• Capitolo 10 •

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Inizia a sorseggiare il suo bicchiere e la seguo, quando la vodka entra nel mio corpo quasi mi strozzo.
-Tutto bene?- ride.
-Perché?- chiedo a fatica.
-Sei tutta rossa...- la sua voce è stranamente dolce.
-È che io non sono abituata a bere cose così forti!-
-Sei ancora troppo giovane per affogare i tuoi dolori nell'alcol- adesso la sua voce è malinconica e la sua espressione non è più quella divertita di qualche secondo fa.
-Ma tu non hai bisogno di affogare nessun tipo di problema; hai una bella vita, una bella famiglia, una bella casa e poi ci sono io...- ironizzo e riesco a strapparle un sorriso.
-Si...-
-Non sei felice?- probabilmente non sono cose che mi riguardano però dopo un bicchiere di vodka mi sento già meno in imbarazzo.
-Penso di no, ma non sono qui per raccontarti le mie pene-
-E allora perché sei qui?-
-Perché volevo passare un po' di tempo con te- serve altri due bicchieri -avvicinati- mi invita, ed io lo faccio, le sfioro il braccio e provo una bella sensazione.
-Salute allora!- i nostri bicchieri si incontrano e beviamo.
-Quindi tu... sei lesbica?- per poco non sputo tutto quello che ho in bocca -diventi sempre così rossa quando sei in imbarazzo?-
Mi sposta i capelli dal viso e mi guarda a lungo negli occhi, ho voglia di baciarla, non so come reagirebbe, lo faccio. Mi avvicino a lei e porto le mani sul suo viso, lo accarezzo e poggio le mie labbra sulle sue, sono proprio come le avevo immaginate. Le dò un bacio a stampo e lei schiude le labbra, mi sta invitando ad entrare, non ci penso troppo ed accetto l'invito.
Ricambia il mio bacio e ci lasciamo andare l'una tra le braccia dell'altra. Smetto di pensare e mi lascio trascinare da quel misto di emozioni e sensazioni.

-Scusa...- si ferma -non avrei dovuto permetterlo-
Cerco di ricompormi mentre lei fa lo stesso, si alza in piedi e cerca la sua borsa.
-Perché stai scappando?- vorrei capire perché mi ha permesso di baciarla e perché adesso sta scappando.
-Dovrei stare a casa con la mia famiglia...-
-Tutto qui?- indossa la giacca e si appresta ad andarsene, senza una spiegazione, senza una parola.
-Ciao Giulia, buonanotte!-
Sta scherzando? Le afferro il braccio e la fermo.
-Dove diavolo vai?-
-Devo tornare da mio marito e da mio figlio.-
-Perché hai ricambiato il mio bacio allora?- abbassa lo sguardo.
-Non lo so, lasciami andare- ci guardiamo, i suoi occhi mi dicono che mi vuole, lo sento.
-Sei sicura che scappare sia la scelta giusta?- non risponde, la tiro a me e la bacio di nuovo, non so neanche dove abbia trovato tutto questo coraggio, tutta questa intraprendenza non sono famosa per essere una donna sicura di me. Ricambia di nuovo il mio bacio, è caldo, la sua lingua si muove nella mia bocca e mi fa provare piacere anche nelle parti basse. Porto la mano tra i suoi capelli mentre continuo a baciarla.
Si allontana lentamente questa volta.
-Dovrei veramente andare...-
-Resta, ti prometto che non succederà più!- ci pensa per un attimo e poi decide di restare, sorrido e la faccio entrare di nuovo nel mio buco di casa.

Rimaniamo in silenzio per un po', lei si guarda attorno ed è imbarazzata.
-Dovremmo parlarne?- chiedo.
-Meglio di no!- il silenzio cala di nuovo -forse dovrei andare-
-Facciamo finta che non è successo nulla, raccontami di te, della tua vita a New York...- servo ancora da bere e lei si scioglie, inizia a raccontarmi del suo lavoro, delle sue amiche, della sua vita passata e cambia espressione finalmente la vedo entusiasta come non l'avevo mai vista fino ad ora.
Si alza in piedi e non la riconosco neanche, è così felice, mi descrive la casa dove abitava con sua madre quando era più piccola, i suoi pomeriggi a Central Park con un buon libro, mi racconta la frenesia di Manhattan e l'immensità del ponte di Brooklyn.

-Ti deve mancare proprio tanto?!-
-Già...- il suo volto è di nuovo scuro e la bottiglia di vodka è finita.
-Dovremmo smettere di bere comunque...- rido perché non si è accorta che la bottiglia è finita.
-Si, dovremmo!-
-Perché ridi?- mi guarda con aria sospetta e non riesco a smettere, finalmente si accorge della bottiglia vuota -benissimo, l'abbiamo già finita. Dovrei rientrare-
-Non se ne parla, hai bevuto troppo-
-Sono una donna adulta, ragazzina-
Mi alzo e mi avvicino a lei la sfido con lo sguardo.
-Come hai osato chiamarmi?-
-Ragazzina!- ride e la butto sul divano, le faccio il solletico, non so neanche se è sensibile la conosco da così poco che non posso sapere queste cose.
-Basta, basta, basta... non lo dico più!- colpita e affondata.
-Rimani a dormire qui da me...- il suo sguardo è spaventato -non è una proposta indecente, giuro. Hai davvero bevuto troppo non mi piace saperti al volante da sola-
Non risponde e si toglie le scarpe, poi mi sorride e quella stanza diventa ancora più piccola vengo travolta dalla sua bellezza, dal suo sorriso, dal suo essere donna anche a piedi nudi.

-Buonanotte Giulia!- si gira dal lato destro del mio, striminzito, letto.
-Buonanotte anche a te Rachel.- mi giro dall'altra parte, rimango a pensare per un istante anche se con tutta quella vodka in corpo faccio molta fatica.
-Sei sveglia?-
-Si...- mi giro per sentire meglio.
Mi afferra il polso e mi tira verso di se.
-Abbracciami!- che strana richiesta, faccio come dice e la avvolgo tra le mie esili braccia. Le lascio un bacio tra i capelli e aspetto che si addormenti, quando lo fa mi lascio andare anche io e mi addormento stringendola a me.

Una vita senza te. •-• [LesbianLove]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora