Ciao a tutti, ragazziii!
Scusatemi tantissimo per l'attesa, ma odio la scuola che mi tiene davvero troppo impegnata!
Sto per entrare nell'ultimo girone dell'inferno, alias le ultime settimane della scuola! D:
Spero vi possa piacere il capitolo!
Buona lettura!
Un bacio,
LilyBUONA LETTURA DEL 70esimi HUNGER GAMES E POSSA LA FORTUNA SEMPRE ESSERE A VOSTRO FAVORE
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Domenica.
Domenica.
Domenica.E dopo domenica, lunedì.
Dopo il giorno del Signore, la Mietitura.
Era quasi ironico come qualcuno potesse accostare due giorni così importanti, ma allo stesso tempo diversi.
Di domenica gli adulti potevano riposare.
Il fornaio sfornava pane nuovo e il profumo si diffondeva per le vie. Le donne anziane, dopo essersi riunite per le preghiere, passavano di casa in casa per posare, davanti alle porte, un cestino con alcuni dolci fatti in casa durante la notte.
Di domenica, il mare appariva più calmo, quasi come se volesse immedesimarsi in un nonno amorevole che accoglie tra le sue braccia i bambini che, durante quel giorno, giocavano nell'acqua.
Di domenica le famiglie mangiavano insieme, da mezzogiorno alle quattro, pranzi di varie portate.
Ma quella domenica tutto appariva sbiadito, sfuocato, come se qualcuno avesse posto una pellicola semitrasparente su ogni cosa.
Quella domenica il fornaio sfornò meno pagnotte, le donne anziane passarono con meno dolci e qualche bigliettino in più, ognuno che recitava la stessa frase: possa la fortuna sempre essere a vostro favore.
Il mare era mosso, infuriato dall'ingiustizia della mietitura. Egoisticamente non avrebbe accolto i bambini che, tra l'altro non si vedevano per le strade; i genitori volevano passare ogni istante con i propri figli.
Il pranzo era ricco, ma triste.
Come si poteva pensare di accostare un giorno festoso con il più triste dell'anno?
Durante la Mietitura due famiglie erano costrette a cedere un figlio per l'intrattenimento degli abitanti di Capitol City. Delle bestie, in poche parole.In quel giorno, quella domenica, Annie uscì a prendere il pane nuovo, salato, verdastro, tipico del Distretto 4.
Passò anche in pasticceria per prendere sei pasticcini: quattro per ognuna persona della sua famiglia e due per Finnick e Mags.
Sapeva, anzi poteva intuire, che per i due, la Mietitura era ugualmente sconvolgente.
Il giorno successivo avrebbero visto salire sul palco due persone che avrebber avuto pochissime possibilità di vincere e loro non ci avrebbero potuto fare nulla.
Quindi, avvolta in uno scialle color pervinca e indossando un vestito da festa violetto, in seta leggera che la lambiva fino alle ginocchia, si incamminò verso il Villaggio dei Vincitori, verso l'unica casa abitata.
Tecnicamente, le case assegnate ai vincitori erano due, ma entrambi avevano deciso che vivere nella stessa, come una vera famiglia.
Salì i pochi gradini ed, inconsciamente, si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Bussò tre volte ed aspettò.
Inizialmente non rispose nessuno e s'agghiacciò nel pensare che probabilmente stessero dormendo e li aveva disturbati.
Poi sentì passi lenti e un secondo dopo la porta si aprì.
L'espressione di Annie fu incomparabile e degna da oscar: davanti ai suoi occhi era comparso un Finnick decisamente più scoperto che coperto, avvolto unicamente da una salvietta legata intorno alla vita.
Probabilmente era appena uscito dalla doccia, siccome i capelli erano fradici, spettinati in riccioli chiari e infinite goccioline gli scorrevano sul petto, delineandone gli addominali fino a sparire sotto al misero indumento.
"Ehi Annie" salutò lui, disinvolto.
"Finnick!" squittì imbarazzatissima, coprendosi il viso con le mani, per evitare che lui capisse quanto imbarazzata fosse.
A quel gesto, il ragazzo abbassò lo sguardo sul suo corpo e risollevò lo sguardo, il volto storto in un ghigno beffardo.
"Ti metto in imbarazzo, per caso?" domandò.
Annie allungò alla cieca il sacchetto di pasticcini verso il Mentore. "Sono passata a prenderli prima. Ciao" salutò e fece marcia indietro, con le guance roventi.
"Aspetta! D'accordo, mi vesto" esclamò lui, afferrando dall'attaccapanni il primo indumento che gli venne sotto mano.
Lo indossò, non senza una certa difficoltà.
"Sono vestito, noiosona" le disse "puoi guardare."
Lentamente e cautamente, Annie aprì un occhio verde e.. scoppiò a ridere.
Il ragazzo aveva indossato una vestaglia fucsia di Mags, lunga fino al polpaccio, con roselline sul colletto e sulle maniche. Sul petto svettava un enorme rosa canina.
"Oddio! Sei davvero orrendo!".
"Smettila" bofonchiò lui "L'ho fatto solo per evitare che i tuoi occhi pudici non si sciogliessero".
Annie si asciugò le lacrime sulle guance.
"Vi ho portato dei pasticcini" disse quando si fu ripresa "Per te e Mags" sorrise.
Finnick guardò la scatola che gli stava porgendo.
"Grazie!" esclamò contento, prendendola ed agitandola.
"Ma insomma!" gridò lei, tirandogli uno scappellotto. "Non si fa mica così!"
In quel momento apparve Mags.
Di fianco a Finnick, la donna sembrava davvero minuscola, magra ed indifesa.
Sorrise alla ragazza e si toccò lievemente le labbra, in segno di saluto.
"Ho portato dei dolcetti" le disse, indicando il sacchetto in mano a Finnick.
Sapeva che Mags non parlava mai e quindi cercò di dissimulare la difficoltà che aveva nel capire ciò che le la donna comunicava a gesti.
Fortunatamente il figlioccio della donna tradusse senza sforzi, non senza strappare qualche sorriso ad Annie.
"Oggi Mags va a mangiare da alcune sue amiche per pranzo" le rivelò Finnick, dopo che la donna si fu ritirata.
"E tu che cosa fai? Mangi da solo?". L'idea che il pranzo della domenica non fosse fatto in famiglia, era qualcosa di assurdo per lei.
"Mmm.. apparentemente. C'è qualcosa che non va?".
"Assolutamente sì! Non puoi stare da solo la domenica! Vuoi venire a mangiare da noi?" lo invitò senza pensare.
Notò la sorpresa sul viso di Finnick. "Da voi?" ripeté.
Non era mai stato ospite di nessuno che non desiderasse qualche suo servizio. La domanda della ragazza lo aveva lasciato spiazzato e lievemente lusingato.
"Sì, da noi" sorrise Annie.
"D'accordo.. se non sono di disturbo".
"Tranquillo, tu disturbi sempre. Ci sarà anche Euer, il ragazzo di mia sorella, quindi sono sarai l'unico ospite invadente" lo informò.
Finnick le fece una smorfia e la invitò ad entrare.
"Non posso, devo tornare a casa. Mia mamma si starà chiedendo come mai le mancano due braccia da schiavizzare" rispose.
Si voltò e scese le scale, con ancora un sorriso sulle labbra.
"Annie" la chiamò il ragazzo.
Lei si voltò.
"Perché?"
La parola aleggiò nell'aria.
Perché aveva invitato Finnick a pranzo?
La sua mente le aveva incominciato a porre la stessa domanda da quando aveva fatto la proposta al giovane Mentore.
Lo osservò fissarla, con l'ombra di un sorriso dipinta sul volto abbronzato.
"Perché la domenica si passa in famiglia" replicò Annie, prima di andarsene.
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I giochi di Annie Cresta
Fanfiction70esimi Hunger Games. Annie Cresta è una ragazza tra le tante: ama la sua famiglia, il suo distretto e il mare. La sua vita è esattamente uguale a quella di chiunque e, paradossalmente, a Panem, vivere ignorati è il miglior lusso che ci si possa asp...