5. Charlotte

1.3K 81 8
                                    

- Allora? Ci sei riuscito?- chiede Giuseppe a Simone.
- Ancora no, è un osso duro- risponde afflitto.
- La verità è che non ci sai proprio fare- spiega Giuseppe.

È più di un'ora che Simone cerca di fare colpo su una ragazza ma a quanto pare l'impresa è più ardua del previsto.
È sabato sera e siamo in un locale. La musica è alta e ci siamo quasi tutti.. Eccetto Andreas.

Da una settimana a questa parte cerco di convivere con la sua presenza. È difficile concentrasi con lui a fianco ma non posso fare altro.

- Ma non aveva detto che non sarebbe venuto?- chiede Stefano guardando l'ingresso del locale.
- Ma di chi stai parlando?- chiede Marcello voltandosi verso la porta principale.
- Andreas- risponde Stefano lanciandomi una strana occhiata.
Mi volto istintivamente e come al solito il mio cuore non riesce a battere ad un ritmo normale.

"Ho da fare e non ho molta voglia"
Aveva detto.
Invece eccolo qui. È solo e sembra un po' spaesato ma dopo poco si dirige verso di noi.

- Come mai da queste parti?- chiede Giuseppe salutandolo.
- Sorpresa!- risponde non molto convinto.
- Accomodati- dice Adriano irritato.
- Cosa ti porto?- chiede prontamente una cameriera.

Chissà come mai tutta questa efficienza.. Io ci ho messo più di un'ora per ordinare qualcosa.

- Una birra- risponde evitando di flirtare con la cameriera.
Non so perché non ci abbia provato ma nel profondo del mio cuore lo ringrazio per questo.

Sono gelosa? No. È solo che mi danno fastidio le ragazze che ci provano così spudoratamente.. È soprattutto con Andreas.
Ma a cosa sto pensando? Dovrei provare indifferenza, anzi, devo.

La serata continua e non è per niente semplice far finta di nulla data la presenza di Andreas. È seduto difronte a me e nonostante l'impegno di entrambi di evitare il contatto visivo, a volte ci sono degli strani sguardi. Sono al mio secondo cocktail e fortunatamente riesco ad essere ancora lucida a differenza degli altri.
Adriano mi sembra leggermente brillo e Andreas non è da meno.
L'aria è pensante, forse per il caldo all'interno del locale, forse per la folla o forse per la situazione in se.
Decido perciò di uscire per un momento e Adriano non mi sembra molto dispiaciuto.
Dopo aver superato una ventina di persone raggiungo finalmente l'uscita.

L'aria di marzo è rinfrescante, soprattutto a quest'ora ma la sensazione di pesantezza permane dentro di me.
Perché sono così pensierosa? Perché non riesco a lasciarmi andare?
Forse una sigaretta riuscirà a tranquillizzarmi.

Per un po' rimango da sola ma improvvisamente una voce interrompe i miei pensieri.
Conosco bene questa voce.

- Hai per caso da accendere?- chiede Andreas titubante.
- Si- rispondo porgendogli l'accendino.
Per un momento le nostre mani si sfiorano ed io non riesco a far altro che trattenere il fiato. Tutto è così surreale..
Mi allontano velocemente dandogli il tempo di accendersi la sigaretta.

- Fai bene ad allontanarti.. Io ti.. Ti ho causato solo problemi- biascica a bassa voce.
Penso abbia bevuto troppo.
- Non dire così- dico cercando di capire il motivo delle sue parole.
- Sono stato uno stronzo.. Non.. Non avrei vol..- inizia cercando di rimanere in equilibrio.
- Non parliamone- lo avverto.
- Non avevo scelta.. Franc.. Lei.. Lei stava male.. Non volevo ma dovevo aiutarla.. E tu.. Tu..- continua con voce rassegnata.

Ha evidentemente bevuto troppo.

- Basta Andre- dico cercando di fermarlo.
Non mi fa bene sentire queste cose.
- Tu eri perfetta. Tu sei perfetta.. Ed io sono un coglione- continua amareggiato.
- Forse lo sei- dico come se fosse un pensiero ad alta voce.
- Già.. Ti ho persa.. Non..- dice poco prima di vomitare.
Sta male ed io non riesco a vederlo soffrire. Nonostante tutto c'è sempre qualcosa che mi lega a lui.
Lo raggiungo, gli porgo la bottiglietta d'acqua che avevo nella borsa e lo aiuto a sedersi.

- Non dovevi bere così tanto- lo rimprovero.
- Non dovevo fare tante cose- dice ad occhi chiusi.
- Dove abiti?- gli chiedo.
- Perché?- chiede a sua volta speranzoso.
- Non sei in grado di guidare perciò ti porto io- lo informo cercando di rimanere impassibile.
Andreas mi dice la via, o per lo meno quella che si potrebbe definire tale.
Lo porto in macchina e mi assicuro che stia bene.
Ha bisogno di una doccia fredda e di una bella dormita.

Improvvisamente mi ricordo di Adriano. Non posso andarmene così, ma non posso neanche dirgli di Andreas. Non mi lascerebbe mai andar via con lui e forse ha ragione..
Decido di inviargli un messaggio informandolo di essermene andata via perché non mi sentivo bene ma omettendo la parte di Andreas in tutto ciò. Adriano tornerà sicuramente con i ragazzi e non penso abbia problemi sul fatto di essermene andata.

- Gli hai detto di me?- chiede ad un tratto Andreas.
Sinceramente pensavo che stesse dormendo.
- No- rispondo seccamente.
- Perché?- continua curioso.
- Fai troppe domande- concludo.

Sorride e chiude gli occhi. È strano trovarmi in questa situazione.
A quanto pare non riesco proprio a lasciarmi il passato alle spalle.
Guido praticamente in silenzio e una volta giunti a destinazione cerco di svegliare Andreas.
Brontola qualcosa ma appena incrocia i miei occhi il sorriso invade il suo volto.
Ho una fitta al cuore. È bello vederlo sorridere ma fa male averlo a pochi centimetri da me dopo tutto quello che è successo.

- Dove mi hai portato?- chiede ancora sorridendo.
- A casa tua- rispondo scendendo dalla macchina.
- E cosa facciamo?- continua cercando di scendere dalla macchina.
Lo aiuto ad arrivare al portone di casa ma il suo peso si fa sentire.
- Ora tu ti fai una bella dormita ed io torno a casa- dico assicurandomi che ce la faccia ad entrare.
- Rimani qui con me?- chiede guardandomi negli occhi.

La risposta è più difficile del previsto ma non tardo a dargliela.

- Mi dispiace, non posso- concludo correndo in macchina.

Less than loversDove le storie prendono vita. Scoprilo ora