Ultimo giorno

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Gli ultimi giorni di vacanza passarono tranquillamente. I ragazzi si fermarono a Manhattan per tutta la settimana e ci godemmo completamente i momenti che ci restavano prima di tornare alla solita routine scolastica.
Il giorno della partenza arrivò come una doccia fredda. Speravo in tutti i modi che il tempo smettesse di scorrere per evitare che arrivasse la fatidica data, eppure nulla sembrò funzionare.
Quella mattina mi svegliai presto. Volevo fare ancora alcune cose prima di prendere l'aereo. Lasciai un bigliettino a Dylan ed uscii dalla camera.
Una volta per strada la brezza mattutina mi avvolse facendomi rabbrividire per lo sbalzo di temperatura. La neve scendeva ancora ininterrottamente posandosi dolcemente sui cumuli ammassati ai lati delle strade dove, ormai, quest'ultima non era altro che una poltiglia di un colore tendente al marroncino.
Per strada, la gente si scambiava saluti e abbracci salutandosi prima di andare in ufficio o di entrare in un bar per fare colazione.
Mi fermai a prendere un caffè in un barettino molto semplice e poi ripresi il mio cammino.
La mia meta era un grandissimo centro commerciale. Avevo bisogno di comprare dei vestiti nuovi. I miei erano tutti infeltriti e troppo estivi. Infatti, fatta eccezione per un giubbotto pesante e qualche maglioncino, non avevo nulla di invernale.
Appena entrata non potei far altro che restare a bocca aperta. Il centro commerciale era immenso, pieno di qualsiasi tipo di negozio differente. Qualsiasi cosa una persona cercasse, lì l'avrebbe trovata sicuramente dopo essersi persa almeno tre volte.
Cercai una mappa da qualche parte e appena la trovai cominciai a consultare tutti i vari negozi.
Dopo aver scelto quelli che potevano interessarmi di più e alcuni di cui non conoscevo nemmeno l'esistenza, mi fiondai a capofitto nella ricerca di qualche outfit.
Entrai in un'infinità di negozi e comprai di tutto e di più, fin quando non mi imbattei in un negozio di abiti da sposa.
Esposto in vetrina vi era un bellissimo abito a sirena color avorio, con degli inserti in pizzo e maniche lunghe che lo rendevano ancora più regale di quanto già non apparisse sul manichino. Restai lì a guardarlo per un tempo che mi parve infinito finché qualcuno non mi distrasse dai miei pensieri.
<Non pensi sia un po' troppo presto per il matrimonio?>
Mi girai e incontrai il volto sorridente di Jake.
<Oh, Jake. Ahah, sì certo. È solo che è veramente bellissimo. Mi piacerebbe indossarne uno così al mio matrimonio.>
<Perché non lo provi?>
<Cosa? Stai scherzando?>
<No, dai entriamo.>
<Jake, no, non posso.> dissi io cercando di andarmene. Tuttavia egli afferrò il mio braccio e mi trascinò dentro il negozio.
Una commessa dal viso gentile ci accolse con un sorriso smagliante.
<Buongiorno cari. Cosa posso fare per voi?>
<La signorina vorrebbe provare il vestito a sirena esposto in vetrina.>
<Ottima scelta signorina. Poi, ha il fisico perfetto per questo taglio. Intanto la faccio accomodare in camerino. La raggiungerò a breve con il vestito e un paio di scarpe.>
<Io in verità...> cercai di dire, ma la commessa se n'era già andata.
Mi chiusi in camerino pensando al casino in cui mi ero cacciata. Ero troppo giovane per provare un abito da sposa. Io e Dylan stavamo insieme da troppo poco per pensare già al matrimonio. E se mi fosse piaciuto il vestito? Cosa avrei fatto in quel caso? Di certo non avrei potuto comprarlo così su due piedi considerando anche il fatto che, molto probabilmente, sarebbe costato quanto un affitto.
La signora entrò nel camerino interrompendo il mio monologo.
<Bene cara, raccontami un po'. Il ragazzo qui fuori è il tuo fidanzato?>
<Oh, no no signora. Il mio fidanzato è a casa. Lui è un mio amico.>
<E dimmi, fra quanto è il matrimonio?>
<In verità non ci stiamo per sposare. Passavo davanti alla vostra vetrina e mi sono imbattuta in questo bellissimo abito. Poi ho incontrato il mio amico e mi ha convinta, diciamo, ad entrare e provarlo.>
<Oh, capisco. È la prima volta che mi capita, ma come si suol dire "c'è sempre una prima volta"> disse lei ridacchiando mentre chiudeva gli ultimi bottoni del corsetto.
<Ecco fatto cara. Che ne dici di uscire e farti vedere dal tuo amico?>
Restai in silenzio a fissare il mio riflesso nello specchio. L'abito era bellissimo. Era anche più bello di quanto immaginassi. E, per assurdo, mi sentivo un vera sposa.
Sentii qualcosa di caldo scorrere lungo la mia guancia. Stavo piangendo per l'emozione e mi sentii a disagio tanto che cercai di nascondere il volto.
<Cara, non c'è problema. Ne vedo di tutti i giorni di giovani ragazze che si innamorano di un vestito da sposa. È un'ottima cosa. Ora usciamo, va
bene?>
Mi accompagnò fuori aiutandomi a tenere lo strascico.
Arrivai davanti a Jake che mi guardò stupito.
<Allora? Che ne pensi? Tu che tanto hai insistito perché io lo provassi.>
<Sei bellissima Jessica. Se Dylan ti vedesse potrebbe inginocchiarsi in questo preciso istante e chiederti di sposarlo subito. Almeno, questo è quello che farei io.> disse lui squadrandomi e facendomi arrossire.
<Grazie Jake, lo prendo come un complimento.>
<Hai intenzione di acquistarlo?>
<Purtroppo, credo proprio di no. Non sono ancora pronta ad avere un abito da sposa nell'armadio. Mi si spezza il cuore a lasciarlo qui, ma non posso fare altro.>
Tornai in camerino, guardai un'ultima volta il mio riflesso nello specchio passando per l'ultima volta le mani lungo il vestito per sentire il morbido pizzo ed infine lo tolsi lasciandolo in mano alla commessa che ringraziai di cuore per la pazienza.
Tornai da Jake ed insieme uscimmo dal negozio per poi fare un altro giro per il centro commerciale.
<Allora, pronta a tornare a scuola?>
<Per niente, al solo pensiero di dover tornare a studiare mi viene voglia di sparire per sempre e abbandonare tutto.>
<Capisco, io invece sono preoccupato per Dylan.>
<Perché?>
<I suoi voti sono calati di molto e rischia di essere cacciato dalla squadra se non fa qualcosa per sistemare la situazione.>
<È così critica la situazione?>
<Purtroppo sì. Io ho provato ad aiutarlo, ma è troppo cocciuto. Non mi ascolta mai. Non voglio perderlo. Siamo in squadra insieme dalle medie e senza di lui mi annoierei da morire.>
<Capisco, cercherò di aiutarlo anch'io così eviteremo che vi separiate, va bene?> dissi io sorridendogli per poi continuare a camminare e a chiacchierare con lui sull'infanzia di Dylan. Mi sentivo bene con Jake e la cosa cominciava a piacermi.

Cruel || Dylan O'Brien Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora