Capitolo 3.08

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"Hai già detto a Victoria che andrai a Londra?" domandò Iker seduto vicino a Sergio, nello spogliatoio.

Sergio si voltò, mentre si sistemava i parastinchi. "Sì.."

"Immagino non veda l'ora.."

"Praticamente. Mi dispiace però di non poterle portare i bambini.."

"Oh chiedo a Del Bosque, magari ti lascia.."

"Non penso...e poi non voglio che i miei bambini vivano in mezzo a....voi.." sorrise.

"Oh!! Voi chi?!" protestò Arbeloa dall'altra parte, tirandogli un asciugamano.

Sergio lo prese al volo mettendosi a ridere. "Seriamente, avete idea di cosa vuol dire portare Sofia o Andrés in mezzo a voi? Con Cesc, con Pepe, con tutti?! Rimarrebbero sconvolti...specialmente Sofia che è una bambina!"

"Se non ne è rimasta sconvolta tua moglie quando ci ha seguito...non si sconvolgono di certo le nuove generazioni!" commentò Iker guardando l'amico.

"Sarà, ma non voglio rischiare! Andrò solo io..tanto poi mancherebbero solo due settimane al suo ritorno.."

"Ah, quindi deduco che dobbiamo inventarci una scusa per coprirti mentre tu vai a Londra dal tuo amore..." commentò Raul alzandosi dalla panca e avvicinandosi alla specchiera dove intanto si era spostato Sergio a sistemarsi.

"Oh no, ho già parlato con lui.. ha deciso di avere pietà di me e di lasciarmi andare..prima della partita.."

"Fantastico! Però ti perdi il super torneo di poker!!" fece entusiasta Alvaro avvicinandosi ai due.

Prima che potessero iniziare a discutere sul da farsi, la porta dello spogliatoio si aprì.

Un sempre più serio e scuro Mourinho si affacciò con il fischietto in mano. La squadra al completo trasalì spaventata mettendosi in riga.

"Ma perchè ha il fischietto pure durante le partite?!" domandò Pepe a bassa voce verso Cristiano.

"Boh, fa anche da arbitro adesso!" commentò a bassa voce il portoghese all'amico.

"Zitti!!!" tuonò Mou. Proseguì poi camminando avanti e indietro di fronte alla schiera di giocatori sempre più seri.

"Concentratevi prima dell'inizio, siate all'altezza della maglietta che portate!" disse fermandosi di fronte a Sergio. "Mi raccomando" disse guardando i due capitani uno vicino all'altro.

Si voltò, uscì dallo spogliatoio recandosi alla sua postazioni. Pochi minuti e sarebbe iniziata.

I giocatori si disposero in fila, arrivarono nel tunnel accompagnati dai bambini mascotte più emozionati di loro per la vicinanza con i loro campioni.

Sergio sorrise guardando la bambina che teneva per mano. Aveva gli stessi occhi vispi e furbi di Sofia, gliela ricordò per un momento. Alzò la testa verso Iker, di fronte a lui, e trasse un respiro. "Iniziamo" disse il capitano voltandosi verso i suoi compagni prima di incamminarsi verso la bocca del tunnel fino al campo dove ad attenderli c'era il Bernabeu gremito.

"Pochi minuti e inzia!" esclamò Victoria richiamando di corsa Marisol.

Le sue si sedettero una vicino all'altra con la pizza di fronte e la coca-cola a lato.

"Pronti?" domandò Victoria che per l'occasione indossava anche la sua maglietta speciale del Real.

Marisol invece, con la sciarpa del Real al collo da perfetta tifosa, cominciava già ad agitarsi mentre la televisione riprendeva in sequenza tutti i giocatori schierati uno vicino all'altro per le foto di rito.

Trilogia con Sergio RamosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora