Uscì dal letto e mi diressi in camera di mio fratello e sperai anche per un micro secondo che lui fosse ancora lì... ma non c'era più.
Dentro la sua stanza, sopra il muro, c'era la scritta:" Ti voglio bene nonostante mi fai male Talissa.", non so perché lo scrisse ma mi avvicinai a quella scritta e lasciai che una lacrima scese sul mio volto.
Dopo qualche minuto scesi giù in cucina per fare colazione, anche se non avevo molta voglia.
Vidi i miei genitori che stavano col viso scuro e mia madre che sussurrava a mio padre:- Glielo dobbiamo dire.
Non resistetti mi sedetti su una sedia di fronte a loro e chiesi quasi irritata cosa mi stessero nascondendo.
A quel punto mio padre sbuffò:- Sei una sharim, ossia mezza maga e mezza dea, e.. noi non siamo i tuoi veri genitori. I tuoi veri genitori sono, ecco, uno di loro è una mago/a, l'altro dea/dio. Non volevamo ma siamo costretti a mandarti al campo Shalari per gli esseri come te.-
Mi diede sui nervi quando con tutta riluttanza si rivolse a me.
-Non capisco il motivo per cui me lo dite ora, poi, proprio oggi, il giorno del funerale di Parcipy.-
Mia madre si asciugò una lacrima in volto, poi mi guardò con durezza e mi disse:- La colpa è tua se è morto. Quella sera lo hai soffocato. La colpa è solo tua.-
Ero così furiosa, che mi alzai dalla sedia e non so come facevo a sapere quel incantesimo:- Agasadamin- e tutto prese a roteare intorno a me finché non scagliai una forchetta al petto di mio padre e una ciotola in testa a mia madre.
Ero così sconvolta, che decisi di andare di sopra a prepararmi. Non so perché ma avevo la sensazione che non avrei più rimesso piede dentro casa. Mi legai ai jeans una bandana, la quale era la preferita di Parcipy.
Quando scesi giù, nuovamente, vidi mia madre con uno zaino e una mappa.
-Mi dispiace Talissa.-
Ma non le diedi ascolto presi le cose che mi stava porgendo e uscì fuori di casa.
Sapevo benissimo cosa volesse intendere mia madre: non ero più accettata là dentro.
Aprì la cartina per vedere almeno dove dovevo dirigermi per andare a quella specie di campo che aveva nominato mio padre, o meglio, il mio "patrigno".
Il campo si trovava in New Messico, e diciamo che era un po' lontano considerando che io mi trovavo a Toronto, Canada.
Sperai con tutto il cuore che i miei ex genitori mi avessero lasciato qualcosa dentro lo zaino, tipo i soldi necessari per pagarmi il viaggio dalla Canada in Messico. E invece no, c'era dentro solo una specie di bacchetta con dei fili intrecciati da petali di rosa, una bottiglia d'acqua e una spilla.
Volevo piangere, urlare, disperarmi, ma dovevo essere forte.
Quindi presi in mano tutto il mio corraggio e iniziai a camminare non sapendo che via prendere per prima.
STAI LEGGENDO
_Talissa e gli Sharim_
FantasyTalissa ha appena scoperto di essere una Sharim, non sa ancora bene di preciso cosa vuol dire esserlo, e ha paura. Ma non per questo si lascia prendere dal panico e con tutto il suo corraggio inizia a camminare verso la sua metà.