Traditore

1.4K 71 12
                                    

Mi risvegliai nella mia camera, sotto le coperte con in fronte un panno bagnato.
Ero svenuta come mio solito. Non avevo mai avuto le difese immunitarie molto forti infatti ero solita ammalarmi quasi sempre.
I capelli erano asciutti e i vestiti cambiati. Di fianco a me, sul comodino, c'era una tazza di tè ancora fumante.
Cercai di mettermi dritta e bevvi il tè.
Mi sentii immediatamente rigenerata così decisi di alzarmi e di andare a cercare Jake dal momento che stavo parlando con lui quando svenni. Arrivai davanti alla porta della cucina dalla quale proveniva una voce maschile. Entrai e mi ritrovai davanti la figura di Michael intento a parlare al telefono con qualcuno rassicurandolo e dicendogli di stare tranquillo.

Chiuse la telefonata e pose il telefono sul tavolo. Poi, si passò una mano fra i capelli e sbuffò leggermente. A quel punto mi schiarii la voce attirando così la sua attenzione.
<Jessi, tesoro, come stai? Dio, prima o poi mi farai venire un infarto. Ti avevo detto di non uscire, ma ovviamente tu fai sempre di testa tua.> disse lui appena mi vide.
<Tranquillo Mike, ora sto bene davvero. Probabilmente ero ancora stanca dal viaggio e l'accoppiata freddo-stanchezza non è stata vincente. In effetti, non sono mai stata davvero molto forte dal punto di vista difesa immunitaria quindi tranquillo veramente.> dissi io ridacchiando.
<Va bene Jessi. Ah, comunque non ho detto nulla a Dylan dell'accaduto. Sarà il nostro piccolo segreto, va bene?>
<Oh Mike, non so come farei senza di te davvero. Sei semplicemente fantastico. Il migliore amico che tutte le ragazze vorrebbero.> dissi io abbracciandolo e lasciando che mi accarezzasse i capelli.
<Così mi lusinghi. Senti, oggi passiamo una giornata solo io e te tra serie tv, cioccolata calda, marshmallows e schifezze varie. Abbiamo del tempo da recuperare.>
<Assolutamente d'accordo. Non si rifiuta mai una giornata all'insegna del poltrire più totale.>
Passammo così l'intera giornata, chiacchierando, mangiando, ridendo e spettegolando sui vari personaggi delle duemila serie tv che abbiamo guardato.
Mentre guardavamo uno dei tanti polpettoni rosa che circolano su internet mi sorse spontanea una domanda.
<Mike, scusa l'indiscrezione, ma perché non mi parli mai della tua vita sentimentale? Mi stai nascondendo qualcosa?> dissi io con un sorriso beffardo sul volto.
<Nulla Jessi. Semplicemente non ho nulla da raccontare, e poi, la tua vita sentimentale è molto più interessante della mia. La tua è piena di colpi di scena mentre la mia è quasi inesistente.>
<Andiamo, non ci credo che ad un ragazzo bello, gentile, premuroso, attento ai sentimenti ed esigenze degli altri, disponibile e sempre presente come te non piaccia nessuno.>
<Non ho mai detto che non mi piaccia nessuna ragazza, signorinella. È un'affermazione alla quale sei giunta da sola.>
<Cosa?! Chi è? La conosco? Viene nella nostra scuola? Com'è?
<Frena, Frena, Frena. Troppe domande in troppo poco tempo. Allora, non la conosci e non viene nella nostra scuola. È una ragazza fantastica. Bella, dolce, gentile, piena di intrighi e dal sorriso smagliante, dal viso dolce, dai lunghi capelli castani e dagli occhi ambrati.> disse lui con lo sguardo sognante.
<Sembra una ragazza meravigliosa in tutto e per tutto Mike. E tu sembri innamorato perso.>
<Lo è Jessi. Vi somigliate tanto sai. Penso che se doveste conoscervi diventereste immediatamente amiche. L'unico problema è che lei al momento è impegnata in una relazione ed io non ho speranze. Tuttavia, a me basta anche solo guardarla per sentire mille farfalle nello stomaco e mi basta vederla sorridere per essere felice perché se è felice lei, lo sono anch'io ed è questo ciò che conta.>
<Hai ragione Mike. Non sa cosa si sta perdendo. Ma sono sicura che si accorgerà di te e del ragazzo fantastico che sei.>
<Lo spero Jessi. Senti, potresti dirmi che ore sono?>
<Certo, sono le sei e mezza.>
<Merda, sono in ritardo per gli allenamenti. Il coach mi ucciderà se tardi un'altra volta. Mi ha fatto molto piacere passare il pomeriggio così con te. Era un po' che non stavamo insieme e mi mancava parlare con te.>
<Grazie a te Mike di tutto. Anche a me serviva proprio passare del tempo con te.>
<Bene, io vado. Ci vediamo domani a lezione. Mi raccomando, puntuale.>
<Sarò puntuale come un orologio svizzero a differenza tua. Ora corri.>
dissi io ridendo e salutandolo.
Quando Mike fu fuori dalla mia camera scese su di essa un alone di tristezza. Era come se l'anima della stanza se ne fosse andata e avesse lasciato solo silenzio e solitudine. Michael era sempre così solare e sorridente e portava sempre gioia ovunque andasse.
Non mi andava di stare in camera da sola. Provai la febbre e, dopo aver constatato che non ne avevo, decisi di uscire a fare un giro. Mi vestii a strati in modo tale da no sentire freddo ed indossai le scarpe. presi anche i vestiti di Dylan della sera precedente con l'intento di restituirglieli. Presi la giacca, indossai cappello e sciarpa, presi le chiavi della camera ed uscii.
Mi diressi al campo di lacrosse per assistere un po' agli allenamenti dei ragazzi. Arrivai, presi posto sugli spalti, ma subito mi accorsi dell'assenza di Dylan. Così, mi diressi verso il coach e gli chiesi che fine avesse fatto il mio ragazzo. Mi rispose che era in ritardo e che probabilmente sarebbe arrivato a breve. Mi consigliò quindi di aspettarlo davanti agli spogliatoi dal momento che sicuramente sarebbe passato di lì prima di entrare in campo.
Feci come mi era stato consigliato e decisi di aspettarlo davanti alla porta degli spogliatoi, ma di lui neanche l'ombra.
Ad un certo punto decisi di entrare solo per andare in bagno dal momento che non c'era nessuno. Aprii la porta e sentii delle voci provenire dall'interno.
Rabbrividii non appena sentii la discussione e il nome del ragazzo.
<Piccola, mi eri mancata così tanto. È passato fin troppo tempo dall'ultima volta in cui ti ho avuta così vicino. Mi  mancavano il sapore e il profumo della tua pelle. Mi mancava tutto di te.>
<Anche tu Dyl, amore mio. Ti prego, lascia quella ragazzetta e torna con me. Questa distanza mi sta uccidendo. Mi sembra che l'abbiamo punita abbastanza. Mi mancano le tue carezze e il pensiero che le tue mani abbiano toccato lei mi uccide.>
Mi crollò letteralmente il mondo addosso.

Cruel || Dylan O'Brien Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora