• Capitolo 17 •

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Sto iniziando ad affezionarmi a questo scalino, mi piace fumare una sigaretta ammirando il bel giardino curato dei Salvatore, due volte a settimane un signore venezuelano sulla cinquantina lo tira a lucido. Non so se questo lavoro lo faccia per passione o per bisogno ma le poche volte che ho scambiato due parole con lui una delle cose che più mi ha colpito sono stati i suoi occhi tristi, non conosco la sua storia e non voglio entrare nei soliti cliché del sudamericano che vive lontano dalla famiglia.
La porta alle mie spalle si apre e io alzo la testa per vedere chi è dietro di me.
-Giulia!-
Vado per alzarmi, appoggia la mano sulla mia spalla e mi invita a rimanere seduta, prendo posto accanto a me.
-Cosa ci fai qui?- mi ruba la sigaretta
-Sono appena tornata...-
-Com'è andata la serata?-
Mi guarda e i suoi occhi grandi e verdi illuminano quella serata, mi accorgo solo adesso di quanto sia bella stasera. Indossa una camicia bianca, è larga, mi soffermo un attimo a scrutare la camicia, mi sembra una di quelle che indossa il signor Salvatore. Perdo un battito quando immagino perché potrebbe indossare la camicia del marito e non posso fare a meno di essere gelosa dell'uomo a cui appartiene. Scuoto il capo e scaccio via in fretta questo pensiero che si è insidiato nella mia testa.
-Bene, mi ha portato in un ristorante fantastico!- non le dico che ho provato a chiudere la nostra conoscenza -tu invece cos'hai fatto stasera?- non so se sono realmente pronta a sentire la sua risposta, alimenterebbe forse i miei pensieri.
-Oscar è rimasto a dormire a casa di un compagno, noi abbiamo guardato un film- come pensavo, sono stata in casa da soli e ne avranno approfittato per ritrovarsi un po' come marito e moglie. Porto le ginocchia contro il mio seno abbracciandole con le mie braccia esili.
-Senti freddo?- chiede.
-No, tu piuttosto con solo la camicia di tuo marito, non hai freddo?- non ho potuto farne a meno e mi sono pentita di aver pronunciato quella frase nel momento stesso in cui è uscita dalla mia bocca. Si avvicina a me, adesso quei pochi centimetri che ci separavano non esistono più.
-Che occhio!- mi prende in giro sorridendo, poggia la sua testa sulla mia spalla e io mi giro e prendo una boccata del suo profumo, non mi avvicino troppo ma quanto basta per poterla annusare.
-Ho discusso con mio marito e mi sono sporcata la maglia di vino e così mi ha dato la sua camicia...-
-Non potevi andare in camera a cambiarti?-
Alza la testa e mi guarda negli occhi, sorridono anche loro.
-Sei gelosa?-
-NO!- urlo, sorride e abbassa lo sguardo, cerca la mia mano, quando la trova la afferra -Perché dovrei essere gelosa?- inizia a giocare con le mie dita e mi distrae.
-Questo weekend hai qualcosa da fare?-
-Non hai risposto alla mia domanda- mi manda in bestia quando fa così, e lo fa spesso, dice una cosa poi quando cerco di approfondire cambia discorso -no comunque non ho ancora nulla in programma...-
-Bene, tieniti libera allora!-
La interrogo con lo sguardo.
-È per questo che ho discusso con mio marito questa sera, gli ho detto che saremmo andate fuori per il weekend...- sento di nuovo quel pizzico di gelosia insinuarsi dentro di me
-E perché avete discusso? Deve lavorare?-
-Forse non hai capito...- avvicina la mano al mio viso e porta una ciocca dei miei capelli biondi dietro l'orecchio -andiamo tu ed io, non io e lui!-
-T..t...tu e ?- balletto
-Giulia e Rachel. Tu ed io!-
Ringrazio il cielo per essere già seduta in quel momento altrimenti avrei avuto non pochi problemi a reggermi in piedi.
Capisco adesso perché ha discusso con il marito, nonostante io abbia mentito e detto di essere etero non si fida poi più di tanto della moglie. Decido di non chiederle nulla, mancano ancora un paio di giorni prima del weekend avrò modo per mettere a fuoco e fare tutte le domande del caso adesso voglio vivermi questo momento, approfittare della sua presenza, continuare a stringere la sua mano mentre la luna illumina la nostra serata. Il silenzio ci fa compagnia mentre guardiamo le stelle, non posso che sorridere, è proprio vero che le cose più belle non si comprano questo è uno dei momenti più felici degli ultimi anni, lei sembra avvertire la mia felicità, porta la mia mano vicino alle sue labbra e ci lascia un bacio dolce e caldo. La guardo compiaciuta, e forse anche innamorata, ricambia il mio sorriso, le accarezzo il viso siamo a pochi centimetri l'una dell'altra, sembra quasi una gara di resistenza ma nessuna delle due abbassa lo sguardo, nessuna delle due fa la prima mossa, nessuna delle due sa cosa stia succedendo in quel momento, ma non andiamo oltre continuiamo a parlare con gli occhi, continuiamo a dirci quanto vorremmo baciarci, fare l'amore e poi dormire l'una nelle braccia dell'altra ma è proprio in quel momento che la porta si apre e che Rachel lascia la mia mano con uno scatto felino.

-Cosa fate qui? Quando vieni a letto?- il signor Salvatore non è di buon umore.

-Salve signor Salvatore, stavamo guardando le stelle!- non risponde neanche e torna in casa, senza però aver prima lanciato un'occhiataccia alla moglie che si alza e dopo avermi velocemente accarezzato i capelli lo raggiunge in casa ed io resto lì a guardare il suo posto vuoto, anche stasera non sarà mia, così come domani e dopo domani e tutti gli altri giorni a venire. 

Una vita senza te. •-• [LesbianLove]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora