Siamo solo migliori amici

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<Mike? Dimmi pure.> dissi io un po' scombussolata.
<Non qui. Sai, anche i muri hanno le orecchie in questa scuola. Vieni con me.>
Mi prese per il polso e mi trascinò nella sua camera. Entrammo e notai subito l'arredamento. Era molto elegante, quasi femminile. Le pareti erano bianche. I mobili erano molto moderni, anch'essi bianchi con le rifiniture nere. Il divano in pelle era nero e anche la poltrona. Più che una stanza sembrava uno studio.
<Di cosa dovevi parlarmi?> dissi io sedendomi sul morbido divano.
<Di quello che mi hai detto stamattina.> disse lui serio.
<Intendi il fatto che sono innamorata di Dylan?>
<Esatto. Dimenticatelo. Cancellalo dalla tua mente. Rimuovilo completamente. Non deve esistere per te.>
Non riuscivo a capire perché Michael mi stesse dicendo quelle cose. Io gli avevo detto che mi ero innamorata e lui stava distruggendo i miei sentimenti.
<E perché mai dovrei farlo?>
<Perché lui è pericoloso. È un menefreghista senza cuore. Uno che se ne sbatte altamente dei sentimenti altrui e che usa le ragazze a suo piacimento. Non voglio vederti distrutta a causa sua e del suo comportamento. Non ce la farei.> disse lui abbassando il capo.
La dolcezza di quel ragazzo riusciva tutte le volte a spiazzarmi. Venivo sempre prima io per lui. Sembrava quasi innamorato di me, ma abbandonai subito quel pensiero. Eravamo solo migliori amici e fra migliori amici ci si vuole bene come fra due fratelli.
Presi il suo volto tra le mani, lo alzai e fissai i miei occhi nei suoi.
<Mike, so che tu mi vuoi bene e sono felice del fatto che tu mi stia proteggendo in tutti i modi possibili, ma, purtroppo, non posso cambiare i miei sentimenti nei confronti di Dylan. Lo amo e ne sono sempre più convinta, ma sono anche consapevole del fatto che io non sia nulla ai suoi occhi. Sono pari a zero. Ora sta con Elisabeth e credo siano anche felici. Per questo non hai bisogno di preoccuparti.> dissi io sorridendo dolcemente e sentendo le lacrime rigare le mie guance.
Lui mi sorrise e asciugò le mie lacrime, poi, si sdraiò sul divano e mi fece cenno di sdraiarmi vicino a lui. Feci come mi aveva chiesto e ci addormentammo uno abbracciato all'altra.
Mi svegliai a causa del sole che irrompeva nella stanza. Era sabato e, fortunatamente, non avevamo lezione. Così, decisi di approfittarne per andare a visitare la città. Stavo pensando a come programmare la giornata quando qualcosa, anzi qualcuno, si mosse dietro di me. Mi voltai e vidi il viso angelico di Michael intento a dormire. Gli occhi chiusi e la bocca leggermente aperta erano un'immagine paradisiaca. Eh già, avevo proprio un migliore amico bellissimo. Rimasi a fissarlo per molti minuti, quando i suoi occhi cominciarono a dischiudersi lentamente. Una volta aperti incontrarono i miei, che lo stavano fissando già da tempo.
<Buongiorno meraviglia.> disse lui con la voce impastata dal sonno.
<Buongiorno migliore amico.> dissi io sorridendo.
<Sei sveglia da tanto?>
<No tranquillo.>
<Che ore sono?> disse lui stiracchiandosi.
<Sono le nove e oggi è sabato.>
<E scommetto che tu hai in mente qualcosa da farmi fare giusto?>
<Sì, sempre che non ti dia fastidio.>
<Assolutamente no.> disse sbadigliando.
Ci alzammo dal divano, che era comodissimo, o forse avevo dormito bene solo perché avevo dormito con un cuscino umano che mi dava conforto e protezione.
<Se hai bisogno del bagno è la seconda porta a destra.> disse lui sorridendo.
Mi diressi verso il bagno e entrai. Anche il bagno era molto elegante, sempre sui toni del bianco e del nero. Mi sciacquai la faccia e mi sistemai i capelli in una crocchia disordinata. Poi tornai in sala. Michael mi stava aspettando seduto sul divano con di fronte un vassoio con la colazione. Lo raggiunsi e mi sedetti di fianco a lui. Poi cominciammo a mangiare.
<Allora, cosa avevi intenzione di fare oggi?>
<Volevo fare un giro in città e fare un po' di shopping.> dissi sorridendo.
<Ma per questo c'è Elisabeth. È o no la tua migliore amica?>
<Lo so, ma non me la sento ancora di riallacciare tutti i rapporti con lei. Non ho ancora superato del tutto l'incidente.>
<Va bene. A che ora ci troviamo?>
<Fra un'ora davanti al portone della scuola.>
<Okay, e vedi di essere puntuale. Odio aspettare.> disse lui ridendo.
<Sei peggio di una donna.> dissi io ridacchiando, <Ci vediamo dopo.> dissi lasciandogli un bacio sulla guancia.
Uscii dalla sua camera e mi diressi verso la mia. Entrai e subito mi fiondai in bagno per farmi una doccia. Ovviamente ci misi moltissimo a causa del solito gesso che avrei tolto il giorno seguente. Uscita dalla doccia, mi asciugai rapidamente i capelli che diventarono leggermente mossi. Poi, mi diressi verso la mia camera. Aprii l'armadio e presi una gonna a vita alta nera con un top bianco. Misi le scarpe, mi truccai velocemente con del mascara, infilai in una borsetta il cellulare, le chiavi della camera, il portafoglio e uscii dalla camera correndo. Fortunatamente, arrivai davanti al portone alle dieci precise dove trovai Michael ad aspettarmi. Mi porse il suo braccio. Accettai volentieri la sua proposta ed uscimmo dalla scuola. L'aria fresca ci invase non appena fummo fuori. C'era un continuo via vai di persone. Ci incamminammo a braccetto. Per tutta la mattinata non facemmo altro che camminare, chiacchierare e ridere. Qualche volta scattavo delle foto col mio telefono e in alcune eravamo ritratti noi due intenti a sorriderci. Sembravamo una coppietta. Dopo ore di camminata, ci sedemmo su una panchina. Stavamo parlando quando una signora piuttosto anziana ci parlò:
<Come siete carini ragazzi. Siete proprio una bella coppia.> disse lei sorridendo.
<Beh...No...Ecco...Vede...Noi siamo solo migliori amici.> dissi io, che nel frattempo stavo morendo dall'imbarazzo. Mi voltai verso Michael e vidi che anche lui era nella mia stessa situazione.
<Oh, che peccato. Sareste una bella coppia.> disse e poi se ne andò.
Fra me e Michael calò il silenzio, probabilmente causato dall'imbarazzo. Dopo un po' interruppe il silenzio.
<Che ne dici di bere qualcosa? Facciamo un frappuccino da Starbucks?>
<Va bene. Ci sto.> dissi io sorridendo.
Ci alzammo dalla panchina e ci dirigemmo allo Starbucks che non era molto distante da noi. Appena entrammo vidi una cosa che mi lasciò senza fiato. Cosa ci faceva lui lì con lei?

Cruel || Dylan O'Brien Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora