E tu che ci fai qui?

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Le lezioni stavano per terminare quando il professore disse l'unica cosa che non avrei mai voluto sentire:
<Ragazzi, ricordate che oggi iniziano i corsi pomeridiani. Se non siete ancora iscritti a nessuno di essi, vi consiglio vivamente di recarvi, subito dopo le lezioni, al punto info per ulteriori informazioni.>
Non ero psicologicamente pronta per quello. Inoltre, dovevo parlare con la persona misteriosa del bigliettino, ma avevo talmente tante idee su chi potesse essere che alla fine avevo abbandonato ogni mio pensiero sul cercar di intuire qualsiasi cosa.
La campanella suonò e subito mi recai al cortile della scuola. C'era un continuo via vai di ragazzi, ma nessuno sembrava interessato alla mia presenza. Così, mi sedetti su una panchina e aspettai che la persona misteriosa si facesse avanti.
Aspettai per molti minuti quando vidi Elisabeth correre verso di me. Sperai con tutta me stessa che non fosse lei la persona misteriosa, ma, sfortunatamente, ogni mio pensiero era fondato. Si avvicinò a me, poi riprese fiato e cominciò a parlare:
<Vedo che hai ricevuto il mio messaggio.> disse lei sorridente.
<Sì. Fai in fretta perché ho altro da fare.> dissi io distaccata.
<Io lo so che tu mi odi e non ti biasimo per nessun motivo, ma ti prego. Perdonami. Io non volevo che Sonia ti picchiasse. Non volevo che accadesse tutto questo per colpa di una mia decisione. Non avrei mai voluto separarmi da te in questo modo, perché io ti considero una delle persone migliori della mia vita. Sei importante per me anche se abbiamo passato poco tempo insieme. Ti chiedo solo di perdonarmi. Ho fatto una stupidata e non so come altro rimediare se non chiedendoti scusa.> disse lei trattenendo a stento le lacrime.
Non potevo vederla così. È vero, la odiavo per quello che mi aveva fatto, ma in fondo le volevo bene e non aveva alcuna colpa. Aveva semplicemente seguito il suo cuore. Non potevo sopportare di vederla così.
<Va bene. Ti perdono.>
<Cosa?!>
<Ho detto che ti perdono.> dissi io ridendo.
<Davvero?! Oh Jessy mi sei mancata così tanto!> disse lei stringendomi in un abbraccio talmente forte da togliere il respiro.
<Ok, ok. Ora devo andare. Ho il corso pomeridiano. Ti voglio bene El.>
<Anch'io Jessy.>
Una volta congedata, rientrai a scuola e mi diressi al solito punto info per chiedere alcune informazioni sul mio corso.
Quel giorno, però, non c'era Patricia. Così, mi recai alla postazione con la signora più anziana che mi sembrava anche quella più amichevole.
<Buongiorno signora.>
<Oh, buongiorno cara. In cosa posso esserti utile?> disse lei con tono gentile.
<Volevo chiederle se mi potrebbe indicare la strada per la biblioteca in quanto devo iniziare il mio corso pomeridiano.>
<Oh, ma certo. Allora...Fammi pensare... Cammina per tutto questo corridoio, alla fine troverai una rampa di scale alla tua destra. Sali fino al terzo piano e gira a sinistra. È l'enorme portone in legno che ti ritroverai davanti. Comunque, il tuo corso inizia fra mezz'ora cara.>
<Grazie mille. Probabilmente prenderò un caffè. Buona giornata signora.>
<Anche a te, cara.> mi disse con un sorriso gentile, quasi materno. Andai al bar e nell'attesa presi un cappuccino. Quando ebbi finito mi avviai verso la biblioteca.
Quando arrivai mi ritrovai davanti ad un imponente portone in legno di mogano. Aprii una delle due porte e vidi una delle cose più belle della mia vita. La biblioteca occupava ben tre piani. Gli scaffali erano stra pieni di tomi di qualsiasi tipo. Da quelli più antichi e impolverati ai più recenti, dai libri storici a quelli fantasy, dai libri gialli a quelli rosa. Insomma di qualsiasi libro una persona necessitasse, lì lo avrebbe trovato.
Mi avviai verso una piccola cattedra con sopra un computer e una lampada che emanava una luce soffusa, quasi accogliente. Suonai il piccolo campanello che vi era appoggiato sopra e attesi. Qualche minuto dopo vidi spuntare da una porta un uomo abbastanza anziano con una lunga barba bianca.
<Buongiorno, tu devi essere Jessica.>
<Sì, sono io.>
<Bene cara. Sai, sei l'unica ad aver scelto questo corso, ma stai tranquilla non sarai sola. Presto arriverà un'altra persona che, però, è stata obbligata a frequentare questo corso.>
<Grazie mille per l'informazione. Posso chiederle una cosa?>
<Certamente cara, sono qui apposta.>
<Esattamente, io cosa devo fare.>
<Molto bene. Te lo spiegherò brevemente. Dovrai semplicemente mettere in ordine i libri restituiti in base all'ordine alfabeto e al genere a cui appartengono. Ogni libro è numerato e ogni scaffale contiene tot numero di tomi. Stai tranquilla, tutti i numeri sono segnati ai lati.> disse lui sorridendomi,<se qualcuno dovesse mancare è semplicemente in prestito. In tutti i giorni che verrai qui ti darò una lista con tutti i libri da mettere in ordine. I libri li troverai in un carrello all'ingresso della biblioteca, come quello.> disse lui indicando un enorme carrello bianco stracolmo di libri.
<Questa è la tua prima lista e quello che ti ho indicato in precedenza è il tuo primo carrello. Non appena arriverà l'altra persona, la manderò ad aiutarti. Ah, un'altra cosa. Per arrivare agli scaffali più alti ci sono delle scale che si trovano in quel rispostiglio.> disse l'uomo indicando una porta altissima.
<Grazie mille di tutto.> dissi io cordialmente.
<Di nulla cara. Buon lavoro.> disse l'uomo sorridendo.
Guardai la lista. Vi erano scritti almeno mille differenti titoli. Così, mi misi al lavoro. Cominciai sistemando quelli negli scaffali più bassi. Facevo molta fatica dal momento che avevo una mano ingessata e non vedeva l'ora che l'altra persona arrivasse per aiutarmi. Non potevo prendere la scala e l'uomo anziano non poteva aiutarmi in quanto era svanito come nel nulla. Così mi arresi e continuai a mettere tutti i libri che potevo, cancellando, poi, i vari titoli dalla lista.  Stavo lavorando quando qualcuno arrivò dietro di me e mi parlò:
<Eccola qui la nostra lavoratrice. Sai ti stavo cercando. Questa biblioteca è talmente grande e tu talmente piccola che sei invisibile.> disse sogghignando.
Mi voltai e lo vidi. Non potevo crederci. Era ovunque.
<E tu che ci fai qui?>

Cruel || Dylan O'Brien Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora