Capitolo 3.38

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La mattina seguente, Victoria venne svegliata da un'orda barbarica di bambini urlanti che le saltarono addosso. Erano Sofia, Andrés, Carlos e Victoria.

Ines, dietro di loro, non era riuscita a fermarli in tempo prima che si fiondassero sul letto a svegliarla ed era arrivata col fiatone alla camera.

Victoria aveva aperto gli occhi, spaventata.

"Ragazzi!!!" esclamò Ines battendo le mani per richiamare l'attenzione "Giù dal letto! Lasciatela stare su!"

"Oh è tutto ok! Non ti preoccupare Ines.." sorrise Victoria facendo spazio per accogliere tutti e quattro.

"Dov'è Alma?"

Ines si voltò e poco dopo, sulla porta, apparve Cesc con in braccio la piccolina che guardava - con la stessa espressione del padre - in giro per la stanza.

"Oh, manca solo lei poi siamo al completo" fece sorridendo.

Cesc si avvicinò al letto guardando Victoria.

"E tu che ci fai qui?" domandò, sorpresa prendendo la nipotina in braccio e posandola sulle sue ginocchia.

"Sono arrivato mezz'ora fa..volevo vedere come stavi e..stava.." disse indicando Ines dall'altra parte del letto.

"Deve riposare, su tutti giù a fare colazione!" intimò Ines cercando di non farla stancare troppo.

Victoria si sentiva particolarmente bene quella mattina, come se la stanchezza e lo stress delle ultime settimane le fossero scivolate via di colpo dal giorno alla notte.

"Sto bene Ines" scostò le coperte muovendo le gambe e le mani. "Vedi? Sono ancora viva anche se tu pensi che sia paralizzata a letto!"

"Oh no! Devi riposare...hai tutta la mattina per..."

Victoria passò a Cesc la piccola Alma e si alzò dal letto.

"Vedi?!" fece muovendosi sul posto "Posso anche fare anche un balletto se vuoi essere sicura..." scherzò con le mani sui fianchi.

Ines la guardò. "Su Ines, smettila di fare la madre apprensiva..non vedi che sta bene?!" intervenne Cesc lì vicino.

Ines lo fulminò. "Tu che gli dai sempre ragione! Avreste dovuto sposarvi voi due!" protestò a braccia conserte.

Victoria e Cesc si guardarono.

"Oh no, io non ho abbastanza tatuaggi." commentò allusivo.

Victoria inarcò un sopracciglio fingendo di squadrarlo da capo a piedi per poi tornare sulla cugina lì di fronte. "Sì infatti non è il mio tipo" scherzò.

Ines scosse il capo. "Potete fare i seri per un momento?! Vicky, il dottore mi ha detto di tenerti sotto controllo.."

"Quanti giorni sono passati ormai?! Mi sento bene.."

"Sai che adesso è così e magari tra due ore.."

"Ines, non sverrò non farò nulla di grave, non inghiottirò pillole né tenterò il suicidio." sorrise.

Ines la guardò e si convinse che Victoria cercava lentamente di tornare alla sua quotidianità. In questo i bambini le davano di certo una mano.

"Mamma" fece Andrés alzandosi in piedi sul letto "Oggi pomeriggio andiamo a giocare al parco?"

"Certo tesoro" sorrise accarezzandogli la testa "Così dimostriamo a zia Ines che siamo in grado di vivere normalmente" fece guardando la cugina che rispose con una smorfia.

"Io porto il pallone!" sorrise Carlos scattando in piedi.

Cesc si mise a ridere caricandoselo sulle spalle.

Trilogia con Sergio RamosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora