-Scusami ancora Giuly, se solo l'avessi saputo...- mi abbraccia forte e la saluto, prendiamo due direzioni di metro diverse, non so neanche se troverò Rachel in casa ma considerando che passa la sua vita tra quelle quattro mura spero proprio di si, al limite aspetterò che torni. È lunedì, il signor Salvatore non rientra mai prima delle diciannove, sono appena le tre, ho tutto il tempo per arrivare, parlare con lei e se sono fortunata neanche Oscar dovrebbe essere in casa. La metro arriva subito, salgo, mi siedo e non posso fare a meno di pensare a cosa accadrebbe se venisse fuori tutto quanto, inevitabilmente mi torna in mente quel pomeriggio in cui il marito di Rachel divenne all'improvviso un uomo a me sconosciuto, violento e cattivo. Mi sono sempre chiesta, da quel giorno, quale fosse la sua reale personalità se quella dell'uomo elegante e devoto alla famiglia o se semplicemente dovrebbe valutare la carriera da attore, avrebbe sicuramente un gran successo, il mio sesto senso mi dice che l'opzione giusta sia proprio la seconda. Sono già arrivata a destinazione, cammino velocemente come se avessi fretta, in realtà ho fretta, oggi la giornata è fredda nonostante il sole splenda e nel cielo non ci sia neanche una nuvola, saluto i passanti, conosco ormai tutti i vicini, è un quartiere molto tranquillo e le persone sono molto socievoli, la villetta che si trova a destra di quella dei coniugi Salvatore è abitata da una coppia di anziani, hanno provato più volte a convincere i miei datori di lavoro a cenare a casa loro ma sono così asociali che hanno sempre rifiutato. Per un attimo mi torna in mente lo sguardo di Sabrina quando ci siamo salutate alla fermata della metro, di come si sentisse in colpa per tutta questa storia, ma non sono neanche arrabbiata con lei alla fine voleva solo "sistemarmi", lei è etero non può di certo sapere che il mondo lesbo pullula di psicopatiche, quando avrò risolto con Rachel passerò a trovarla e la rassicurerò. Arrivo davanti al cancello e suono, nonostante in tasca abbia le chiavi, ma non mi sembra il caso di usarle.-Si? – eccola, è in casa.
-Sono Giulia – il cancello si apre e la raggiungo, sono agitata ed emozionata, non la vedo da troppo tempo e nonostante io sia qui per una cosa spiacevole non riesco a trattenere l'entusiasmo che provo in questo momento ma cerco di contenermi, apre la porta e sorride.
-Cosa ci fai qui? – non sembra per niente dispiaciuta, anzi, il suo tono è sorpreso ma felice – Non ti aspettavo, non mi hai detto che saresti passata, guarda in che condizioni sono – presa dalla preoccupazione di quello che stavo per annunciarle non avevo neanche fatto caso al suo look casalingo, indossa un pantalone della tuta semi largo e una canotta aderente, sopra una felpa grigia con zip aperta, sorrido, avrebbe preferito che l'avvisassi così da mettersi in tiro.
-Si, a dire il vero questa visita non era in programma, è successa una cosa e io...- mi interrompe.
-Quello che è successo potrà aspettare – siamo ancora in piedi davanti la porta chiusa, quando si avvicina e mi bacia, lascio cadere la borsa, le sue labbra si posano sulle mie e nel mio corpo sento come delle scariche elettriche. Porta la mano destra tra i capelli e con l'altra mi avvolge la vita, mi stringe a sé. Ci perdiamo per un lasso di tempo che sembra infinito in quel bacio che tanto mi era mancato.
-Immagino tu sia sola in casa – complimenti Giulia, sei sempre così sveglia, non so per quale motivo io abbia sempre il dono di dire cose stupide nei momenti meno opportuni, ovviamente è sola, se ci fosse stato suo marito non ti avrebbe di sicuro accolta così, non credi?
Mi zittisce infilandomi di nuovo la lingua in bocca e mi sfila il cappotto, la lascio fare, mi bacia il collo ed io sono completamente e definitivamente in estasi. Quanto cazzo mi sei mancata. Sposto un attimo il viso per guardarla ha lo sguardo acceso, ho già visto più volte quest'espressione e mi chiedo se la riserva solo a me, indubbiamente i suoi sono occhi che parlano e il messaggio in questo momento mi arriva chiaro e netto "TI VOGLIO". Ho la convinzione che io abbia deciso che sia lei a guidare il tutto ma ovviamente non è così, mi afferra la mano e mi trascina fino al piano di sopra, ride mentre corriamo e il suono della sua risata è qualcosa che faccio fatica a spiegare, è il suono dell'amore, della passione, della felicità. Apre la porta di quella che era la mia camera e mi spinge sul letto, fa scivolare a terra la felpa e poi si sistema su di me.
-Davvero? Sul mio lettino? –
-Preferisci il letto di mio marito? O quello di mio figlio? – due punti per lei come sempre e anche questa volta, Giulia, ha perso un'occasione per stare zitta.
-Rachel, Dio solo sa quanto io abbia voglia di fare l'amore con te, ma devo parlarti di una cosa seria – oggi mi sto proprio superando, mentre la donna della mia vita sta per farmi sua io ho avuto il coraggio di interromperla, non curante del fatto che probabilmente questa sarà l'ultima occasione per sentirla mia e che quando le avrò detto di Eva, lei cercherà in tutti i modi di tenermi il più lontana possibile.
-Sarà una cosa veloce, lo sai che quando voglio ti faccio venire in fretta, no? – ha sempre il coltello dalla parte del manico ed io non posso fare altro che godermi quel momento e lasciarmi andare alla sua passione travolgente. Potrei raccontarvi di come mi ha fatto sua, di come, in maniera divina, mi ha fatto venire in pochissimo tempo, proprio come aveva già previsto, ma non lo farò perché adesso è il mio turno, ho quasi dimenticato quello che dovevo dirle, è sotto di me e anche questa volta il suo sguardo non mente non posso che cedere alla sua richiesta di farla mia.
*Mancano appena due capitoli alla fine della storia, li pubblicherò a breve, vi è piaciuto questo capitolo? Chi preferite tra Rachel e Giulia?*
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Una vita senza te. •-• [LesbianLove]
Ficção AdolescenteGiulia ha 27 anni, studia psicologia all'università di Milano e cerca un lavoretto che possa farle mettere da parte un po' di soldi per fare il viaggio della sua vita: l'America. Trova lavoro come babysitter a casa di una famiglia americana che si...