La pantera di ghiaccio

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Come non riconoscere la cascata di capelli biondo platino? O gli occhi azzurri e gelidi come lastre di ghiaccio?

Davanti ad Annie, si stagliava la figura inconfondibile della ragazza del distretto 1.

"Non capisco se il tuo sia coraggio" sussurrò, inclinando lievemente la testa "o stupidità" e passò un dito sulla lama lucente della spada.

Si appoggiò alla parete metallica con un fianco ed incrociò le braccia al petto. "Non vuoi divertirti un po' con me?"

Annie decise di non rispondere e cominciò a spostarsi impercettibilmente verso l'entrata della Cornucopia: sapeva di non poter fuggire: non sarebbe mai stata abbastanza veloce per Eva, ma la prospettiva di rimanere all'interno della struttura, ad attendere la propria morte, non le parve un'opzione migliore.

"Sai, sapevo che saresti venuta" continuò, ignorando il suo silenzio. "Da quando ti ho vista per la prima volta a Capitol City, ho capito che eravamo legate: ero sicura che sarebbe finita così, anche se sinceramente speravo non accadesse così presto; mi sarebbe piaciuto se fossimo rimaste solo noi due: la Favorita del Distretto 1 e la cercatrice di perle. Ammetto di essere rimasta sorpresa dalla tua abilità fuori dal comune: solitamente, i Quattro sono dei tali idioti. Invece, tu te la sei giocata abbastanza bene, con quel ridicolo vestito da Parata e la commovente amicizia con il tuo compagno. Capitol City deve essere andata in fibrillazione, per averti visto superare la prima notte nell'Arena. Solo in pochi siamo stati in grado di guardare sotto a quella bella facciata di cera" sibilò, tagliente. 

"Perché, allora, avreste voluto dei tali idioti come alleati?" le domandò Annie. "A me sembrava che avrebbe fatto comodo l'aiuto di due perdenti del Quattro". 

Le guance di Eva si tinsero lievemente di rosa, ma non perse il suo sorriso agghiacciante e perverso. Sollevò gli occhi al cielo e fece roteare il coltello tra le dita. "Quella stupida di Luvinia pensava che sareste stati un buon affare, insieme al Sette. Credevamo di averlo quasi convinto, invece ho sentito che abbia preferito compagnie diverse" e le labbra perfette si stortarono in una smorfia di disgusto. "Contento lui. D'altronde, con al seguito quella patetica ragazzina, cos'altro avrebbe potuto fare? Sapeva bene che l'avremmo uccisa nel sonno. Gente come lei non dovrebbe nemmeno sopravvivere al parto". 

"Smettila!". 

Annie non avrebbe voluto ringhiare, ma l'allusione troppo eloquente nei confronti di Cara l'aveva infiammata. Osservò l'avversaria aprirsi in un ghigno perfido e capì che avrebbe dovuto di gran lunga rimanere impassibile. 

"Oh, coda di paglia, Quattro? A quanto pare, la vostra alleanza non si limita a quello, o mi sbaglio? Conti davvero su di loro? Ti rivelo un segreto: appena potranno, ti pianteranno un pugnale tra le scapole" e scoppiò in una risata gelida. 

"Sta' zitta!". La mano corse di nascosto al pugnale appuntato al fianco e sentì l'elsa aderire al palmo. 

"Così diventa tutto molto più divertente. Non ti preoccupare; una volta che ti avrò uccisa, i tuoi amichetti non tarderanno molto a raggiungerti sottoterra.

Con quella del Sette non dovrò neppure impegnarmi. Sinceramente" e le rivolse un'occhiata d'intesa "non so nemmeno come sia riuscita a sopravvivere al suo distretto. Patetica" e ridacchiò tra sé e sé.

Iniziò a spostarsi, lenta e sinuosa come una pantera: la sua immagine, riflessa contro le pareti a specchio della Cornucopia, veniva storpiata ad ogni movimento e si avvicinava inesorabilmente a quella di Annie.

"L'altro del Sette, Evan, non è per niente male, non trovi? " le strizzò l'occhio "ma se posso dirti la mia, non credo sia un grande combattente".

I giochi di Annie CrestaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora