Capitolo 2.13

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Dopo una serata tra donne nella stanza di Sara, tra chiacchiere risate e pettegolezzi, era arrivato il grande giorno della partita.

Real Madrid - Valencia, a quanto pare, aveva suscitato forti nazionalismi e le solite polemiche da parte di ogni singolo quotidiano sportivo su suolo nazionale. Il Real faceva sempre notizia, come il Barcellona, ma i critici valenciani erano particolarmente "accaniti" nei confronti di ogni giocatore.

Victoria leggeva il concorrente del giornale per il quale lavorava, notando la forte nota negativa della pagina sportiva.

"Ma dico hai sentito come scrive questo?" protestò.

Sara si sporse leggendo a fine articolo il nome del giornalista.

"Oh lo conosco! Ho fatto un reportage con lui...fa venire i brividi!"

"Anche quando leggi cosa scrive....ma dico, e il rispetto per l'avversario dov'è?"

"Ce l'ha un po' a morte con il Real Madrid perché da giovane non l'hanno voluto come addetto stampa...piuttosto tu, come mai leggi la pagina sportiva?" domandò sorridendo, finendo il suo caffé.

"Beh...mi...aggiorno." commentò. In effetti era la prima volta che leggeva un articolo di calcio.

Sara la guardò prima di risponderle.

"Che c'è?" rise nervosa Victoria "Non posso leggere il giornale?"

"Dico solo che è strano che tu sia venuta qui..e che ieri sera eri con Sergio.."

"Mi ha chiesto lui di venire."

"E tu hai accettato?"

"Sì... Sara è una storia lunga!" tagliò corto col sorriso "vedo la partita e domani torno a casa non preoccuparti. La mia macchina è parcheggiata lì fuori come la tua."

"Io torno col pullman." sorrise.

Victoria corrugò la fronte. "Ti hanno assegnato un reportage?"

"No. Mi fanno salire...sai, mio marito è il capitano" finse di vantarsi. In realtà era solamente una tattica per far confessare, scherzando, Victoria. Notava una strana luce nei suoi occhi, qualcosa che non aveva visto mai in quei mesi. Un sorriso particolare, il modo in cui parlava e il modo in cui sfogliava la rivista: comunicava una serenità ritrovata e Sara voleva sapere che cosa fosse successo.

"Se non me lo dici tu lo chiedo a Ines. E sai che lei non risparmia i particolari...."

Victoria sbuffò. Chiuse la rivista e sospirò. Prima che potesse parlare, scorse l'arrivo dei ragazzi del Real, pronti per l'ultimo riscaldamento prima della partita della sera.

Allargò un sorriso vedendo che Sergio era riuscito ad allontanarsi un attimo dal gruppo assieme a Iker per raggiungere il tavolo delle due ragazze.

"Buongiorno uomini" sorrise Sara voltandosi verso i due amici fermi con le mani in tasca e la stessa uniforma bianca e nera.

"Odio quei calzini" commentò Victoria squadrandoli.

"Dillo a me" fece a denti stretti Sergio.

"Non potete giocare senza?" sbuffò.

"E' più per sicurezza, se qualcuno fa un'entrata sul tuo stinco non è il massimo.." spiegò Sergio.

Iker annuì. "Se poi è uno come Sergio che ha deciso di falciare ogni tibia che vede nel raggio di cento metri...allora bisognerebbe metterli doppi" fece riferendosi ad una recente ammonizione per "violenza sull'avversario".

"Ah-ah ma come sei simpatico! Se ti riferisci alla partita del mese scorso, mi aveva provocato..."

"Che aveva detto?" domandò Sara curiosa.

Trilogia con Sergio RamosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora