Capitolo 3.04

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Le porte scorrevoli dell'ingresso dell'aeroporto di Heatrow si aprirono e Victoria subito venne investita da una pioggia torrenziale.

Guardò il cielo: di azzurro come quello lasciato a Madrid tre ore prima, non aveva proprio niente. Grossi nuvoloni neri minacciavano di esplodere e rovesciare acqua fino a sera, le previsioni sulla colonnina lì vicino non erano rincuoranti. Sbuffò, aprì l'ombrello e si strinse nella giacca troppo leggera per proteggerla dal freddo.

Fortunatamente il taxi era già lì. E lì c'era anche Marisol, la sua assistente e cara amica. Almeno un viso amico, che sarebbe rimasta con lei per la trasferta e con la quale avrebbe condiviso l'appartamento che le era stato affidato per quel mese di permanenza in Inghilterra.

Salirono entrambe in taxi e si abbracciarono felici di rivedersi visto che Marisol era lì già da qualche giorno.

"Finalmente qualcuno che mi capisce quando parlo!!" sospirò la ragazza abbracciandola.

"Oh ti posso capire. Ma non ti preoccupare il tuo inglese è perfetto per sopravvivere"

"Lo spero. Anche perché mi viene già da piangere..hai visto che tempo c'è fuori?" esclamò prima che un tuono squarciasse il cielo e rimbombasse per tutta la città.

"Hanno detto che pioverà per il resto della settimana..." sospirò Marisol pulendo con la mano il finestrino appannato e bagnato.

"Tutta la settimana???" domandò perplessa Victoria.

"Eh sì. Una perturbazione dall'Irlanda...si sta spostando..arriverà anche in Spagna se ti può consolare!"

"Cominciamo bene......" commentò sospirando la ragazza sempre più infreddolita.

Il taxi corse per le vie di Londra già illuminate a sera. Lì il sole sembrava non voler proprio splendere e la pioggia iniziava ad allagare le strade scorrendo rapidamente nei fiumi, colpendo i tetti, le grondaie, le macchine ferme in coda.

"Come va in Spagna?" domandò Marisol, curiosa.

"Oh bene, tutto tranquillo sono passata ieri in redazione per le ultime cose..."

"Il capo è sempre isterico?"

"Come sempre. La rivista di Ottobre gli interessa particolarmente e il reportage deve venire benissimo. Me l'ha ripetuto cento volte, ormai!"

"Fantastico, altra pressione. Ci mancava!" sospirò ironica Marisol. Ad un tratto il cellulare le squillò in borsa e Victoria si ricordò di dover chiamare Sergio.

Frugò nella borsa, prese il blackberry e compose rapidamente il numero. Tre squilli....quattro....cinque...a vuoto. Guardò l'ora, contando che erano un'ora indietro rispetto alla Spagna a quell'ora avrebbe dovuto già essere a casa o forse c'era una sessione straordinaria di allenamenti. Riappese promettendosi di riprovare appena arrivata a casa.

Marisol riattaccò poco dopo.

"Chi era?" domandò sentendo che aveva parlato in inglese fino a quel momento.

"Oh, era Jamie."

"Jamie..." ripeté Victoria "Chi è?"

"Giornalista del The Sun che ci segue nel reportage" spiegò annoiata.

"Fantastico. E' simpatica questa Jamie?"

Marisol non rispose, limitandosi a sorridere. Victoria non seppe come interpretare quell'enigmatico sorriso ma non ebbe il tempo di pensarci poiché il taxi le aveva fatte scendere, caricate di bagagli ed era ripartito dopo averle cordialmente salutate.

La pioggia sembrava essersi fermata, ora c'era un arcobaleno luminoso che si stagliava nel cielo grigio della capitale.

Victoria arrivò all'ascensore, uno stretto ascensore rivestito di moquette che portava al quinto piano di un palazzo alto e lungo in stile vittoriano - un classico nelle strade di Londra.

Trilogia con Sergio RamosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora