"Non sei di mia proprietà"

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Buona lettura...

e possa la fortuna sempre essere a vostro favore

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Per tutta la durata di mercoledì, Annie non aveva fatto che pensare all'arrivo di Eliah, che le avrebbe chiesto di andare alla Festa del Raccolto con lui.

Tra l'altro, quasi nessuno chiedeva alle ragazze di accompagnarlo ad una festa del genere. Questo agitava ancora di più la ragazza.
Sapeva si sarebbe sentita in imbarazzo davanti a tutto il Distretto che vociferava che, oltre ad aver accettato l'invito del ragazzo, passava molto tempo in compagnia di Finnick. Non che fosse contenta, anche se sembrava proprio che il Casanova di Capitol City apprezzasse averla intorno.

La sera del giorno prima, dopo il turno di lavoro, l'aveva raggiunta per strada e si era offerto di riaccompagnarla a casa, con la scusa del buio.

"Non ho quattro anni" aveva risposto lei piccata.

Il ragazzo aveva sorriso beffardo "Sei ancora comunque piccola per camminare da sola la sera".

A quel commento le guance di Annie si erano colorate di rosso per la rabbia. "Abbiamo solo due anni di differenza!" aveva esclamato indignata.
Non sopportava questo comportamento iperprotettivo da parte di Odair. "Inoltre mi so difendere benissimo da sola!" aveva continuato col naso per aria ed un'espressione orgogliosa.

Al che, Finnick era scoppiato a ridere di gusto. Ci aveva messo un minuto buono per calmarsi, ma ancora aveva gli occhi che luccicavano sia per le lacrime che per il divertimento.

Annie si era offesa per quella mancata fiducia e, senza preavviso, aveva iniziato ferocemente a prenderlo a pugni sulle spalle. Nemmeno a dirlo, dopo trenta secondi già era stanca e i muscoli le facevano male.

Il ragazzo aveva ghignato, apparentemente senza provare il minimo dolore.

Al che, Annie si era arresa e aveva messo il broncio. "Solo perché hai dei muscoli di ferro. Ad un qualsiasi altro ragazzo avrei fatto male" aveva commentato altezzosa.

"Certo, saresti stata letale" aveva annuito lui, ancora ridacchiando. Poi il volto gli si era illuminato. "Muscoli di ferro, eh?" le aveva chiesto beffardo.

La ragazza era avvampata di nuovo. Arrossiva troppo frequentemente con lui, non andava bene questo. Per niente.

"Non vantarti e frena il tuo ego spropositato" aveva replicato per rimediare al danno.

"Ah ecco, mi sembrava strano" aveva fatto lui con un sorrisetto.

La ragazza aveva sbuffato. "Fammi andare a casa, Odair. In questo giorni in cui ci sei tu faccio più tardi io che il vecchio Gededia in stampelle".

"Tutto quello che vuoi, raggio di sole" le aveva detto, accarezzandole velocemente la guancia.

Davanti a casa, l'aspettavano i suoi genitori.

"Fantastico, sei un genio Odair" aveva sussurrato lei rabbiosamente.

Sua madre, appena l'aveva vista col ragazzo, aveva rilassato impercettibilmente le spalle e fatto la cosa più orribile del mondo di Annie.

"Vuoi fermarti a cena, caro?".

Il volto della figlia era sbiancato e si era voltata verso di lui con gli occhi spalancati, scuotendo impercettibilmente il capo.

Finnick aveva sorriso gentilmente e leggermente divertito dalla reazione di Annie.

Per un momento, il più orribile dell'universo, la ragazza aveva seriamente pensato che avrebbe accettato.
Poi, con un cenno della mano, aveva rifiutato. "Mi scusi, signora. Ma Mags mi aspetta per la cena e non credo sarebbe molto felice di mangiare da sola".

I giochi di Annie CrestaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora