25. Charlotte

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Siamo in sala prove e nonostante i momenti di relax e divertimento, devo dire che è dura stare al passo con tutte le coreografie. Questa settimana ne prepariamo molte di più e alcune sono particolarmente belle.

- Andreas, Adriano, Charlotte e Simone provate "Looking too closely"- ci dice Giuliano.
- Ma non dovremmo essere solo in due?- chiede Simone.
- Si ma Andreas e Adriano possono dare un tocco in più alla coreografia- risponde Giuliano.

Bene. Era proprio quello che volevo evitare.
Andreas e Adriano si guardano in cagnesco mentre Simone mi consola con lo sguardo.
La musica parte e per un momento cerco di mettere da parte tutti i miei sentimenti e mi immergo totalmente nella coreografia. Se non ci fosse il ballo non saprei proprio come fare; è la mia valvola di sfogo, la mia certezza nella vita.

Nel pezzo ci sono molte prese e se con Andreas e Simone non ho problemi a farle, con Adriano la situazione è diversa. Mi sembra poco concentrato, un po' instabile. Cerco di non pensarci e mi preparo per essere sollevata. Improvvisamente Adriano tentenna e la sua mano cede bruscamente. In un attimo mi ritrovo a terra sbattendo fortemente il ginocchio.

Il dolore è alquanto straziante e mentre Giuliano ferma la musica e gli altri si precipitano verso di me, io cerco di trattenere le lacrime. Mi fa davvero molto male.

- Stai bene?- chiede preoccupato Giuliano.
- No. Mi fa malissimo- rispondo tenendo il ginocchio piegato.
- Aspetta qui che chiamo Giacomo- dice andando a cercare il fisioterapista.
- Hey, tranquilla.. Vedrai che non è nulla. Riesci a stenderlo?- esordisce Andreas cercando di tranquillizzarmi.
- Non ce la faccio- dico lasciando cadere le lacrime.

Elena si precipita prontamente con i fazzoletti e mentre gli altri cercando di calmarmi, Adriano se ne va dalla sala.
Non è da lui comportarsi in questo modo.

Giuliano rientra con Giacomo e dopo circa un quarto d'ora mi portano al pronto soccorso. L'attesa è snervante ed il dolore al ginocchio seppur diminuito, è ancora incessante. Per fortuna Andreas è venuto con me ma nei suoi occhi leggo una sorta di paura. Nessuno dei due vuole ricordare il momento del suo infortunio e capisco anche la sua paura nel vedermi in questo stato.
Spero solo che non sia nulla di grave.

- Tesoro, stai tranquillo- dico prendendogli la mano.
- È che non voglio che ti capiti quello che è capitato a me- afferma amareggiato.
- Andrà bene. Non mi fa più così tanto male- lo rassicuro.
- Mi dispiace Char- continua sincero.
- Lo so, ma non è colpa tua- dico in tono fermo.
- Un po' si. Avrei dovuto prenderti al volo in qualche modo e avrei già dovuto accorgermi che Adriano non sarebbe riuscito a tenerti- si sfoga lui.
- Ma non potevi prevederlo! E poi non è la prima volta che mi capitano queste cose. Vedrai che domani sarò come nuova- specifico cercando di alleggerire la situazione.
- Che stupido che sono. In questo momento io dovrei tranquillizzare te e non il contrario- dice dispiaciuto.
- Lo sappiamo entrambi che la roccia qui sono io- aggiungo sorridente.
- Già- conclude dandomi un veloce bacio.

- Signorina Jaber?- chiede il dottore.
- Sono io- rispondo facendomi notare.
- Mi segua, ho i risultati- aggiunge il dottore mentre Andreas mi accompagna spingendo la sedia a rotelle su cui sono seduta.

Arriviamo in uno studio e poco dopo il dottore inizia a spiegare la situazione.
- Lei è molto fortunata. Qualche millimetro più avanti e avrebbe dovuto affrontare un importante operazione al ginocchio- dice seriamente il dottore.
- Quindi non è nulla di grave?- chiedo.
- Fortunatamente no, ma dato che è una ballerina, dovrà stare a riposo per due settimane- specifica.

Questa proprio non ci voleva. Anche se ringrazio di non dover stare ferma più a lungo, due settimane sono sempre un'infinità.

- Si potrà muovere solo con le stampelle e deve prendere questi antinfiammatori- aggiunge il dottore.
- Ok, grazie mille- dico cortesemente.
- Ah, mi rivolgo a lei- dice riferendosi ad Andreas- si prenda cura della sua ragazza e non la faccia assolutamente muovere quando non necessario. Ci rivediamo fra due settimane- conclude il dottore.

Usciamo dal pronto soccorso e durante il viaggio il mio telefono inizia a squillare.

È Adriano.

Accetto la chiamata e pongo il telefono all'orecchio.

- Pronto?- chiedo titubante.
- Char.. Io.. Scusami- dice riattaccando subito dopo.

- Chi era?- chiede curioso Andreas.
- Adriano- rispondo ancora dubbiosa per la telefonata appena ricevuta.
Andreas si irrigidisce al suono di quel nome.
- Cosa voleva?- chiede in tono serio.
- Ha detto un velocissimo "scusami" e ha riattaccato- gli spiego.
- Avrebbe potuto aiutarti oggi, invece se n'è andato subito- aggiunge Andreas.
- Si. Avrebbe dovuto, ma..- inizio poco convinta.
- Ma non l'ha fatto- dice Andreas sempre più serio.
- Oggi era strano. Non l'avevo mai visto così- gli confido.
- Senti Char, possiamo evitare di parlare di Adriano? Non è proprio il mio argomento preferito- mi chiede con un lieve sorriso.
- Va bene- concludo.

Effettivamente non è la cosa migliore del mondo preoccuparsi per Adriano davanti ad Andreas, anche perché oggi mi sono fatta male a causa sua.
Ma per me è impossibile non pensare al perché del suo stato.
Capisco che non sia felice nel vedermi a lezione e soprattutto vicino ad Andreas, ma oggi i suoi occhi erano come vuoti. Era poco concentrato, distante, instabile e non cosciente del suo corpo.
Forse sono io che sto facendo correre troppo la mia immaginazione, ma di certo indagherò su questo. L'Adriano che conosco non se ne sarebbe mai andato e non mi avrebbe chiamata per dopo attaccare dicendo un semplice "scusami".

C'è qualcosa che non va.

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