Capitolo 4

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Noel's POV

Socchiusi leggermente le labbra, permettendo ad Adam di creare un contatto più profondo.

Seppur con qualche riserva, mi strinsi al suo petto, sfiorandolo con la mano libera.

-Sono uscito fuori di testa quando quel moro del cazzo ti si è avvicinato- sussurrò contro il mio orecchio.

-È da quando ti ho beccato con Forbes che sogno di sentirti ansimare senza ritegno-

Senza dargli il tempo di aggiungere altro, lo afferrai per un braccio trascinandolo verso l'uscita.

Adam recuperò velocemente la sua giacca al guardaroba, poi senza pensare minimamente alle conseguenze delle nostre azioni, salimmo in macchina diretti in un qualsiasi posto isolato che ci permettesse di dare sfogo a tutta la nostra frustrazione.

-Andiamo a casa mia- propose Adam.

-Non se ne parla!-

-Mio padre non c'è e anche se ci fosse, sicuramente non sarebbe abbastanza lucido per capire-

-Abito ad un isolato da casa tua! In quel quartiere di merda ci conoscono tutti e in più ho la macchina, non posso parcheggiarla lì-

-Lasciala da qualche parte e andiamo a piedi!-

-Sei pazzo?-

-Hai paura che ti vedano con me!-

-Certo che ho paura!-

-E hai anche paura di farti vedere mentre entri a casa mia!-

-Dio si!-

-Male che vada avranno da pensare che sei entrato a rubare qualcosa!-

-Vaffanculo!- dissi ridendo.

-Vuoi scopare o no?-

-Si!-

-Allora smettila di fare la ragazzina piagnucolosa e fa come ti ho detto!-

-Ci sono mille posti dove...-

-Io non sono Forbes!-

-Ok, andiamo da te, basta che stai zitto! Conserva le energie per dopo!- esclamai dandogli una gomitata.

Adam sorrise malizioso.

Infransi più o meno tutte le regole del codice della strada.

In pochi minuti arrivammo nel nostro quartiere.

Lasciai la macchina in una traversa vicino a casa, poi quasi in preda ad un'euforia incontenibile, io ed Adam ci mettemmo a correre verso casa sua.

-Non vedi l'ora eh?- mi prese in giro.

Scoppiai a ridere.

E mi sorprese il fatto di non aver alcuna voglia di controbattere.

Il mio riuscire a vivere con leggerezza quegli istanti.

Il "non sentirmi sbagliato" per una volta.

Il volermi dimenticare per qualche ora di essere il "Noel Volkovic" che tutti conoscono.

-La porta è chiusa, ciò implica che mio padre non sia a casa!- esclamò Adam.

Ci tirammo qualche gomitata mentre correvamo su per le scale, ridendo come degli idioti.

Non appena fummo in camera di Adam, ci sfilammo velocemente i vestiti di dosso.

Adam si avvicinò a me con un sorriso malizioso sul volto.

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