Complicazioni

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"Svegliati Annie".

Qualcuno le stava scuotendo il braccio con forza.

"Annie! Abbiamo visite".

La ragazza si mise a sedere di scatto e si maledì mentalmente per essersi addormentata come una sciocca.

"Che succede?" domandò a Evan, poco vicino all'apertura della grotta.

Lui non la fissò quando rispose. "Qualcuno è passato di qui poco fa".

"In quanti erano?".

"Non lo so, forse cinque. Potevano essere i Favoriti, ma non ne sono sicuro. È appena l'alba; non sono riuscito a vederli in faccia".

"Dobbiamo andarcene?" chiese Cara, stringendosi una fascia intorno alla fronte.

La ferita si era rimarginata abbastanza bene, anche se intorno aleggiava il rossore tipico di una ferita in procinto di infezione.

"E' meglio uscire in ricognizione e cacciare qualcosa. Non serve che andiamo tutti" propose Annie, afferrando il proprio pugnale e infilandoselo nello stivale.

"Saranno ancora in giro. Se ci trovano in minoranza, avremo di sicuro la peggio" ribatté Euer. Si alzò e cominciò a stringere i lacci degli scarponi, lanciando occhiate di sottecchi all'amica, quasi temesse che scomparisse d un momento all'altro, abbandonandolo da solo con Evan e Cara.

"Non possiamo rimanere chiusi qua dentro per sempre. Capitol City vuole sangue e se non diamo loro qualcosa di cui entusiasmarsi, ci penseranno gli strateghi. Non hai già dimenticato il terremoto, vero?" domandò Annie. "Io uscirò per prima e credo che Cara farebbe meglio a rimanere qui, per evitare di aggravare la situazione della ferita".

Euer aprì la bocca, ma Evan lo precedette. "Vengo con te" disse risoluto.

"Hai fatto tutto l'ultimo turno di guardia.." provò a protestare il ragazzo del Distretto 4, ma l'altro gli rivolse un'occhiata distratta.

"Sto bene, non ho bisogno di risposare" tagliò corto.

Cara li guardò, con apprensione. "State attenti" mormorò.
Poi, i due uscirono.

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"Non ho bisogno di qualcuno che mi rallenti" furono le prime parole che Annie gli rivolse, una volta usciti dalla grotta.

"Allora farai meglio a muoverti" rispose Evan.

Nonostante il ragazzo avesse fatto l'ultimo turno di guardia, non sembrava mostrare il benché minimo accenno di stanchezza. Teneva il passo senza problemi, saltando da un sasso all'altro con un'agilità invidiabile.

Annie strinse i denti e gli scoccò un'occhiata truce, ma non ribatté.
Non riusciva del tutto a fidarsi del ragazzo, nonostante fosse stato il primo ad attirare la sua attenzione, a Capitol City. La sua forza, la tenacia e la determinazione avevano esercitato un effetto calamita su Annie e lei non era stata in grado di rifiutare.
Non poteva avere la certezza della lealtà di Evan, ma sapeva che avrebbe dovuto fidarsi. Fidarsi di una persona sconosciuta, gettata come lei in un recinto di bestie, pronte al macello.

Si inoltrarono nella boscaglia, attenti a non fare rumore.

"Ci servirebbe un'arma più comoda per cacciare" sussurrò il tributo, schivando un albero.

Annie concordava con quelle parole: una spada non era molto utile per catturare prede. Un arco, forse. O una lancia.

"Non troveremo nulla del genere qui. Dovremo avvicinarci alla Cornucopia" osservò.

I giochi di Annie CrestaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora