi in quel magazzino del cazzo avevamo imparato a conoscerci un po' meglio.

Paul era figlio unico. Mi aveva raccontato di non aver mai conosciuto suo padre e di vivere da sempre con sua madre in un monolocale alla fine della strada.

Studiava economia all'università, beveva cinque caffè al giorno ed era innamorato pazzo di Layla, la sua fidanzata.

Avevo avuto il piacere di conoscerla e mi stava davvero simpatica anche lei.

Una sera mi avevano invitato a mangiare la pizza a casa di Layla, ma ero stato costretto a rifiutare perché quella sera Noel non si sentiva bene.

Aveva avuto un battibecco con una vicina di casa che si era lamentata della musica che proveniva da casa.

Quella stronza non poteva sapere che il mio ragazzo avesse acquistato una chitarra per distrarsi un po' e rispolverare quella passione che aveva accantonato anni prima.

Il giorno dopo al lavoro mi era venuto naturale parlare al mio collega di Noel, del modo in cui c'eravamo conosciuti e di quello che gli era successo.

Gli avevo spiegato che da quando era uscito dall'ospedale, il mio ragazzo aveva iniziato a soffrire di forti attacchi di panico. Gli raccontai dello sforzo che aveva fatto per essere presente al mio diploma, non riuscendo a trattenere le lacrime.

Paul sapeva quanto adoravo Noel e che quello fosse uno dei motivi per cui avevo deciso di trasferirmi assieme a lui lontano da casa.

Cercavo di stargli vicino e di farlo sentire il più possibile al sicuro.

Volevo che smettesse di avere paura e che tornasse a vivere una vita normale.

-Sai, delle volte penso che Noel si senta solo- confessai, cercando lo sguardo del mio collega -Passo un sacco di tempo qui al lavoro...quando torno a casa sono così stanco che spesso mi addormento mentre aspetto che sia pronta la cena...e la sera è uno dei pochi momenti che potrei passare con lui- sospirai.

-A breve inizierò con l'università...dovrò seguire i corsi e studiare un sacco...e lavorare...-ripresi.

-Sono molto preoccupato, Paul- sussurrai, sentendo gli occhi diventarmi lucidi -Noel ha bisogno di me in questo momento...e ho paura di non esserci...abbastanza per lui...capisci?-

-Non conosce nessuno qui- ripresi -Tra qualche settimana inizierà le scuole serali...e sono sicuro che anche se non ne parla per non farmi preoccupare...lui abbia paura...-

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