Sto camminando da qualche minuto verso casa della mia amica, il freddo di fine autunno inizia a farsi sentire sempre più e mi aggrappo al mio giubbotto, lo stringo a me come se fosse una persona da abbracciare. Guardo con ammirazione quello che è il quartiere dove vive la famiglia Grimaldi, è uno di quei quartieri residenziali con un grande viale, tanti alberi sul marciapiede e villette uno accanto all'altra, potrebbe sembrare la location italiana di Desperate Housewives.
-Giulia!- apre la porta il bel moro dagli occhi nocciola, mi stringe a se -Cerchi Sabrina? Accomodati- lo seguo in casa e lo scenario è il solito e ogni volta mi fa sorridere, la madre della mia amica, Anna, davanti i fornelli con un cucchiaio di legno fa girare il sugo che avrà preparato tutto il pomeriggio dopo il lavoro, Guido, il padre dei ragazzi, invece è sul divano e con i piedi sul tavolino di legno sta seguendo con attenzioni le ultime notizie di giornata.
-Buonasera Guido!- continua a tenere lo sguardo fisso sulla televisione e velocemente ricambia il mio saluto. Raggiungo Anna in cucina, il suo abbraccio mi scalda, mi spoglio e mi accomodo in uno sgabello, la mia amica non è in casa ma io non mi sento in imbarazzo in sua assenza, quella è la mia famiglia adottiva.
-Cosa mi racconti signorina?- Simone seduto accanto a me e Anna che non stacca neanche per un attimo lo sguardo dal suo sugo.
-Mangi con noi stasera, Giulia?- è un invito che non posso rifiutare, dopo settimana di panini e cibo da asporto l'occasione di mangiare un piatto di pasta fatto con tanto amore non posso lasciarlo sfuggire. Accetto con entusiasmo e mi rilasso nel calore di quella casa, per un attimo dimentico i miei problemi finanziari e mi faccio prendere dallo spirito familiare che si respira dentro quelle quattro mura.
-Allora Simone, il nuovo lavoro come va? Ti trovi bene?- ha iniziato da poco più di una settimana a lavorare per una società di marketing è quello che i suoi genitori hanno sempre sognato per lui e quando sposto il mio sguardo verso sua madre mi accorgo del sorriso che è apparso nel suo volto dopo la mia domanda.
-Tutto bene, sono molto contento. Tu invece...Notizie dei tuoi genitori?- la sua domanda mi spiazza, non è solito fare domande così personali. -Scusa non volevo essere scortese- adesso si che lo riconosco.
-Stai tranquillo Simo! Lo sai che non ho segreti-
-Lo so, ma sei anche una persona molta discreta- devo dire che forse mi conosce meglio lui che sua sorella. Gli racconto che no, i miei non hanno dato segni di vita e che ormai sono passati quattro mesi da quando mi hanno cacciato.
-Povera piccola, riesci a cavartela da sola? Potresti venire a vivere qui da noi, Sabrina sarebbe molto felice!- la sua proposta è molto gentile.
-Grazie Anna, ma preferisco avere una casa tutta mia. Però sto cercando un lavoro, ho assolutamente bisogno di trovare un lavoretto per coprire le spese...- cerco un modo carino per non fare capire che sono passata a trovarli solo per questo motivo, ma non ne trovo.
-Sono proprio passata per questo motivo...-
-Non sei venuta per vedere me?- Simone mi prende sempre in giro.
-No, mi dispiace! Sabri mi ha parlato di amici tuoi che si sono appena trasferiti.- dopo aver abbandonato il lungo cucchiaio di legno con cui stava mantecando da decine di minuti il suo sugo, si appoggia al ripiano della cucina per guardarmi meglio.
-Si è vero! Potrei farti conoscere i miei amici, sono sicura che non avrebbero problemi ad assumerti- la porta che si apre e le urla di Sabrina mi distraggono da quella bella notizia.
-Sono a casaaa!- dopo aver salutato suo padre entra in cucina-Ma che diavolo ci fai qui?- sua madre la invita ad usare un linguaggio più consono ed io mi faccio una grande risata.
-Il colloquio di lavoro è andato male!-
Guido ci raggiunge con il suo solito broncio e Anna lo rimprovera perchè troppe volte l'ha fatta urlare prima di alzarsi dal divano per accomodarsi a tavola. Sorrido mentre sposto la sedia e prendo posto, cerco di trovare tra i miei ricordi un momento passato con i miei che mi facesse sorridere ma non c'è. La mia, non è mai stata la famiglia del mulino bianco. I miei si sono sempre odiati ma non hanno mai trovato il coraggio di lasciarsi, non sono mai andati d'accordo, l'unica cosa su cui sono stati d'accordo è stata quella di cacciarmi di casa quando hanno scoperto della mia omosessualità, magari adesso hanno trovato un punto comune e riusciranno a ricucire il loro rapporto. E' stata l'unica occasione in cui li ho visti tenersi mano nella mano, guardarsi negli occhi, complici, e prendere una decisione insieme pronunciando le stesse parole.
-Devi andartene di casa, torna solo quando avrai un ragazzo- erano state queste le ultime parole che avevano pronunciato.
La cena di Anna è buonissima, si sente tutto l'amore che prova per i suoi figli e per suo marito che ogni tanto gli stringe la mano. Simone durante la cena ci ha deliziato con del buon vino, non sapevo fosse un intenditore però da come ne parla sicuramente è più informato di me che bevo anche del Tavernello da 1.50€ del Carrefour.
-Sono americani, ma parlano perfettamente l'italiano! Lui è italiano d'origine...-
-Sarebbe fantastico per te che hai sempre sognato l'America! Ti potrebbero dare dei consigli- chi mi conosce sa che uno dei miei sogni più grandi è proprio quello di andare in America.
-Dicevo, hanno un figlio di sei anni, ma sono molto giovani. Kevin ha trentasei anni, mentre Rachel ne ha qualcuno più di te, trentatre se non sbaglio!- ho ascoltato rapita il racconto di Anna e ho immaginato la loro spaziosa casa. La donna mi ha anche detto che domani parlerà con il suo amico e farà di tutto per fissarmi un colloquio.
-Allora grazie di tutto, ma soprattutto grazie per la cena meravigliosa!- Anna mi ha abbracciato e Guido invece come quando sono arrivata mi ha salutata velocemente, è sempre stato un uomo di poche parole.
-Ti accompagno in macchina!- Simone si è proposto di accompagnarmi a casa ma ho rifiutato l'offerta e dopo aver insistito diverse volte ho dovuto cedere alla sua proposta, ho abbracciato la mia amica e ci siamo promesse che domani andremo a fare un aperitivo in centro. Siamo saliti in macchina e il ragazzo ha fatto partire lo stereo. "Guerriero" di Marco Mengoni ci ha fatto da sottofondo fino a casa mia, spegne la macchina quando si accosta sotto casa mia, mi fissa e un po' mi mette in imbarazzo.
-Potremmo andare a cena fuori uno di questi giorni, che ne pensi?- la sua domanda mi spiazza, non capisco se dietro quell'invito ci sia altro, ma non me la sento di chiederglielo non vorrei creare tensioni e poi rischierei di offendere la sua intelligenza, il ragazzo sa benissimo del mio orientamento sessuale è stato proprio a casa sua una domenica di qualche mese fa che ho fatto il primo coming out della mia vita, Sabrina a parte, ed era stata proprio la reazione serena dei suoi genitori che mi aveva spinta a parlare anche con i miei.
-Si, magari andiamo con Sabrina e altra gente...- ho tagliato corto. L'ho salutato e sono scesa dall'auto. Mi sono spogliata e solo dopo mi sono sdraiata sul mio scomodissimo divano letto, ho acceso la tv convinta di poter guardare un film ma la stanchezza ha avuto la meglio e mi sono abbandonata quanto prima tra le braccia di Morfeo. Domani sarà un altro giorno.
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Una vita senza te. •-• [LesbianLove]
Roman pour AdolescentsGiulia ha 27 anni, studia psicologia all'università di Milano e cerca un lavoretto che possa farle mettere da parte un po' di soldi per fare il viaggio della sua vita: l'America. Trova lavoro come babysitter a casa di una famiglia americana che si...