23. Charlotte

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Il telefono squilla insistentemente e dopo la terza chiamata decido di rispondere.
Chi diavolo è il sabato alle 06.45 del mattino?

Leggo il display: "Mamma".

Che cosa vuole mia madre? Mi sembra di essere stata già abbastanza chiara ieri al telefono.

- Pronto?- rispondo assonnata ed irritata.
- So che è presto e che sono una delle ultime persone che ora vuoi sentire ma devo dirti delle cose- dice frettolosamente.
- E queste cose sono così urgenti da essere dette a quest'ora?- chiedo perplessa.

Intanto noto che Andreas si sta svegliando. Non ho voglia di rovinare il sonno anche a lui.
Decido così di andare in salone, almeno potrò parlare tranquillamente.

- Si.. Cioè no. È che non ho dormito. Sono stata in pensiero dopo quello che ti ho detto ieri. In fin dei conti hai ragione: sei abbastanza grande per prendere le tue decisioni. Magari Andreas non è così male come pensiamo io e tuo padre.. Abbiamo parlato con tua sorella e lei vi ha sostenuto entrambi. Non abbiamo mai conosciuto Andreas e penso che sia l'ora di farlo, perciò abbiamo pensato di invitarvi a pranzo oggi- spiega con una sorta di sfogo.
- Hai detto "abbiamo"? Sei sicura che papà la pensi allo stesso modo?- chiedo sapendo già la risposta.
- Beh.. Non proprio. Ma se Andreas è così perfetto come lo descrivi tu, sicuramente cambierà idea- risponde cercando di convincersi da sola.
- Non penso che sia una buona idea- le confido tristemente.
- Forse no, ma questo passo va fatto. Non l'abbiamo mai conosciuto e non abbiamo mai potuto dare un nostro onesto parere- continua lei.
- Sai che il vostro parere non cambierà il mio- la interrompo.
- Lo so benissimo, ma ti prego, accetta la mia proposta- mi supplica.

Mi prendo qualche secondo per riflettere e anche se ho delle strane sensazioni, le rispondo.

- Va bene- dico rassegnata.
- Perfetto. Ci vediamo a casa alle 13.00- specifica riattaccando il telefono.

Mi lascio andare ad un lungo respiro e cerco di trovare il modo di dire ad Andreas del nostro pranzo. Sicuramente dirà che è giusto ma so già che ha paura del giudizio dei miei genitori, soprattutto quello di mio padre.

Preoccupata rientro in camera e nonostante i miei tentativi di non farmi sentire, Andreas si sveglia e mi sorride delicatamente.

- Come mai così mattiniera?- chiede facendomi sedere sul letto.
- Mi ha chiamato mia madre- dico in tono secco.
- Ah.. Cosa voleva?- chiede preoccupato.
- Ci ha invitati a pranzo- spiego avvicinandomi a lui.
- E noi ci andremo?- chiede titubante.
- Le ho detto di sì. Ma se non vuoi disdico tutto- dico prontamente.
- Assolutamente no.. È giusto così. Andremo a pranzo dai tuoi e gli dimostreremo che non hanno nulla da temere- spiega anche se poco convinto.
- Sei sicuro?- gli chiedo per conferma.
- Si. Ma ora torniamo a dormire che sto morendo dal sonno- conclude trascinandomi a se nel letto.

Ero già sicura della sua risposta ma se mi avesse detto di no avrei realmente disdetto tutto.
Spero solo che sia un pranzo molto tranquillo.

Al nostro risveglio sono già le 10.30 passate e anche se a fatica, ci alziamo dal letto.
Fra noi non c'è molta comunicazione e forse in questo momento è meglio che sia così.
Non sono mai stata così ansiosa per un pranzo in famiglia.

Ci prepariamo con molta calma e dopo esserci sistemati accuratamente, usciamo di casa.
Il tragitto in macchina non è così lungo, tanto che dopo venti minuti siamo già a casa dei miei genitori.

Sono le 13.00 in punto e l'ansia continua a salire. Spero solo che ci sia anche mia sorella a casa.

- Entriamo?- chiede Andreas interrompendo i miei pensieri.
- Si, andrà tutto bene- rispondo dandogli un bacio poco prima di scendere dall'auto.

Citofoniamo e prontamente mia madre ci apre il portone. Saliamo le scale del condominio e ci ritroviamo davanti alla porta d'ingresso.

- Prego, entrate- ci dice mia madre.
Mi abbraccia calorosamente e rivolge lo sguardo verso Andreas.
- Che profumino!- esclama Andreas evidentemente colpito dalla cucina di mia madre.
- Oh, grazie mille! Io sono Marianne- dice mamma tendendo la mano verso Andreas.
- Il piacere è tutto mio! Sono Andreas- risponde lui stringendole delicatamente la mano.

Entrando in casa notiamo mio padre pigramente accomodato sul divano.

- Ciao papà- esordisco avvicinandomi accanto a lui.
- Ciao Char- risponde con un leggerissimo e quasi distaccato abbraccio.
- Lui è..- inizio indicando il mio ragazzo.
- Andreas.. Lo vedo dai tatuaggi.. Io sono Theodore- mi interrompe mio padre porgendo la mano ad Andreas.

Mio padre odia tatuaggi e piercing e trova dei difetti in tutte le persone che li posseggono.
- Sono lieto di conoscerla- specifica sorridente Andreas.

- Mmh- controbatte irritato mio padre.
Lo sapevo che sarebbe andata a finire così.
- Char!!- urla Sophia venendomi incontro.
- Hey Sophi! Che bello rivederti- dico abbracciandola strettamente.
Meno male che c'è mia sorella.
- Non potevo lasciarti sola proprio oggi- mi sussurra all'orecchio.
La ringrazio con un grande sorriso e lei si distacca da me.

- Andreas, quanto tempo- dice abbracciandolo.
Sono felice che l'abbia fatto. Almeno i miei possono pensare al fatto che piaccia anche a Sophia.
- Come stai?- chiede curioso lui.
- Benissimo- risponde guardandoci comprensiva.

- È pronto!- urla mia madre portando le ultime cose in tavola.

Il pranzo prende improvvisamente un tono più tranquillo e grazie ai racconti di mia sorella, riusciamo a stare più sereni. Mio padre ci fa molte domande e mia madre cerca di far sembrare il tutto perfetto. Spero solo che non siano  troppo invadenti.

- Mi passi il pane?- chiedo a mia madre porgendo la mano sinistra.
Improvvisamente i miei genitori rimangono pietrificati a guardare un punto fisso..

Oh no. Non può essere. Perché diavolo non mi sono tolta l'anello?

- E quello che cos'è?- chiede preoccupa mia madre.
- N.. Nulla.. È solo un anello- dico ritirando frettolosamente la mano.
Leggo il terrore negli occhi di Andreas e Sophia e l'ira in quelli di mio padre.

- Te lo chiedo un'ultima volta: quello che cos'è?- chiede mio padre scandendo tutte le parole.
- Ma non è nulla di importante..- rispondo titubante.
- Oh no. Quello si che è importante- specifica lui con sguardo minaccioso.

Sono una stupida. Dovevo togliermelo.
Mio padre è fatto all'antica e non credo che sopporterebbe una cosa del genere. Soprattutto perché si parla di Andreas.

- Come diavolo ti sei permesso di chiedere a mia figlia una cosa del genere senza prima avere il mio consenso?- urla papà infuriato rivolgendosi ad Andreas.
- Veramente..- cerca di dire Andreas.
- Fuori da casa mia. Immediatamente!!- grida indicando la porta.

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