• Capitolo 15 •

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Alla fine cosa vuoi che sia Giulia, passerai qui qualche giorno e poi tornerai nella tranquillità della tua casa, alla tua vecchia e normale vita, si spera. Si apre la porta mentre sono ancora sotto le coperte.
-Buongiorno eh!- mi saluta la mia datrice di lavoro.
-Buongiorno Rachel, mi alzo subito!- mi giustifico.
-Puoi alzarti quando vuoi, quando non devi occuparti di Oscar puoi fare assolutamente tutto quello che vuoi, sei a casa tua!- sorride.
Ieri sera siamo rimaste sul divano a chiacchierare quando suo marito è andato a dormire, mi ha raccontato della sua vita a New York e di quanto ama la sua città, le ho confidato che il mio sogno è andare proprio oltre oceano. Oggi non sembra neanche la donna che ieri pomeriggio era in quel letto a piangersi addosso.
È radiosa e nonostante non sia ancora convinta della mia scelta, se posso contribuire a farla stare un po' meglio mi sacrificherò volentieri.

Si siede sul letto e probabilmente aspetta che io mi alzi, divento rossa all'idea perché non curante del fatto che non sono a casa mia ieri mi sono addormentata senza pantalone del pigiama e indosso solo l'intimo.
-Se ti va comunque la colazione è pronta!-
-Ah, grazie... arrivo subito- prendo tempo, sperando che da un momento all'altro lasci la mia camera, ma non lo fa -potresti passarmi il jeans?- è sulla sedia davanti alla scrivania bianca, la stanza che mi hanno dato è molto grande. Ho una finestra che si affaccia sul giardino, qualche quadro, e poi un armadio grandissimo, la scrivania e dietro la porta uno specchio grandissimo.

Mi porge il jeans e mi siedo sul letto coprendomi con il lenzuolo, non vorrei metterla a disagio girando per la, mia, camera in intimo o forse sono io quella che non vuole sentirsi a disagio davanti a lei.
Mi alzo di qualche centimetro e tiro velocemente su il jeans.
-Potevi chiedermi di uscire se la mia presenza t'imbarazza...- si alza e si avvicina alla porta, esce dalla camera. La seguo.
-Ma non m'imbarazzi tu, sono io che non volevo metterti in una situazione spiacevole!-
Si ferma e quasi non le finisco addosso.
-Perché dovresti mettermi in imbarazzo? – mi sono fregata da sola, complimenti Giulia, come glielo spiego adesso che so della sua relazione lesbo.

-No nulla, dicevo così...- svio e prego con tutta me stessa che non mi faccia altre domande e per mia fortuna non succede.


-Vuoi andare in giro?-
Beve un sorso del caffè prima di rispondere.
-Preferirei stare a casa a guardare un film, ti va?-
-Tutta vita!- scherzo.
-Se hai da fare puoi anche uscire, ti ripeto che sei libera di entrare ed uscire quando vuoi se non stai con Oscar- il mio telefono squilla e senza rispondere a quest'ennesima frecciatina lo prendo dalla tasca e rispondo.

-Pronto?- questa chiamata non ci voleva -Ah, si ciao... scusami sono stata un po' incasinata in questi giorni...- Eva non potevi scegliere momento migliore -domani sera?- aspetto un attimo a rispondere all'invito di Eva e chiedo sottovoce a Rachel se il giorno successivo per cena sarei stata libera.
-Si, sono libera! Ci vediamo domani sera allora, buona giornata- la saluto. Devo vederla, devo dirle che ho fatto un grandissimo errore e che dobbiamo smettere di vederci, penso mentre mangio le gocciole, Rachel non ha detto una parola da quando ho riattaccato.

-Tornando a noi... un film andrà benissimo!- accenna un sorriso scarso e si alza.

Sono già sul divano, mentre lei sistema la cucina, scelgo il film ma non riesco a decidermi.
-Romantico? Horror? Fantascienza?- dico a voce alta per farmi sentire.
-Non importa!- non ho ben chiaro il motivo per cui sia così fredda ma la raggiungo in cucina.
-Cosa c'è? Perché all'improvviso sei così scorbutica?- si gira e si appoggia al mobile della cucina, poggia le mani su quest'ultimo e mi guarda, Dio quanto vorrei baciarla. Abbasso lo sguardo, non riesco a tenere testa a quello sguardo così penetrante.
-Guardami negli occhi...- mi sfida lei.
-Perché?-
-Fallo e basta!- porto le mani dentro le tasche dei miei jeans, forse così riuscirò ad essere più forte, alzo gli occhi e la guardo. Non si muove e non mi muovo neanch'io ci fissiamo, è una gara a chi resiste di più. Cerco di resistere quanto più tempo possibile, sto iniziando a provare sensazioni strane dentro i pantaloni, ho come l'impressione che in quel preciso istante ci stiamo scopando, lì, in cucina, sul mobile e non resisto più.
-Horror andrà benissimo!- grazie Rachel, grazie per aver messo fine a tutto ciò. Corro in bagno a sciacquarmi il viso, ho le guance rosse e mentre lei finisce di sistemare ne approfitto per fumare una sigaretta. Quanto torno dentro ha già finito e mi aspetta.
-L'ho scelto io il film-
Mi siedo nell'altra estremità del divano rispetto a dove è seduta lei.
È uno di quei classici divani a L, è rosso, e sicuramente sarà costato più del mio stipendio. Si sdraia e fa partire il film.

-O ti metti qui vicino a me o stacchiamo il film!- siamo state in silenzio per più di mezz'ora.
-Perché dovrei?- chiedo curiosa, tira un urlo quando il protagonista si trova a tu per tu con uno spettro spaventoso -non avrai mica paura?- mi guarda male e capisco che è meglio non tirare troppo la corda, la raggiungo velocemente e mi siedo accanto a lei, mi alza il braccio sinistro e lo mette attorno alla sua vita.
In quel preciso istante smetto di seguire il film e mi godo la cosa più bella che quella giornata avrebbe potuto offrirmi: questa donna tra le mie braccia.

La mia mano destra è sulla sua vita e ogni volta che una scena le fa paura si aggrappa a me e io quasi istintivamente, con quella stessa mano la stringo forte.
È strano come io mi possa sentire così forte in questo momento.

-Finalmente è finito, che sofferenza. Ti è piaciuto?- si allontana di qualche centimetro per guardarmi.
-Si, si! Perché hai scelto un film horror se hai così tanta paura?- appoggia la sua testa sulla mia spalla.
-Così avevo un motivo per obbligarti a stringermi a te per tutta la durata del film!-

Una vita senza te. •-• [LesbianLove]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora