Ciò che siamo

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"Colpo di scena, gente! Colpo di scena!!" strillò al microfono Caesar, balzando sulla sedia e facendo fuoriuscire alcune ciocche arancioni dal codino. "La piccola Shana ha parato il colpo di Eva e..." si bloccò con la bocca spalancata e gli occhi fuori dalle orbite.

In quel preciso istante, venne inquadrato il pugnale d'oro impiantarsi nel collo della bambina.

Il conduttore non disse nulla, osservando gli occhi della piccola ragazzina velarsi della ormai nota patina della morte, prima di barcollare lievemente e cadere tra le braccia di Annie Cresta.

Così piccola.. così innocente.

Un'altra vita strappata dalle braccia della famiglia. Chissà cosa stava provando la madre, obbligata a fissare uno schermo e a trovarsi il volto della figlia morente.

Chissà..

Caesar sentì su di sé uno sguardo penetrante, glaciale. Come poteva non alzare gli occhi? Non avrebbe potuto ignorarlo.. d'altronde era lui.

Il presidente Snow lo fissò dall'alto del palco sul quale sedeva, le braccia incrociate al petto e una mano che reggeva un bicchiere di champagne. Tutto poteva sembrare tranquillo, se non fosse stato per l'espressione minacciosa che gli rivolse.

Continua a parlare.

Quel tacito ordine echeggiò tra loro come una cannonata. Non osò disubbidire: sapeva fin troppo bene cosa succedeva alle persone che osavano mettersi contro di lui. Come quella povera ragazza, Johanna Mason, l'affascinante ragazza dai tratti duri ed affilati e capelli corti e sbarazzini, vincitrice dei 64esimi Hunger Games.

Non avrebbe mai potuto dimenticare la giovane, coperta da un semplicissimo vestito marrone e verde, dall'aria aggressiva e dalla parola tagliente che, durante l'intervista conclusiva, aveva osato qualche battutina non troppo gentile nei confronti dello stesso presidente.

Fin troppo spesso, succedeva che un vincitore divenisse oggetto di desiderio da parte delle persone e che Snow lo invitasse a godere della compagnia degli uomini e delle donne di Capitol City, ma Johanna trasgredì le regole.

In poco tempo la famiglia del Tributo era morta in circostanze misteriose e, seppur velata, la minaccia del presidente Snow era andata a centro.

Il conduttore afferrò il microfono e si schiarì la gola,  picchiettandosi la fronte con un fazzoletto di lino azzurro.

"Spettacolare! Un gesto davvero nobile per la piccola Shana! Che la sua anima riposi in pace" disse sorridendo.

Vide il Presidente Snow stiracchiare un sorriso felino e tirò un sospiro di sollievo. Ci teneva alla vita, Caesar.

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Sono viva..

Fu il primo pensiero di Annie, a cavalcioni sul corpo senza vita di Eva.

Sentiva a malapena i suoni intorno a sé: il canto degli uccelli, lo scrosciare del fiume vicino, il rumore della foresta.. tutto sembrava come trasmesso su una frequenza radio sbagliata. 

Aveva il fiatone che le sconquassava il petto, o forse erano i singhiozzi disperati di chi è consapevole di aver avuto nelle mani il cuore di una persona e di aver stretto troppo il pugno. 

Le girava la testa; l'odore della morte, misto a quello del sangue, impregnava l'aria circostante. Era tutto rosso, così rosso da sembrare vivo. O erano fiamme?  Il sangue vermiglio imbrattava qualsiasi superficie: le guance sfondate di Eva, le sue labbra ceree, il suo petto, le braccia, il petto di Shana, i vestiti..

I giochi di Annie CrestaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora