24. Charlotte

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Le urla di mio padre fanno eco in tutta la casa. Andreas mi guarda incerto sul da farsi, mentre mamma non sembra sostenermi.

- È meglio che ve ne andiate- specifica mia madre.

Sussurro ad Andreas di aspettarmi fuori e mentre lui esce, io tiro fuori tutta la rabbia e la frustrazione trattenuta fino a questo momento.

- Ora sono proprio stanca. Sono stanca di sentirmi dire cose devo o non devo fare. Andreas avrà pure sbagliato ma io non sono da meno. Non avete idea di quello che ha passato e se da una parte vi ringrazio per il sostegno che mi avete dato, dall'altra parte vi chiedo di lasciare a me libera scelta- inizio cercando di trattenermi.
- Sei stata malissimo a causa sua e ora mi vuoi dire che te lo sposi?- grida rabbioso mio padre.
- No. Non me lo sposo ora, ma me lo sposerò in futuro. Andreas mi aveva lasciata per accompagnare la sua ex durante la malattia. Francesca voleva solo averlo accanto prima di morire e seppur egoista, ha fatto bene. Andreas ha un cuore e ha preferito rinunciare alla sua felicità per non abbandonare Francesca nel periodo peggiore. Si è fatto il suo percorso da solo, lontano da me ed ora è rientrato nella mia vita. Non sono stupida e so quello che faccio. Mi dispiace per Adriano ma il mio cuore vuole altro. Non mi interessa che voi comprendiate il perché della mia decisione, però pretendo di avere un po' di rispetto. Non potete trattare una persona in questo modo.. Vedi mamma, avevo ragione: non eravate pronti per accogliere la mia felicità- concludo alzando il tono della voce.
- Se le cose stanno così la porta è quella anche per te. Non ti permettere di parlarci in questo modo. Non è così che ti abbiamo educata!- aggiunge mio padre.
- Già, voi mi avete educata al rispetto e alla condivisione.. Peccato che stiate facendo tutto il contrario- controbatto avvicinandomi alla porta.
- Non pensare di tornare qui con quello lì e soprattutto non senza averci chiesto scusa- continua imperterrito mio padre.
- Ricordatevi di questo giorno. Ricordatevi di quando avete sbattuto fuori di casa vostra figlia perché troppo egoisti per accettare la sua felicità- dico infine sbattendo la porta.

Andreas mi guarda preoccupato e senza dire una parola mi abbraccia il più forte possibile.

- Mi dispiace- sussurra con tono addolorato.
- Non scusarti. Non è colpa tua- dico trattenendo le lacrime.
- So cosa ci vorrebbe ora..- dice improvvisamente.
- Che cos'hai in mente?- chiedo curiosa.
- Film e pizza come ai vecchi tempi- specifica asciugandomi le lacrime.
- Va bene- concludo rimettendomi in sesto.

Torniamo a casa dopo esserci fermati a comprare la pizza e ci buttiamo immediatamente sul divano. Nessuno dei due ha intenzione di parlare di ciò che è successo oggi e perciò rimaniamo per lo più in silenzio.
Guardiamo uno di quei film thriller ed anche se interessante, non riesco a concentrarmi totalmente su di esso.

È possibile che sia capitata una cosa del genere?
Mi aspettavo di non essere compresa, ma non fino a questo punto.
Sono sempre stata molto legata ai miei genitori e mi dispiace che abbiano frainteso tutto. Ho bisogno del loro appoggio.

Improvvisamente Andreas mette in pausa il film e si gira verso di me.
- Cosa posso fare?- chiede preoccupato.
- Per cosa?- chiedo non capendo.
- Per farti stare meglio- dice seriamente.
- Nulla. Sto bene- lo rassicuro.
- Non è vero- controbatte avvicinandosi ulteriormente.
- Mi passerà. Sai come sono fatta- dico prendendogli la mano.
- Ma è colpa mia se è successo tutto questo- risponde sconsolato.
- Assolutamente no. Non rimproverarti nulla perché non te lo meriti- chiarisco.
- Sei ancora convinta di noi?- chiede cercando conferma.
- Lo sarò sempre- affermo baciandolo.

È un bacio dolce, che fa percepire un senso di rassicurazione. Lui riesce sempre a farmi tornare il buon umore, a farmi dimenticare delle cose brutte. Ha un potere magnetico su di me.
Comincia a baciarmi il collo e fra un tocco e l'altro mi sciolgo fra le sue braccia.
Ho bisogno solo di lui in questo momento.

Le sue mani corrono lungo tutto il mio corpo che non riesce proprio a resistere al suo tocco. Mi manda in estasi anche con una semplice carezza.
Lentamente si posiziona sopra di me e con uno sguardo seducente mi sfila la maglietta. La sua bocca comincia ad esplorare ogni mio centimetro e mentre io cerco di avvicinarlo il più possibile a me, lui si abbassa all'altezza dei fianchi.

Senza preavviso mi sfila anche i jeans e comincia a cospargere il mio corpo di baci. Mi spoglia completamente precipitandosi con la lingua fra le mie cosce facendomi dimenare sotto il suo controllo.
Stare con lui è paradisiaco.

Prima di farmi raggiungere l'orgasmo si sfila i pantaloni e i boxer e dopo qualche secondo lo sento dentro di me.
La lentezza iniziale mi fa arrivare alle stelle e capisco che questo è ciò che volevo. Riesce a farmi stare bene anche nei momenti peggiori.

Raggiungo velocemente il culmine del piacere e poco dopo sento che anche per lui è lo stesso.

- Ma come fai?- chiedo senza fiato.
- A fare cosa?- chiede avvicinandosi all mia bocca.
- A migliorare tutto- rispondo accarezzandogli i capelli.
- Ho pur sempre le mie doti- dice malizioso.
- Lo so bene- rispondo baciandolo.

Sono follemente innamorata di Andreas.

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