• Capitolo 22 •

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Mi avvicino al tavolo con i due caffè che ho ordinato al bar dell'autogrill e prendo posto accanto a lei, le porgo il bicchierino e accenno un sorriso, lei abbassa lo sguardo. Apre la bustina di zucchero e lo fa scivolare dentro e poi agita nervosamente il bastoncino di plastica, lo beve tutto d'un sorso.

-Forse dovremmo parlare, non credi?- cerco di usare un tono pacato, voglio che capisca che non sono arrabbiata e che può contare di me e per questo le sfioro la mano lei mi lascia fare e intuisco che questa volta forse riusciremo ad avere una conversazione normale.

-Vorrei che mi raccontassi di nuovo cosa ti ha detto, per favore- ed io lo faccio, le dico che mi ha solo accennato della sua storia con una donna, che mi ha chiesto di andare a vivere da loro perché ha capito quanto lei si fosse legata a me ma che mi ha anche minacciato di rovinarmi la vita se solo mi fossi avvicinata a lei in maniera più intima.

-Adesso sei tu che devi parlare, Rachel...-

-Già- si volta e leggo nei suoi occhi la voglia di raccontarmi la sua vita, il suo vissuto, anche se un autogrill non è sicuramente il posto più romantico per un racconto del genere – Quando ho sposato mio marito lo amavo davvero, dopo circa un anno di matrimonio ho conosciuto questa donna, era la mia editrice, abbiamo passato tante giornate e nottate insieme, lui era sempre fuori per lavoro ed io stavo lavorando al mio primo romanzo- si ferma, alla ricerca dei ricordi -poi è successo, ho perso completamente la testa per lei e la cosa era reciproca!-

-E poi?- una giovane ragazze si avvicina al nostro tavolo e si porta i due bicchierini di plastica vuoti, le sorrido velocemente non voglio che qualcuno o qualcosa interrompa questo momento, Rachel è così instabile che potrebbe decidere da un momento all'altro di fermarsi e non raccontarmi più niente.

-Poi ho deciso di lasciare Kevin e gli ho racconto della mia storia con Taylor, è così che si chiamava- un sorriso inaspettato si disegna sul suo volto, credo che il ricordo di quella donna le faccia ancora tanto bene -lui l'ha presa malissimo, mi ha detto che non mi avrebbe permesso di rovinare la nostra famiglia e qualche giorno dopo ho scoperto di essere incinta... di Oscar!- si alza senza preavviso e mi invita a seguirla, raggiungiamo la macchina e saliamo.

-Ed è finita così?-

-Si Giulia, è finita così, io ho lasciato Taylor e ho promesso a mio marito che sarei stata la moglie perfetta, con qualche bottiglia di vodka e un po' di antidepressivi qui e lì...- prende l'autostrada e guida verso casa.

-Ma tu l'amavi...-

-Lo so, ma in quel momento non avevo scelta, Giulia, sono cresciuta da sola, mio padre ha lasciato me e mia mamma quando ancora ero neonata, mia mamma si è ammalata che non ero neanche maggiorenne...- fa fatica a parlare i ricordi dei bei momenti vissuti con Taylor stanno lasciando spazio a quelli brutti di una adolescenza che nessuna persona merita.

-Scusa io...- mi sento quasi in colpa per averla obbligata a parlare di queste cose, ma ormai ci sono dentro completamente e voglio restarci. Il mio telefono suona nella borsa , lo cerco.

-E' tuo marito!- lancia un'occhiata veloce sullo schermo e poi mi dice di non rispondere -No Rachel, non complichiamo le cose ulteriormente- accetto la chiamata e attivo il vivavoce, il signor Salvatore mi spiega che ha provato a chiamare sua moglie ma che non risponde al telefono.

-Sta guidando, comunque siamo per strada, tra circa un'ora saremo a casa- mi saluta e riattacca.

Riprende, a fatica, a raccontarmi perché ha deciso di sacrificare il suo grande amore piuttosto che crescere suo figlio da sola. E capisco le sue ragioni anche se sono una grande sostenitrice dell'amore e credo che non si debba mai rinunciare quando si trova un amore bello come quello che mi sta raccontando lei. Ammetto di provare tanta invidia e anche un pizzico di gelosia per quella donna che ha avuto la fortuna di viverla così intensamente.

-Che c'è?-

-Nulla, perché?-

-Giulia, sei un libro aperto, dimmi cos'hai?- abbiamo deciso di essere sincere e di dirci tutto oggi e quindi non voglio mentirle.

-Sentirti parlare così di una donna che ha avuto la fortuna di essere così tanto tua mi ha fatto stranire un po', è una cazzata lo so- accenna un sorriso e posa la sua mano sulla mia gamba.

-Anche io ti condivido con un'altra donna e lei è nella tua vita adesso-

Cazzo, ero riuscita a dimenticarmi di Eva per tutto questo tempo e adesso che ci penso ho anche visto che ha provato a chiamarmi e mi ha mandato non so quanti messaggi.

Parcheggia l'auto e scendiamo, apre il portabagagli e prende le borse.

-Mi occuperò io di Kevin ma quello che è successo questo weekend non deve venir fuori per nessuna ragione al mondo, capito Giulia?- la rassicuro, non sono di certo il tipo di persona che va a raccontare i fatti suoi in giro e poi so che rovinerei il nostro rapporto.

Apre la porta di casa e il figlio corre ad abbracciare sua madre, non riesco a vedere in lei questo forte senso di maternità è sempre distaccata con quel bimbo e mai troppo entusiasta, forse inconsciamente lo vede come la causa dei suoi mali. Il signor Salvatore è seduto sul divano, chiude il libro che stava leggendo e si alza a salutare sua moglie, la stringe forte e prova a baciarla in bocca ma lei, con un movimento brusco, si sposta. L'uomo mi guarda e mi sorride amaramente.

-Tutto bene qui?- provo a sdrammatizzare.

-Ieri io e papà siamo andati al cinema!- raggiungo Oscar.

-Vieni piccolo andiamo di sopra così mi racconti cos'hai visto- 

Una vita senza te. •-• [LesbianLove]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora