Capitolo 1.03

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"Sergio. Piacere." disse lui, allungando la mano. Il tono di voce era basso, serio, non come gli altri sorridenti e felici. Era quasi...infastidito dalla sua presenza, freddo. La guardava e basta, senza far trasparire niente.

Victoria deglutì sentendo un nodo allo stomaco - lo stesso che aveva sentito sul palco alla presentazione. Allungò una mano, timidamente e gliela strinse.

Fu una stretta energica, ben diversa dal tono di voce con il quale si era presentato. Era come se, attraverso quella stretta di mano, avesse voluto "sentire" qualcosa. E qualcosa aveva sentito anche Victoria: il suo cuore sussultarle per un attimo nel petto, come se avesse preso la scossa.

Ritirarono entrambi la mano nello stesso momento. "Victoria." disse lei prima di farlo, con un filo di voce. Sergio annuì, guardandola ancora negli occhi - non staccarono mai gli occhi l'uno dall'altro, i suoi erano scuri e profondi, espressivi e grandi, quelli della ragazza erano profondi, tendenti al verde con qualche striatura azzurra.

"Lui è il nostro difensore preferito" sorrise Reina avvicinandosi e abbracciando per le spalle l'amico. Sergio sorrise per un momento, aveva un sorriso luminoso, qualcosa che non aveva mai visto prima. Era particolare, molto..sincero. Lo osservò mentre scherzava con il suo amico.

Tornarono poi tutti a guardarla, come se fosse un'attrazione. Compreso Sergio, che puntò di nuovo gli occhi su di lei, sempre in silenzio.

"Di dove sei?" domandò David guardandola.

Victoria voltò gli occhi verso di lui. "Madrid. Come..la metà di voi da quanto ho capito."

"Eh no qui ti sbagli" sorrise Iker "non siamo proprio tutti tutti di Madrid. La nazionale è bella perché è varia." spiegò.

Victoria lo osservò aveva l'aria di essere uno molto calmo e pacato - perfetto capitano simbolo di equilibrio e razionalità. Ascoltò interessata.

"Io e Fernando siamo di qui, circa...poi c'è David che è asturiano per esempio."

"Ti prego non chiedermi di cantarti l'inno" sbuffò il ragazzo.

Victoria scosse il capo. "Mia nonna è asturiana..." esordì "ma non lo so nemmeno io perciò non preoccuparti, non canterai.."

"E poi c'è il nostro Sergio che è di Camas. Conosci?"

Victoria tornò a guardarlo, lui era lì, ancora con gli occhi fissi su di lei, come se stesse studiando ogni sua mossa, la stava mettendo in soggezione più degli altri che chiacchieravano tranquilli.

"Andalucia vero?" gli domandò, provando a farlo parlare rompendo il suo silenzio.

"Esatto." le sorrise.

Victoria abbassò un attimo lo sguardo. "Come mai la conosci?" domandò curioso poco dopo.

"Ci sono stata. Qualche tempo fa.. girando la regione, mi sono fermata a Camas.."

"E non hai notato le statue d'oro erette in suo onore?!" lo schernì David guardandolo.

Victoria ci pensò. "No, niente statue d'oro.."

Sergio abbassò gli occhi quasi imbarazzato quanto la ragazzo, e mise le mani nelle tasche dei pantaloni dell'uniforme. "Ora scusatemi ma..foto di rito." disse Pepe dopo aver parlato con qualcuno poco distante. I ragazzi sospirarono. "Oh ci stavamo divertendo!!" esclamò Raul "io mi stavo appassionando alla vita di questa ragazza!" protestò camminando accanto a Iker e Fernando.

Victoria, dietro di loro, li seguì da distante, sorridendo sentendo i loro commenti. Erano divertenti, molto cordiali - a parte Sergio ecco, l'unico che le aveva lasciato molte domande per la testa, un che di enigmatico.

Trilogia con Sergio RamosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora