•Capitolo 24•

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Apro gli occhi, mi sento come accecata da un forte bagliore, Sabrina ieri sera non ha chiuso le tende e nonostante a Milano ci sia sempre un cielo grigio, oggi stranamente c'è il sole. Al mio fianco la mia amica sta ancora dormendo, provo a riaddormentarmi ma non ci riesco e in mente mi tornano, sfocate, le immagini della sera precedente. Mi tiro su di colpo quando mi ricordo di aver raccontato tutto a Sabrina, si sveglia quando sente il brusco movimento e mi guarda confusa, lo champagne ci ha lasciato postumi non indifferenti.

I vestiti sono buttati a terra, sembrerebbe quasi una camera dove si è consumato del sesso selvaggio, ma per fortuna non è il caso.

Sorrido forzata e spero che non si ricordi nulla di quello che ci siamo dette ieri sera.

-Tieni il tuo cazzo di telefono, Rachel ti ha chiamato mille volte!- come non detto, si ricorda tutto, lo percepisco dal suo tono di voce severo. Guardo il telefono e non faccio in tempo a leggere i messaggi che suona di nuovo.

-Pronto...- rispondo sottovoce, la testa è pesante a malapena riesco a sopportare la mia stessa voce -Si scusa, ieri volevo scriverti ma poi sono crollata-

-Sei crollata? Sono stata in pensiero tutta la notte, dove cazzo sei?- urla quasi e dentro di me le emozioni sono contrastanti.

-Sono a casa di Sabrina, la mia amica-

-Vengo a prenderti- mi ordina e accetto volentieri, non riuscirei a sopportare tutta quella gente in metro. Riattacco e mi butto all'indietro sul cuscino, Sabrina mi guarda, non dice una parola, sento che la predica, che ieri sera ero riuscita ad evitarmi, è in arrivo.

E invece mi sorprende, si alza dal letto e raccoglie i vestiti dal pavimento, inizia a sistemare la sua camera senza dire una parola. Questo silenzio è quasi peggio del cazziatone.

Al piano di sotto la signora Grimaldi sta preparando il pranzo, mi pento subito di aver accettato la proposta di Rachel. Anna mi abbraccia calorosamente quando si accorge della mia presenza.

-Giulia cara, ma cosa ci fai qui? Se solo l'avessi saputo avrei preparato tante altre specialità...-

-Giulia non si ferma a pranzo!- lancia fredda la mia amica, apre il frigorifero e tira fuori una bottiglia d'acqua fresca, riempie due bicchieri e me ne porge uno, lo afferro in fretta e bevo tutto d'un sorso.

-Ma come no?- chiede dispiaciuta la signora di mezza età.

-No mi spiace, devo tornare dai Salvatore- mi pento quanto prima di aver pronunciato quelle parole perché so che da lì a breve partirà un interrogatorio infinito.

-A proposito dei Salvatore, come va con loro? La moglie continua a comportarsi da stronza? A lavoro si dice che sia davvero una donna scorbutica...- Sabrina mi lancia un'occhiataccia ed io non so come uscire da questa spiacevole situazione.

-In realtà è proprio lei che sta venendo a prendere Giulia, sai? Non è poi così scorbutica forse- non riesco bene a capire a che gioco stia giocando e per quale motivo si stia comportando così, cerco di intimidirla con lo sguardo -non è vero Giulia?- fallendo miseramente.

-Già, è una donna molto riservata...- non faccio in tempo a finire la frase che Sabrina mi ride in faccia -però no, non sembra poi così scorbutica- il mio telefono squilla -Scusate, adesso devo andare!- dico imbarazzata.

-Forse dovrei venire a salutare la signora Salvatore, cosa ne pensi?- mi chiede.

-Secondo me dovresti!- la incita la figlia, indosso il cappotto, raccolgo la borsa e saluto velocemente la mia pseudo amica, che dovrà poi spiegarmi questo accanimento, sua madre mi segue mentre esco di casa e con me si avvicina alla macchina. Rachel, nonostante le temperature, abbassa il finestrino.

-Salve signora Salvatore, io sono una collega di suo marito, piacere Anna Grimaldi- tende la mano e Rachel l'afferra -Allora, mi tratti bene questa ragazza, è una brava persona!-

-Lo so- sorride Rachel, non sembra neanche incazzata -lo farò, non si preoccupi- taglia corto e non dà modo alla signora di ampliare il discorso, la congeda e mette in moto la macchina, mi volto e vedo in lontananza la sagoma della mia amica. Durante tutto il tragitto la donna non dice una parola, quando ci fermiamo al semaforo non mi guarda neanche.

Stiamo per arrivare a casa quando deciso di rompere questo silenzio insopportabile.

-Sei arrabbiata?- si ferma allo stop e fa passare un auto, gira a sinistra.

-Dovrei?- mi chiede fredda.

-Finirai prima o poi di rispondere alle mie domande con altre domande?- arriviamo davanti casa ma non si ferma, continua per qualche metro ancora poi gira e si infila in una stradina senza uscita, si guarda un po' attorno, mi afferra il viso e mi bacia.

-Non farlo mai più!- mi sgrida e riprende a baciarmi, ricambio il suo bacio e mi perdo completamente, sento il mio battito accelerato e un forte calore sulle guance, è un'emozione che solo lei riesce a farmi provare.

-Mi spiace, non volevo farti preoccupare-

-Lo so- mi sposta un ciuffo dietro l'orecchio, il suo sguardo è così dolce che non posso fare a meno di rubarle un bacio.

-Com'è andata con tuo marito?- ho sicuramente scelto il momento sbagliato per parlare di questo, ma non potremmo parlarne in casa.

-Tutto bene, stai tranquilla-

-Davvero?- mi zittisce baciandomi per l'ennesima volta e dopo avermi fissata per una manciata di minuti rimette in moto l'auto e fa marcia indietro, si parcheggia e scendiamo dall'auto.

Una vita senza te. •-• [LesbianLove]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora