• Capitolo 19 •

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L'acqua scorre veloce dal rubinetto della doccia, la guardo distratta mentre sono seduta sulla tavoletta del water probabilmente dovrei entrare e lavarmi gli ambientalisti non sarebbe contenti di questo consumo inutile di acqua, però non riesco a muovermi e non riesco a smettere di sorridere. Non posso fare a meno di pensare al suo dolce sguardo, e all'entusiasmo che c'era nella sua voce quando ha detto "Buon compleanno". Non ho avuto modo e tempo di farle troppe domande perché appunto mi ha spedito in bagno come un pacco postale, ho meno di un'ora per prepararmi.

Apro la porta lentamente, dalla fretta ho dimenticato a prendere i vestiti con me e indosso solo l'accappatoio, mi guardo attorno ma c'è silenzio e di Rachel neanche l'ombra, vado in camera da letto, dove ho lasciato le borse quando siamo entrate, e trovo un biglietto appoggiato sul letto matrimoniale.

"Ti aspetto al bar!" sorrido inconsciamente.

Appoggio il borsone sul letto e tiro fuori, tutti gli inutili, vestiti sportivi che ho preso. Mi butto sul letto disperata, non ho portato nulla di carino non sapevo di dover festeggiare il mio compleanno, ma non posso perdere tempo a lamentarmi perché non ho nulla da indossare, ma ecco il lampo di genio: Rachel ha più o meno la mia taglia. Non si fa, non dovrei frugare tra le sue cose ma ho bisogno di qualcosa da indossare e lei ha decisamente un look più classico del mio. Indosso velocemente l'unico pantalone nero, un jeans, che ho portato e poi vado alla ricerca nella borsa della donna. Cercando trovo un pacchetto, c'è un fiocco bianco e un logo inconfondibile. Lo poso subito e mi sento in colpa per averlo visto, ma i sensi di colpa svaniscono in fretta, sono così felice. Finalmente trovo una camicetta bianca di seta che farebbe proprio al caso mio, la indosso e mi guardo allo specchio non sono per niente male. Corro ad asciugarmi i capelli e mi trucco, e questo è un evento più unico che raro, indosso gli stivaletti neri e sono finalmente pronta.

Saluto distrattamente l'uomo di mezza età che è alla reception e mi dirigo verso il bar, quando arrivo non c'è nessuno, solo il barman che sta sorridendo guardando lo schermo del suo telefono. Mi accomodo, probabilmente sarà in giro per l'hotel. Quando l'uomo mi vede si avvicina a me.

-Giulia?- dice, sorridendo ancora, mi chiedo proprio cosa lo faccia sorridere così tanto.

-Si...-

-Ho qualcosa per lei- cerca dietro il bancone e poi mi tende una busta, uguale a quella che ho trovato prima sul letto.

"Ti aspetto nella SPA dell'hotel"

E dove diavolo si trova? Mi guardo attorno sperando di trovare qualche indicazione ma non trovo nulla.

-Scusi, saprebbe indicarmi la spa?- chiedo all'uomo che continua a fissarmi come se aspettasse di sapere cosa c'è scritto nel biglietto.

-Oh si, certo! Torna in reception, lì c'è una porta blu aprila e arriverai facilmente- mi saluta e mi augura una buona serata. Faccio come mi ha detto, torno indietro e apro la porta, entro e la luce si accende automaticamente, c'è un silenzio quasi inquietante ma infondo al corridoio intravedo un po' di luce e allora seguo quella scia.

Cammino ancora qualche metro e poi ecco, il paradiso. Rimango a bocca aperta, lei è in piedi vicino ad una vetrata grandissima che dà, anche questa, sul lago di Lugano, un tavolo con una tovaglia rossa è apparecchiato lì vicino e dall'altra parte una piscina, delle luci blu soffuse creano un ambiente intimo e piacevole, si gira quando sente di non essere sola ed è meravigliosa, per un attimo dimentico quel quadro fantastico perchè lei attira tutta la mia attenzione.

-Finalmente!- si avvicina a me e mi afferra la mano, mi trascina verso il tavolo e mi fa accomodare.

-Rachel...- sono senza parole.

Si appresta ad aprire l'ennesima bottiglia di champagne e dopo aver riempito il bicchiere si accomoda anche lei.

-Ti piace?-

-Stai scherzando? E' tutto fantastico anche se...- bevo nel mio bicchiere mentre lei aspetta che io continui la frase -Tu, sei... bellissima!- ha i capelli legati in una coda lenta, indossa un vestitino nero con una leggera scollatura, non ho fatto caso alle scarpe ero distratta da tutto il resto.

-Tu invece, indossi una mia camicia!- ride di gusto. Non faccio in tempo a rispondere quando un signore con una divisa bianca ci raggiunge con un carrello pieno di piatti coperti, oddio mi sembra di stare un film, non ci sto capendo più niente. Io queste cose le ho sempre viste in tv la ragazza che va a cena con il tizio straricco, si fanno portare il cibo in camera con tanto di servizio personale, ma che diavolo sta succedendo chi sono io e dove sono in questo momento.

-Signora Salvatore, ecco la vostra cena!- ci serve i piatti e ci spiega per filo e per segno cosa mangeremo, ci augura una buona cena e poi si allontana discretamente.

-Buon appettito, allora- Rachel afferra una delle capesante che ci hanno portato, insieme ad ostriche, ricci, e tantissimo altro pesce.

-Ti piace il pesce quindi?- ironizzo.

-Quanto basta- nonostante la freddezza delle sue parole riesco a sentire quanto sia felice di essere qui questa sera e la felicità è sicuramente condivisa.

-Come mai tutto questo, Rachel?-

-Non ti fa piacere?- cerca una sigaretta nella borsa e la accende.

-Non credo che tu possa fumare...- solo dopo mi accorgo della presenza del posacenere che si trova nel tavolino che hanno sistemato accanto al tavolo e dove c'è anche il secchiello con due bottiglie di champagne -certo che mi fa piacere, ma vorrei capire perchè hai organizzato questa cosa meravigliosa e soprattutto come fai a sapere che domani è il mio compleanno!-

-A dire il vero, ormai tra qualche ora, sono già le dieci...- alza il bicchiere e aspetta che io faccia lo stesso - Alla tua... ah e comunque stasera sei bellissima!- 

Una vita senza te. •-• [LesbianLove]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora