Capitolo 3.16

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Il cancello della casa di Sergio era già aperto, ad Ines bastò spingerlo per entrarvi.

Venne assalita da Odie, arrabbiato per chissà quale motivo.

"Odie! Non rompere è un'emergenza!!" esclamò schivando il cane e salendo i gradini prima dell'ingresso.

Bussò. Nessuno rispose.

La macchina era parcheggiata - dubitò che Sergio fosse uscito.

Suonò il campanello. Ancora nessuna risposta. Suonò e risuonò in modo irritante il campanello finché la porta non si aprì.

Di nuovo, Sergio la guardò negli occhi poi le diede le spalle tornando a letto.

Ines lo fermò prima che potesse buttarsi sul letto disfatto, nel disordine totale della sua casa.

Lo prese per un braccio e lo girò verso di sé.

"Che vuoi?!" domandò, irritato. La presa di Ines era quasi più forte della sua.

"Ascoltami. Devi ascoltarmi." fece, decisa.

"Per dirmi cosa?" sbottò.

"Alcune cose."

"Non mi interessa Ines, ogni sforzo è invano. Ti ringrazio ma non mi serve il tuo aiuto."

"Sergio Ramos Garcìa" tuonò spaventandolo "O mi ascolti o mi ascolti. Non hai scelta."

"Ines, davvero non ho voglia di ascoltare nessuno."

"Devi fissare il muro?!"

"Lo preferisco."

"Sentimi un po' Ramos, non puoi stare qui come un bradipo in coma per un errore!! Tutti sbagliano e questo devi farlo capire a Victoria."

Sergio si liberò dalla presa e si ributtò a letto.

"Vuoi che ti tratto come i miei figli?! Guarda che lo faccio, io non ho paura di te solo perché sei alto e muscoloso!"

"Non devi avere paura di me. Non devi fare niente. Né dirmi niente. Solo chiudere la luce quando esci."

"Io non esco mio caro. Vuoi non ascoltarmi? Fa pure, ma io parlo lo stesso."

Cominciò quindi a camminare avanti e indietro per la stanza mentre Sergio sembrava non dare segni di cedimento. Preferiva rimanere girato di spalle a fissare la parete di fronte a lui, piuttosto che voltarsi e guardare Ines negli occhi - sapeva benissimo che farlo significava decidere di ascoltarla e dargliela vinta.

"Dunque, ho parlato con Iker."

"Oh, ci mancava solo la consulta provinciale" rispose acido.

"Yogurt scaduto, non mi sembra di averti interpellato! Zitto e ascoltami!" esclamò decisa Ines senza interrompere la sua camminata per la stanza che le sembrava così vuota senza le cose di Victoria sparse in giro.

"Iker mi ha detto che tu non ne vuoi sapere di rimediare al casino che hai fatto."

"Perspicace!" ripeté ad occhi chiusi prima che un cuscino bello pesante gli planasse addosso. Lo prese al volo lasciandolo scivolare sul pavimento mentre Ines continuava a parlare.

"Io non voglio vedere Victoria soffrire più di quanto non stia già facendo lontano da te."

"Ha detto che mi odia. E ha ragione. Io stesso mi odio, figurati lei" rispose quasi disinteressato.

Ines ci pensò. "Io penso che a tutto si possa rimediare. Ricordi quando vi siete separati la prima volta? Quando Sofia era piccola? Sembrava la fine del mondo e invece....e invece poi è nato Andrés e siete andati avanti.."

Trilogia con Sergio RamosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora