Delusioni

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<E...> la incitai io.
<E, beh, non so cosa gli sia successo e ancora non capisco il perché della sua risposta...>
<Vai al sodo, per favore.> la interruppi io.
<Ok.> rispose lei, <ha detto che a lui va bene. Ti rendi conto! Mi ha detto che io posso essere la sua ragazza!>
Ero incredula, o forse non volevo crederci.
<Ma sei sicura che lui abbia appreso a pieno i tuoi sentimenti?> chiesi io ancora sbalordita dalla precedente affermazione della mia migliore amica.
<Beh, sinceramente penso di essere stata il più diretta possibile. Gli ho detto esplicitamente che lo amavo da più di un anno e lui mi ha detto che era da un po' che le cose fra lui e Sonia non andavano più bene. In quel periodo aveva cominciato a guardarsi in giro e aveva cominciato a vedermi non più come, semplicemente, una della compagnia, ma bensì come una potenziale ragazza. Ha persino aggiunto che avevo tutte le caratteristiche per esserlo. Ti rendi conto?! In quel momento ero la persona più felice sulla faccia della terra.>
Non le parlai. Non volevo parlarle. Mi sentivo tradita e ancora una volta il mondo intero aveva deciso di fare affidamento sulle mie spalle che, però, non riuscivano più a sopportare tutto quel peso. La mia migliore amica si era messa con il ragazzo di cui probabilmente, molto probabilmente ero innamorata. Non la volevo più vedere.
Quindi, fammi capire bene. Tu sei arrabbiata con la tua migliore amica perché pensi ti abbia fatto un torto, giusto?
Esatto.
E dimmi un po'. Secondo te, genio, lei lo sapeva che tu sei innamorata di Dylan?
Ah, beh...Ehm... No. Hai ragione. Non poteva saperlo.
Forse, prima di accusare, dovresti pensare alle stupidate che elabori con questo tuo cervellino. 
Ho capito. Ho fatto l'ennesimo errore e tu hai ragione come al solito.
Fu la voce di Elisabeth a distrarmi da quel monologo con me stessa:
<Tesoro, ora devo andare. Tu riposati, domani tornerò a trovarti. Promesso.>
Detto questo uscì dalla stanza lasciandomi per davvero sola. Quella giornata mi aveva distrutta, sia emotivamente che fisicamente, così non potei far altro che lasciarmi andare tra le braccia di Morfeo. Mi risvegliai il giorno seguente che era circa mezzogiorno e non avevo voglia di far nulla. In testa avevo un bel bernoccolo, che al solo pensarci mi faceva male. L'infermiera mi disse che nel pomeriggio sarei potuta, finalmente, tornare in camera mia. L'ora X arrivò in fretta. Raccattai le mie cose, salutai l'infermiera e mi diressi alla mia stanza. Per il corridoio incontrai Michael intento a parlare con Jake, che nel frattempo mi aveva rivolto un sorriso, cosa che mi parve abbastanza strana, ma in quel momento non avevo voglia di soffermarmi sui minimi particolari e ricambiai il suo sorriso. Michael si congedò dall'amico e mi raggiunse:
<Come stai oggi meravigliosa?>
<È mai possibile che tu mi chiami con un nomignolo differente ogni volta che mi vedi?> dissi io ridacchiando.
<Ti da fastidio?> chiese lui.
<No, solo non riesco a comprendere da dove tiri fuori tutta la fantasia per questi appellativi.>
<Oh, io ho molte doti che tu non conosci.> disse lui altezzoso.
<Sarà un vero onore scoprirle.> dissi io ridendo.
<Non è che mi daresti una mano a portare le mie cose?> chiesi io dopo aver ripreso fiato dalla risata.
<Ma quali cose?! I vestiti ce li hai addosso e l'unica cosa che potrei portarti è il cellulare, ma quello ce la fai benissimo a portarlo tu.> disse lui ridendo.
<Beh, allora porta me in stanza.> dissi io facendo gli occhi da cucciola.
<Sei proprio una pigrona. Non credere che solo perché stai male sarò il tuo servo personale.> disse lui. Poi mi prese in braccio come si fa con una sposa e attraversammo tutto il corridoio fino alla mia stanza. Scesi dalle braccia possenti del mio migliore amico, lo salutai ed entrai in camera che però era vuota. Decisi di farmi una doccia dal momento che, tra una balla e l'altra, non mi facevo una doccia da circa un giorno e mezzo. Entrai in bagno, ma fu un particolare a farmi preoccupare enormemente. Il telefono di Sonia era lì, a lato del lavandino, ma lei non c'era ed ero abbastanza sicura di non averla mai vista senza il suo amatissimo smartphone. Uno strano pensiero mi attraversò la testa. Non ero mai stata molto amica di Sonia, ma ero sicura del fatto che fosse innamorata persa di Dylan e avrebbe fatto di tutto pur di averlo per sé. Pensai subito che Elisabeth potesse essere in pericolo, così mi precipitai alla sua camera. Bussai più e più volte. Dopo minuti che mi parvero interminabili sentii un urlo provenire dall'altro lato della porta ed ero abbastanza sicura che fosse la voce di Elisabeth. Così, aprii la porta e quello che mi apparve mi uccise. La mia migliore amica era, letteralmente, su Dylan e in quel momento realizzai che il suo non era un urlo di preoccupazione. Sbattei la porta incavolata nera pensando al fatto che quei due si erano messi insieme il giorno prima e lui era già finito nel suo letto. Uscii prima ancora che Elisabeth potesse fermarmi e corsi il più lontano possibile da quella scena. Avevo constatato che il mondo, oltre che a fare affidamento sulle mie spalle, aveva anche deciso di mandarmi tutti i dispiaceri possibili e immaginabili. Aveva deciso, a poco a poco, di distruggermi. Vagai per la scuola come un eremita fino a quando non arrivai ad una scalinata più piccola e stretta delle altre. Salii ed arrivai ad una botola in legno. La aprii e mi ritrovai sul tetto della scuola. Il panorama era bellissimo. Potevo vedere l'intera città e anche oltre. Le persone apparivano minuscole da quella altezza e mi sembrava quasi di poter toccare il cielo con un dito. Presi il telefono e feci una foto a quel panorama bellissimo che cominciava a sfumarsi dei colori del tramonto. Il sole rosso, fisso all'orizzonte, sembrava un enorme palla di fuoco pronta ad esplodere e a travolgere tutto e tutti con il suo colore e la sua luce. In quel momento decisi di chiamare l'unica persona di cui mi fidavo davvero. Digitai il numero e la persona dall'altro telefono mi rispose dopo due squilli:
<Ciao, ho bisogno di parlarti. Ho bisogno di un tuo consiglio. Ho bisogno di te.>

Cruel || Dylan O'Brien Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora