• Capitolo 8 •

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Quando la sveglia questa mattina ha suonato avrei preferito due colpi di pistola in piena fronte, dopo aver strisciato per quei pochi metri quadri di casa che ho mi sono finalmente preparata.

La gente che nelle prime ore del mattino è sempre così attiva io non l'ho mai capita, ridono, sono di buonumore, canticchiano, sul trenino che mi sta portando verso l'università ho l'impressione di avere tutti gli occhi puntati addosso probabilmente perché sono l'unica incazzata alle nove del mattino.

Non avrei dovuto bere ieri, oggi dovrò stare tutto il giorno con Oscar e non sono pronta, per non parlare delle figure di merde che avrò fatto ieri sera con Rachel.
*Ding*

Il rumore indica una fermata, è la mia, scendo velocemente e mi avvio verso l'entrata dell'Università, Sabrina mi starà aspettando dentro.
-Finalmente!- sento una voce dietro di me, la sua energia mi sconvolge ulteriormente.
-'Giorno- brontolo.
-Allora ieri sera con Eva? Ci avete dato dentro tutta la notte che stai così?- allude, mentre camminiamo verso il bar dell'uni per prendere il secondo caffè della giornata.
-No, non sono rientrata con Eva...-
Le spiego che ci siamo scambiate i numeri di cellulare e che probabilmente ci rivedremo più avanti, ometto volutamente la parte in cui la mia datrice di lavoro mi ha accompagnato a casa. Non so perché lo faccio ma so che la mia amica inizierebbe a farmi mille domande, domande a cui non saprei rispondere e così evito.

-Pranzi con me?-
-Stiamo facendo colazione e pensi già al pranzo?- la mia amica ride -comunque no, devo andare a prendere Oscar a scuola-
-Come va con i Salvatore?-
-Bene- taglio corto.

Abbiamo trovato due posti liberi in biblioteca e mi sono buttata a capofitto sui libri, Sabrina ha fatto lo stesso.

-Cazzo è tardissimo!- urlo attirando l'attenzione di tutte le persone che sono nella stanza -devo andare a prendere il bimbo a scuola- in poco tempo ero già pronta, avevo preso i miei appunti ed indossato il cappotto, salutato la mia migliore amica e abbandonato la biblioteca.

-Oscar, sono qui!- ed eccolo correre verso di me sorridente e con i capelli al vento. Mi abbraccia e ricambio il suo abbraccio, è un bambino molto dolce e in pochissimo tempo abbiamo creato un bel rapporto, non posso lamentarmi avrei sicuramente potuto trovare di peggio.

-Posa lo zaino e vai a lavare le mani- ordino al biondino che è accanto a me, chiudo la porta dietro di me e in cucina tra i fornelli noto una presenza, mi avvicino lentamente e la vedo di spalle.
Il suo look oggi è molto sportivo, penso sia la prima volta che la vedo in tuta.
-Buongiorno Giulia!- dice senza neanche degnarmi di uno sguardo.
-Salve...- sussurro infastidita.
-Ti sei ripresa dalla sbronza di ieri?- adesso si gira e accennando un sorriso mi guarda, sento le mie guance andare a fuoco e non so cosa rispondere, Oscar salva la situazione quando arriva in cucina e abbraccia le gambe della madre distraendoci.

-Mangi con noi oggi mamma?- il bambino è entusiasta, non deve essere una cosa che succede spesso, in ogni caso non succede mai a pranzo visto che siamo sempre in due a pranzare: io ed Oscar.
-Si piccolo, oggi mangerò con voi!-
-Ci degna della sua presenza...- voglio morire, l'ho detto ad alta voce.
-Come scusa?- e l'ha pure sentito, prendo la tovaglia da tavola sperando di non dover rispondere alla sua domanda -Si, vi degno della mia presenza oggi, la cosa ti dispiace?-
Dove diavolo mi sono andata ad infilare perché mai ho detto una cosa del genere.
-No mi scusi, io non volevo...- torna ai fornelli e ignora le mie parole che comunque non avevano senso.
Ci accomodiamo a tavola e ci serve il pranzo che consumiamo nel più grande silenzio.

-Posso andare a vedere i cartoni, Giulia?-
-Certo che puoi, studieremo tra poco...- il bambino si allontana lasciando me e la madre in un silenzio imbarazzante.
-Mi scusi davvero per prima...- riempie il suo bicchiere d'acqua e ne beve un sorso.
-Se vuoi farti perdonare dovrai dire di sì a quello che sto per proporti...- mi sembra più una minaccia che una proposta e questo un po' mi manda su di giri, la invito allora a continuare -quando Oscar questa sera andrà a dormire tu verrai in giro per Milano con me-
Io e lei in giro per Milano, ma cosa diavolo avremo da dirci, non posso rifiutare e non voglio rifiutare se lo facessi mi farei una nemica e questo lavoro è oro per una studente come me e poi chi rifiuterebbe di passare qualche ora con questo schianto di donna.
-Tutto qui?- fingo che la sua non sia per niente un'offerta imbarazzante.
-Non deve essere un'idea allettante quella di andare in giro con la propria datrice di lavoro- non se la tua datrice di lavoro sei tu, per fortuna questa volta l'ho solo pensato.
-Nessun problema, comunque non avevo impegni questa sera-
-Non avevi la cena con Eva?-
-La cena con Eva?- rispondo alla sua domanda con un'altra domanda perché devo dire che mi ha lasciato alquanto basita, ieri ha ascoltato tutta la conversazione e probabilmente mi ha solo messo alla prova adesso, in realtà non vuole uscire con me -quindi me l'ha proposto perché pensava che le dicessi di no?-
Ride, mentre io mi alzo ed inizio a sparecchiare, il suo modo di fare mi sta facendo perdere la calma è arrogante e menefreghista.
-Potrebbe rispondermi, Rachel- mi sento veramente umiliata e presa in giro quando lei si alza e si avvicina a me mentre sto posando gli ultimi piatti nel lavandino.
-No, l'ho fatto perché ho voglia di passare la serata con te- sussurra al mio orecchio e io riesco a fatica a reggermi ancora in piedi.
Questa donna sputa sesso, ha una voce calda e bassa che riuscirebbe a farmi venire anche solo parlando, ha uno sguardo penetrante e severo, e un profumo che prepotentemente ti entra dentro e non riesci più a non sentirla ovunque. Mi giro con difficoltà, e il suo sguardo ha qualcosa di diverso, è acceso.
-Va bene allora, ma dovrò passare a casa per
cambiarmi-
-Stai benissimo così!- 

Una vita senza te. •-• [LesbianLove]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora