Capitolo 33

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Adam’s POV

Noel era a casa.
La sua macchina era parcheggiata al solito posto.
Aprii il portone e feci le scale.
Speravo non fosse arrabbiato per non aver ricevuto risposte ai messaggi.
Era stata una mattinata piena per me!
Lo trovai intento a preparare il pranzo, mentre parlava al telefono.
-Abbie, devo andare, ma ci sentiamo dopo- sorrise -È tornato Adam- disse, poi attaccò.
-Sei già qui!- esclamò entusiasta, correndo tra le mie braccia.
Gli sorrisi, accogliendolo e stringendolo a me.
Lui mi baciò e sorrise ancora.
Era bello vederlo così allegro dopo quella che era stata la sua prima seduta dalla psicologa che Layla aveva trovato per lui.
Era un’amica della madre di Paul.
Noel era stranamente pimpante. Non aveva le guance arrossate e sembrava davvero, davvero troppo tranquillo.
Mi chiesi se fosse andato sul serio all’appuntamento.
Dovevo indagare, senza farlo innervosire.
Difficile, dato che avevo pranzato al campus con due nuovi colleghi.
Noel aveva già apparecchiato.
Stava cucinando il mio piatto preferito ed io non avevo trovato neppure il tempo di rispondere ai suoi messaggi.
Mi sentivo il peggior ragazzo del mondo.
-Come è andata, dalla dottoressa?- gli chiesi.
-Super bene!- esclamò -O meglio, è stato strano all’inizio, ma pensavo peggio…forse…avevo davvero bisogno di parlare. Quando sono uscito mi sentivo scombussolato…e ho vomitato la colazione, ma poi sono andato bar e ho mangiato di nuovo con Eddie-
Noel aveva parlato velocissimo.
Sembrava un bambino felice, di quelli che hanno forze per inventarsi dieci giochi diversi in una sera e provarli tutti.
L’unica cosa che mi preoccupava era quel nome.
Noel non frequentava nessuno che non fosse Layla e  non mi aveva mai parlato di lui.
-Eddie?- chiesi, fingendo non stessi morendo dalla curiosità.
-È il figlio della dottoressa. Ha la tua età! L’ho beccato fuori e gli ho dato un passaggio con la macchina. È un grande, davvero!-
-È uno a posto? Nel senso…non ti sembra…un po’ da incosciente…portare in macchina con te qualcuno che non conosci?- chiesi, levandomi la giacca.
-Un po’, ma Eddie è stato gentile con me…ed io ho voluto ricambiare il favore-
Noel mi raccontò tutta la storia, con entusiasmo e nel frattempo mi invitò a sedermi a tavola.
Sembrava felice come con lo avevo mai visto, io però ero preoccupato.
Non lo avevo mai visto comportarsi così.
Era sempre stato prudente, restio a fare amicizia e scontroso.
Cosa aveva questo Eddie di così speciale?
Cosa voleva da Noel?
Si era accorto di quanto fosse fragile?
Mi dissi che avrei dovuto chiedere a Noel di invitarlo qui, o comunque di organizzare un’uscita.
Volevo vederlo in faccia.
Capire che tipo potesse essere.
Non me la sentii di dirgli avessi già mangiato.
Mi costrinsi a pranzare di nuovo, mentre Noel mi riempiva il piatto e continuava a raccontare.
Sembrava che Eddie sapesse sempre cosa dirgli per farlo sentire bene e tranquillizzare.
Noel gli aveva raccontato un sacco di cose.
A me non aveva neppure detto di sua madre!
-Come è andata la tua prima giornata da universitario?- mi chiese, portandosi il bicchiere alle labbra.
-Bene. Oggi hanno solo presentato i corsi e le modalità di esame- dissi.
-Non hai conosciuto nessuno?-
-Sì, una ragazza e un ragazzo. Si chiamano Diana e Milo. Sembrano okay-
-Hanno due nomi fighissimi- commentò Noel, facendomi sorridere.
-Vieni qui- sussurrai, prendendogli una mano.
Il mio ragazzo sorrise e venne a sedersi sulle mie gambe.
-Che piani hai per oggi pomeriggio?- gli chiesi.
-Dovrei studiare- sussurrò.
-Ti serve una mano?- gli accarezzai il viso.
Noel si sporse in avanti e mi baciò, ignorando la mia domanda.
Ricambiai con foga, stringendolo a me in maniera possessiva.
Noel sorrise, accarezzandomi il viso, poi si separò un attimo da me e si levò la felpa.
Lo strinsi di nuovo a me e gli morsi una guancia, scatenando le sue risate, poi lo sollevai e lo adagiai su divano, sovrastandolo.
Mi baciò, poi portò le mani alla mia felpa e tirò giù la cerniera.
Me la sfilai di dosso, poi mi chinai su di lui e cercai le sue labbra, per poi lasciargli una scia di baci sulla linea del mento e sul collo, tirandogli su la maglietta.
Gliela sfilai del tutto, poi poggiai le labbra sui suoi addominali e li baciai, sbottonandogli piano i jeans.
Noel sospirò forte, poi mi afferrò la maglietta e me la tolse, tirandosi su.
Gli accarezzai la schiena, sorridendo quando Noel mi portò la mano al bottone dei jeans, aprendoli e tirandoli giù in solo colpo, assieme al mio intimo.
-Piano- sussurrai, divertito, chinandomi di nuovo su di lui.
-Dopo devo studiare- mi rispose, stendendosi sotto il mio peso.
-Ti do una mano io- sussurrai, accarezzandogli il viso.
Lui annuì, come poi mi baciò con urgenza.
Ci separammo solo per finire di svestirci.
Fu un rapporto molto intenso e veloce, ma le coccole sul divano durarono un’eternità.
Adoravo avere Noel premuto contro. Ascoltarlo e riempirlo di baci.
Lo amavo tanto.
-Resterei così per sempre, ma devo studiare- si separò piano da me.
Sbuffai, tirandomi su.
-Mi faccio una doccia veloce, vieni?- mi chiese.
-Arrivo- sussurrai, tirandomi su.
Mi avvicinai al tavolo per bere un sorso d’acqua ed in quel momento il telefono di Noel iniziò a vibrare a causa della sequenza infinita di messaggi che stava ricevendo.
Quando s’illumino per l’ennesima volta, fui tentato di controllare di chi si trattasse.
Poi mi ricordai di Eddie.
Afferrai il cellulare di Noel e lo sbloccai.
Diedi un’occhiata veloce all’anteprima dei messaggi e quando vidi quel nome sentii l’ansia e il nervoso prendere il sopravvento.
I messaggi erano del tutto innocenti e al posto della foto profilo quell'idiota aveva l’immagine di un panda.
Il telefono mi vibrò di nuovo tra le mani e mi sentii in colpa per aver letto le anteprime dei messaggi.
Lo bloccai e lo rimisi a posto, ma quando mi girai, Noel era lì che mi guardava.
-Cosa stavi facendo?- mi chiese.
-Vibrava di continuo e pensavo ti stessero chiamando, ma è il tuo amico- mi inventai, indicando il telefono -Carina la foto del panda- aggiunsi.
-Sei geloso?- mi chiese.
-No- dissi, superandolo per andare in bagno.
-Adam, Eddie è asessuale- disse, seguendomi -Aromantico tra l'altro. Sai che vuol dire?-
Non risposi.
-Che mi vede, o meglio, che vede tutti come…dei soprammobili. A volte carini, a volte brutti, ma dei soprammobili. Non prova interesse…sessuale o romantico…capisci?-
-E perché non me lo hai detto prima?- sbottai.
-Perché non mi sembrava fondamentale fartelo sapere, dato che sto con te e ti amo! Eddie non vuole scoparmi. Vuole essere mio amico, perché anche lui è nuovo qui!- alzò la voce.
-E poi, mettiamo anche il fatto che voglia farlo- continuò -Cosa impossibile- ribadì -Ciò non ti autorizza a controllare il mio cazzo di telefono! Io non controllo il tuo. Sei tu quello che esce e conosce un sacco di persone- disse -Io dovrei preoccuparmi, ma non lo faccio, perché mi fido di te! Stronzo!-
-Hai ragione, non avrei dovuto controllare il tuo telefono! L’ho fatto perché sono stranito da questo vostro improvviso legame! Non puoi conoscere qualcuno in una mattinata e raccontargli la tua vita, per quanto delle volte, con certe persone, si senta subito una certa intesa!-
-E poi ne parli come se fosse un dio sceso in terra! Cos’ha di speciale?- chiesi.
-È stato gentile con me. Mi ha ascoltato e mi piace la sua compagnia- disse.
-Quindi nulla! Visto che tutte le persone normali dovrebbero comportarsi così!-
-Lasciami in pace, Adam. Non tempo da perdere. Vai e controllami tutto il telefono se ti fa sentire bene. Stai facendo così solo perché sei geloso e non lo vuoi ammettere e perché devi avere ragione per forza. Io ho dei compiti da fare- sussurrò, chiudendosi in bagno.
Sospirai, maledicendomi.
Avrei dovuto chiedergli di presentarmi Eddie prima di sollevare la questione gelosia e tutti i miei sospetti.
Imprecai, poi mi decisi di lavare i piatti, per evitare di scatenare ulteriormente la rabbia di Noel.

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