Il mio cuore batte per te

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Ci staccammo da quel bacio che entrambi avevamo aspettato per tanto. Un bacio vero e pieno di passione e amore che ormai era cresciuto in entrambi.
Lo guardai intensamente, persa nei suoi occhi accesi da una certa malizia.
<Sei bellissima Jess.> disse di punto in bianco.
Abbassai lo sguardo arrossendo e sorridendo imbarazzata, ma lui appoggiò il suo pollice sul mio mento facendomi alzare lo sguardo tornando a guardarlo negli occhi.
<Sei bellissima anche quando arrossisci, perciò non abbassare mai più lo sguardo quando sei con me.>
disse e riprendemmo a baciarci con più foga e desiderio di qualcosa in più da parte di entrambi.
Ci alzammo ed io allacciai le gambe intorno alla sua vita. Lui appoggiò le mani sul mio sedere stringendolo leggermente ricevendo da parte mia un gemito che cercai di trattenere per evitare di sembrare una bambina dal momento che ero abbastanza inesperta in quel campo essendo la mia prima volta.
Camminò fino al mio letto per poi appoggiarmi sopra di esso con lui ancora intento a baciarmi.
Cominciò a lasciarmi dolci baci sulla mascella per poi scendere sul collo cominciando a morderlo e a succhiarlo.
Poi tornò sulle mie labbra, ma entrambi intuivamo che non bastava tutto quello.
<Jess, è la tua prima volta?>
<Ehm... No, cioè sì, cioè, volevo dire... Sì.> dissi io coprendomi il volto rosso con le mani.
Dylan me le scostò dal viso e riprese a parlare:
<Ti ho già detto di non coprirti quando arrossisci. Comunque, cercherò di fare piano e ti guiderò nei movimenti. Tu devi solo rilassarti e lasciarmi fare. Ti fidi di me?>
<Sì.>
Mi tolse la maglietta del pigiama lasciandomi in reggiseno.
Arrossii violentemente. Nessun ragazzo mi aveva mai vista mezza nuda, solo mio fratello quando eravamo più piccoli e alcuni ragazzi quando mi capitava di andare al mare e di indossare un costume, ovvero raramente.
Poi prese le mie mani e le appoggiò sul lembo della sua maglia.
Intuii che dovessi toglierla. Così, con il suo aiuto, gliela tolsi e mi ritrovai davanti uno spettacolo meraviglioso.
Sapevo già che Dylan era bellissimo, ma a petto nudo con gli zigomi arrossati e le labbra gonfie lo era anche di più. Rimasi incantata a guardare quel suo petto scolpito fin quando non notai le sue cicatrici. Quelle che suo padre gli aveva procurato. Erano cinque o sei ed erano molto lunghe.
Avvicinai la mano ad una di esse e con l'indice percorsi tutta la sua lunghezza. Dylan prese la mia mano e la appoggiò all'altezza del suo cuore.
<Il mio cuore batte solo per te. Questo è l'effetto che mi fai. Tu mi tieni in vita. Tu sei la mia vita.>
Poi, tutto successe in un attimo e facemmo l'amore.
Mi appisolai sul suo petto disegnando piccoli cerchi immaginari mentre lui mi passava la mano fra i capelli.
<Dylan...>
<Sì piccola?>
<Ti amo.> dissi io in un sussurro.
<Anch'io principessa.>
<Grazie per questo regalo di Natale. Grazie per essere venuto da me stanotte, grazie per essere venuto a prendermi, grazie per aver esternato i tuoi sentimenti e per avermi raccontato un pezzo della tua infanzia, grazie per avermi amata oggi e per avermi fatta sentire finalmente amata. Ti amo Dylan, davvero. Con tutta me stessa. E mi piace più quando mi chiami piccola di quando mi chiami ragazzina.> dissi io meritandomi una risatina da parte sua.
<Stasera ho in mente una cosa. Tu devi solo vestirti in maniera carina, al resto ci ho pensato tutto io. Vedrai, ti piacerà. Ne sono sicuro.>
<Va bene, ma non è nulla di esagerato vero?>
<No, stai tranquilla. Io vado. Mi faccio una doccia e poi vado a mangiare qualcosa. Dovresti farlo anche tu. Passo a prenderti alle otto in punto stasera. Ci vediamo dopo piccola.> disse lui lasciandomi un bacio in fronte.
<A dopo Dylan.>
Si rivestì ed uscì dalla mia stanza.
Mi alzai, ma facevo molta fatica a stare in piedi.
Sentivo il corpo pesante, soprattutto le gambe, ma pensai fosse dovuto a ciò che avevo fatto precedentemente.
Raggiunsi il bagno e mi chiusi in doccia ripensando a tutto ciò che mi era successo nelle ultime ore.
Non riuscivo a credere che il ragazzo che amavo provava i miei stessi sentimenti e che avevo fatto l'amore per la prima volta proprio con lui.
Restai per un'oretta buona dentro la doccia, ma alla fine decisi di uscire per andare a mangiare qualcosa.
Mi asciugai i capelli e mi vestii in fretta, poi scesi in mensa.
Fortunatamente trovai ancora qualcosa da mangiare e mi sedetti ad un tavolo.
Non c'erano molte persone, ma quelle poche che c'erano sembravano felici nonostante stessero passando il loro Natale a scuola.
Finii di mangiare e decisi di uscire in cortile per fare un po' di chiamate.
Chiamai per primo mio fratello e la sua ragazza, poi chiamai Michael che mi passò anche Jake, chiamai Elisabeth e alla fine decisi di chiamare i miei genitori. Composi il numero di mia madre sperando che non stesse lavorando e fortunatamente la trovai libera.
<Ciao amore mio. Buon Natale. Come stai? Dove sei? Con chi sei? È da un po' che non ci sentiamo e non parliamo. È successo qualcosa di bello?>
<Ciao mamma. Quanto domande. Buon Natale anche a te. Io sto bene e tu? Sei su un aereo? Io sono a scuola, il mio volo per Manhattan è stato annullato a causa di maltempo e partirò domani. Sono qua con Dylan e devo rivelarti una cosa.>
<Dimmi tutto tesoro.>
<Lui si è dichiarato e abbiamo fatto l'amore mamma. È stato bellissimo.>
<Amore mio, sono felicissima! Finalmente la mia bimba è uscita dal suo guscio. Hai fatto attenzione vero.>
<Certo mamma!Per chi mi hai preso?>
<Beh, non si sa mai. Comunque, non sono su un aereo. Ho raggiunto tuo padre in Russia e ora siamo a fare un giro a Mosca. Se vuoi te lo passo.>
<Va bene, grazie mamma.>
<Di nulla tesoro, ti voglio bene.>
<Ciao Jessica, buon Natale.>
<Ciao papà, anche a te.>
<Ho sentito un po' della vostra conversazione e ti avviso. Io voglio conoscerlo prima che voi facciate altre cose senza il mio consenso.>
<Pensi che noi non faremo niente nei sei mesi in cui tu sei a Mosca? Per favore papà, evita di fare il padre interessato perché non ti si addice. Ora devo andare, ho delle cose da fare. Saluta la mamma.>
<Oh, okay. Ti saluta anche lei e dice di salutare Dylan da parte sua.>
<Va bene, ciao papà.>
Chiusi la telefonata e tornai in camera e cominciai ad andare in panico per come mi sarei dovuta vestire quella sera.
Alla fine optai per un vestito nero e lungo con un scollo a V sulla schiena e delle décolleté nere.
Alle otto precise sentii bussare alla mia porta ed aprii.

Cruel || Dylan O'Brien Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora