Come aria che respiro

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"Sono.. bellissima" esalò Annie.

Bellissima.

Era l'unica parola che le veniva in mente in quel momento: le sarebbe piaciuto fare la modesta. Anzi, stava già facendo la modesta.

"Sei un'artista Ty" disse, commossa. Il magone le bloccò il respiro in gola e dovette deglutire più volte perché la voce non le uscisse strozzata.

"No, sei tu l'artista. L'unica che avrebbe potuto indossarlo".

Annie sentì alle sue spalle un rumore sospetto. Si voltò e trovò i suoi tre preparatori sull'orlo delle lacrime: Jean-Claude si tamponava le guance con un fazzolettino rosa. Katherine, nonostante non avesse perso lo sguardo di superiorità che era solita a riservarle, non riuscì a nascondere un luccichio negli occhi. Marcus -che era riuscito a mantenere il maggior contegno- esibiva un sorriso orgoglioso.

"Sei stupenda, Annie" disse gentile.
La ragazza non poté far a meno di sorridergli. In fondo, era il più simpatico tra i tre.

"Sono io quella che dovrebbe farti i complimenti: se non fosse stato per te, sarei ancora depilata 50 e 50!".

Il ragazzo scoppiò a ridere, scuotendo il capo.

Con la coda dell'occhio, Annie non poté non notare lo sbuffo irritato da parte di Katherine e non si risparmiò di restituirle uno sguardo infuocato: la capacità della preparatrice nell'innervosirla era notevole .
Jean-Claude, invece, continuava a piangere senza ritegno, soffiando il naso nell'enorme fazzoletto di pizzo, nella perfetta imitazione di un barrito.

La ragazza si chiese distrattamente quale fosse l'orientamento sessuale dell'uomo e ponderò accuratamente l'idea che non fosse della sponda giusta. Le venne da sorridere: tutta la maschera del duro si era sciolta davanti ad una ragazzina di diciassette anni.

Ogni suo dubbio venne polverizzato quando nel camerino entrò un secondo uomo, decisamente attraente e piuttosto muscoloso. Avanzò con andatura elegante fino a Jean-Claude e lo avvolse tra le sue braccia. "I miei più sentiti complimenti, cherie" miagolò. "Su, su. Non mi sembra il caso di piangere, Jeanny continuò, tamponando le lacrime di Jean con un fazzolettino di lino.

"Phinias!" sibilò Katherine "Lo sai che non puoi entrare qui!! Nessuno può vederla prima della sfilata!".

Annie inspirò aria bollente tra i denti. Come si permetteva di comportarsi così con chiunque?!

"Non c'è nessun problema, Phinias" sorrise e lanciò un'occhiataccia alla donna "Se vuoi, sfilo solo per te". Si mosse sinuosamente e le catene tintinnarono intorno alle gambe magre.

L'uomo rise di gusto. "Grazie per l'offerta, ma credo mi godrò lo spettacolo tra il pubblico. Ti aspetto là" disse a Jean-Claude, baciandolo delicatamente sulla guancia.

Appena fu uscito, Katherine schioccò la lingua sul palato. "Almeno potrebbe evitare di farlo davanti a noi" commentò.

Le guance di Jean-Claude si tinsero di rosso ed abbassò lo sguardo al suolo.
"Ma come ti permetti?!" ringhiò Annie, indignata. "Chi sei per giudicare le persone?! Che diritto hai in più di Jean-Claude per poter criticare le sue scelte?!".
Era davvero schifata dal comportamento della donna. Nel suo Distretto aveva visto alcune volte dei ragazzi con preferenze diverse dall'usuale. Ma cosa c'era di diverso? Non conta chi ami, maschio o femmina, ma l'intensità del sentimento. Se è così puro e forte, allor che diritto hanno le persone di giudicare?

Katherine s'irrigidì. "Come osi..?".
"Non è questione di osare, ma di schierarsi dalla parte del giusto. Non ti vergogni di te stessa per quello che hai detto?".

I giochi di Annie CrestaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora