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Dedico questo capitolo ad un uomo meraviglioso, che mi ha accompagnata ogni giorno della mia vita con una vitalità invidiabile e una bontà d'animo che raramente si può incontrare in una persona.
Mi ha vista crescere; ha sopportato i miei capricci e le mie stramberie; mi ha spronato a seguire i miei sogni, per quanto questi potessero essere assurdi. Mi ha insegnato che niente è impossibile, perché noi siamo capaci di qualsiasi cosa.
Lui e i suoi profondi e saggi occhi verdi, che non ho mai fotografato e mai più potrò immortalare. La sua barba bianca e le sue mani enormi, con le quali mi dava le carezze più grandi e dolci del mondo.
Non smetterò mai di ringraziare Dio per avermi concesso l'onore di essere la nipote di una persona così straordinaria.
Non te lo meritavi, nonno. Eri un uomo buono e avresti dovuto vivere per altri cent'anni. Invece ci hai lasciato e ti sei portato via un pezzetto del mio cuore.
Non smetterò mai di inseguire i miei sogni, come mi hai insegnato.
A te devo il mio primo libro, anche se mi sembrerà sempre troppo poco.
Ti avevo promesso che avresti letto questa storia, ma non c'è stato tempo. Mi sei stato portato via prima che potessi concluderla e questo sarà il mio più grande rimpianto.
Ti vorrò sempre bene e vivrai con me in eterno.

Un abbraccio grande,
Laura




La fase di recupero di Annie fu particolarmente lunga rispetto al normale.

Finnick non aveva mai avuto la possibilità di assistere ad un Tributo Vincitore, ma la consapevolezza che la sua Annie era dentro ad una stanza piena di medici di Capitol City era qualcosa che lo faceva rabbrividire. Era passata più di una settimana e mezza e ancora non volevano farla risvegliare.

Dissero che la ragazza aveva riportato varie fratture al braccio e a qualche costola. Inoltre aveva subito un trauma cranico abbastanza importante, che aveva interessato l'ippocampo, la sezione del cervello in cui risiede la memoria.

"Una volta sveglia, la signorina Cresta sarà nelle migliori condizioni fisiche ed il coma farmacologico che abbiamo indotto è solo una misura precauzionale, siccome è possibile che, una volta sveglia, riporti amnesie di breve o lunga durata" gli disse un medico, uscendo dalla stanza e levandosi la cuffia medica.

Amnesie?

"Quanto potrebbe rimanere senza memoria?" domandò Finnick, percependo una sensazione sgradevole alla bocca dello stomaco.

L'uomo scrollò le spalle. "Non si può dire con esattezza. Potrebbe essere anche solo per qualche giorno, oppure per mesi interi".

"Mesi?!".

Il ragazzo si lasciò cadere su una sedia lì vicino. Non riusciva a crederci.

Forse però sarebbe stato meglio: non avrebbe ricordato gli avvenimenti dell'Arena. Sarebbe stato più semplice per lei.

Chissà quanto tempo di ricordi avrebbe attaccato l'amnesia. Solo l'Arena o anche prima, la loro storia, le giornate nel Distretto..?

Si strinse il volto tra le mani, affondando le dita nei capelli biondi come il grano.

"Maledizione" sussurrò tra i denti. "MALEDIZIONE!" urlò.

Quando sollevò lo sguardo, incontrò gli occhi verdi e colmi di preoccupazione di Mags, in piedi a qualche metro da lui, con una tazza di caffé stretta tra le mani rugose.

Rimasero in silenzio ad osservarsi. Non servivano le parole per esprimere quello che entrambi stavano provando al momento.

La donna si sedette lentamente al suo fianco, passandogli dolcemente un braccio intorno alle spalle.

I giochi di Annie CrestaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora