Capitolo 2 -Incontri-

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Ormai ai piedi ero arrivata in tre giorni fino a New York. Non so come feci ad arrivarci così presto, ma giunta a metà strada, pronunciai "Salashi" e puff eccomi a New York.
Decisi che mi potevo prendere una pausa dalla ricerca del campo, così visitai un po' la città.
New York era in una parola: magnifica.
Quando mi ritrovai, alle dieci di sera, in un parco decisi che forse era ora di andare a dormire.
Mi sistemai bene in una delle tante panchine mettendomi il cuscino come zaino, un saccone della spazzatura addosso.
Puzzava in una maniera incredibile.
Proprio quando mi stavo per addormentare vidi una luce sul lilla che a poco a poco si faceva più vivida, poi vidi questa signora.
Poteva avere all'incirca vent'anni, capelli color caramello bianco, la pelle pallida, e vestita con una tunica bianca ove stavano sparse delle rose rosa.
Rimasi abbagliata quando scoprì che la ragazza aveva i miei stessi occhi color verde chiaro e il mio stesso tipo di carnagione.
Ad un tratto mi guardò e disse:- Se vai avanti non troverai la strada, ma se cambi direzione incontrerai amici e nemici e bada bene che gli oggetti che hai dentro lo zaino non sono così tanto inutile come credi.-
Detto ciò scomparve in una luce rosea e mi ritrovai a pensare su ciò che avevo appena sentito.
In primis chi era quella donna? E secondo che cosa intendeva con le sue parole?
Inutile dire che non riuscì più a riprendere sonno.
Vagai per qualche ora in quel parco, fin quando non notai un ragazzo, sotto un lampione, che pareva avere un'aria poco raccomandabile. D'istinto cacciai la mia bacchetta dallo zaino, e quando gli fui vicino gliela puntai sul volto.
Dal ragazzo mi aspettavo una reazione spaventa (?)
Ma invece alzò lo sguardo, mi fissò e mi diede una pacca sulla spalla.
Non abbassai nemmeno di un millimetro la bacchetta dal suo volto cercando di essere il più minacciosa possibile. Quando gli chiesi chi fosse mi squadrò, e poi con voce, quasi offesa disse:- Date le circostanze devi essere una sharim. Creature molto strane a parer mio. Io sono il tuo kukuma, e credimi avrai bisogno di me. Ah, quasi dimenticavo, il mio nome è Lukamiano.-
:- Io sono Talissa. Che cos'è un kukuma e perché mi dovresti servire?- questa volta rimisi la bacchetta nello zaino e mi sedetti sul marciapiede invitando a fare lo stesso al mio "kukuma".
Appena si sedette mi guardò, e poi iniziò a parlare:- Noi Kukuma siamo tipo una parte del tuo genitore mago, infatti, è stato lui a mandarmi qui da te. Mi ha mandato qui per vegliare su di te.-
:- Chi è mio padre? Cioè come si chiama?
:-Non posso dirtelo.
:- Perché?
:- Sono delle leggi mia cara.
:- Quanti anni hai?
:- Io? Ottomila. Era ora vai a dormire. Tranquilla se accade qualcosa ti chiamo io.-
Mi resi conto che aveva ragione, avevo proprio bisogno di dormire. Avevo ricevuto troppe informazioni in quella giornata.
Titubante ritornai alla mia panchina e con un occhio chiuso e uno aperto ricominciai a dormire.

_Talissa e gli Sharim_Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora