-Scusate, torno subito.- mi alzo e cammino verso il tavolo della donna per cui lavoro, Rachel.
-Buonasera!- mi saluta.
-Buonasera Rachel, cosa ci fa qui?- si guarda intorno prima di rispondere.
-Faccio quello che fanno gli altri, bevo un bicchiere- la sua risposta mi infastidisce, è sempre così scontrosa.
-La lascio al suo bicchiere allora...- mi allontanano quando mi chiama.
-Vuoi accomodarti?- mi spiazza, cosa abbiamo da dirci? E quanto sarebbe imbarazzante stare al tavolo con lei a sorseggiare un cocktail, sono anche su di giri per via dei tre cocktail.
-Non credo sia il caso, i miei amici mi aspettano...-
-C'è il tuo ragazzo in quel gruppo?- prende il calice di vino e appoggia le sue labbra rosa e carnose e poi sorseggiando aspetta la mia risposta.
-No, io, non ho il ragazzo...-
-Immaginavo- lancia, cosa sta insinuando -buona serata allora, Giulia!- mi congeda ed io torno al tavolo dove i miei amici stanno parlando e ridacchiando.-Era una tua amica?- chiede Thomas, e capisco subito perché è l'uomo adatto a Sabrina, è curioso almeno quanto lei.
-No, è la mia datrice di lavoro- prendo il mio Cosmopolitan e ne bevo un bel po' sorso.
Continuiamo a parlare del più e del meno ma mentre lo facciamo non riesco a non pensare a lei, sono come attratta dalla sua presenza, cerco di essere il più discreta possibile ma con la coda dell'occhio continuo a cercarla. E' ancora lì, seduta da sola in un tavolo da quattro, non usa il telefono, non legge, semplicemente guarda fuori dalla finestra e ogni tanto beve dal suo bicchiere.-Quindi ci sono tutti?!- chiede Eva, dopo aver raccolto i soldi per saldare il conto, abbiamo deciso che per stasera può bastare, ma è stata una serata molto piacevole che sicuramente ripeteremo. Paghiamo e usciamo dal locale, mi giro ancora una volta per cercare il suo sguardo ma non mi sta guardando.
Abbraccio forte Sabrina, poi Simone, e saluto Thomas che si allontana con loro, Eva invece rimane con me.
-Che fai adesso?- mi chiede la ragazza, sembra dolce e molto interessante, non mi sento pronta ad iniziare una nuova relazione però mi ha fatto una buona impressione e forse passare del tempo con lei mi farebbe cambiare idea.
-Pensavo di tornare a casa...-
-Se ti va possiamo fare una passeggiata- non ne ho gran voglia, anche perché l'ultimo e il quarto cocktail che ho bevuto è stato fatale e domani ho anche lezione.
-In realtà domani mattina devo svegliarmi presto, devo passare all'università prima di andare a lavorare, che ne dici se una di queste sere andiamo a cena insieme?- quando sto finendo la frase la porta dietro di me si apre.
-Certo, ti lascio il mio numero- le do il telefono e lo salva in rubrica -aspetto una tua chiamata- sorride imbarazzata e mi lascia un bacio sulla guancia. Quando Eva è già lontana, una mano si poggia sulla mia spalla.
-Hai bisogno di un passaggio?- la sua voce calda e rauca l'avrei riconosciuta in qualsiasi occasione, anche con qualche drink in più. Mi giro a guardarla, accenna, stranamente, un sorriso.
-N-n-n-o, grazie! Prendo la metro, c'è l'ultima tra qualche minuto-
Armeggia dentro la borsa mentre parla, tira fuori le chiavi della macchina.
-Sei sicura?-
-Si!-
-Hai paura che la tua ragazza possa essere gelosa?- sgrano gli occhi, ha sentito tutto e probabilmente adesso avrei perso anche il mio posto di lavoro.
-Non è la mia ragazza!- sono, come sempre, infastidita dal suo modo di fare, ho la sensazione che sia sempre alla ricerca di qualcosa per colpirmi e questa volta ci è riuscita.
-Ti accompagno io...- insiste.
-Ho detto no!- urlo.
-Fa come vuoi!- gira i tacchi e si allontana. Rimango da sola davanti all'entrata del locale fino a quando una macchina con dei fari fortissimi mi acceca, è ancora lei.
-Sali!- ordina.
-Forse non ha ancora capito che in italiano no è una negazione- sorride, finalmente.
-So benissimo cosa significa no, ma non accetto negazioni e soprattutto non le accetto da una ragazzina brilla- mi avvicino alla macchina e appoggio le mani sul finestrino.
-Punto primo non sono una ragazzina, punto secondo non sono brilla.- sorride di nuovo, è la prima volta che riesco a vedere il suo sorriso così da vicino, anche i suoi occhi hanno un'altra luce -detto questo, ormai è tardi e non riuscirei a prendere l'ultimo treno, quindi accetto il suo passaggio- mi costa dirlo però non ho altra scelta. Faccio il giro della macchina e salgo, le indico la strada e nel silenzio più totale arriviamo quanto prima sotto casa mia.
-Posso fumare?- le chiedo prima di scendere dall'auto.
Annuisce, tiro fuori il pacchetto e ne sfilo una.
-Perderò il lavoro?- accendo la sigaretta.
-Perché dovresti perdere il lavoro?- rispondere ad una domanda con un'altra domanda, tipico delle donne come lei.
-Non so, perché ...-
-Perché ti piacciono le donne?- non rispondo alla domanda mi limito ad annuire -non m'interessa con chi vai a letto-
-Veramente per ora non vado a letto con nessuno- sdrammatizzo, lei sorride ed io faccio lo stesso. Mi guardo attorno un po' imbarazzata, la situazione è quasi surreale, io in macchina con la mia datrice di lavoro antipatica.
-Io allora andrei...- mi guarda dritta negli occhi, abbasso lo sguardo riesco a fatica a sostenere quello sguardo così intenso.
-Ci vediamo domani pomeriggio, passi tu a prendere Oscar?-
-Certo, certo!- apro la porta e abbandono l'auto, giro dalla parte opposta, lei è ancora ferma e mi guarda mi avvicino alla sua portiera.
-Posso salutarla?- non sono sicura che mi abbia sentito, ho pronunciato quelle parole troppo piano.
-Smettila di darmi del lei, non sono poi tanto più grande di te- mi ha sentita, mi avvicino e le lascio un bacio in guancia, la sua pelle è morbida e delicata e il suo profumo invade la mia mente. Mi allontano.
-Buonanotte Rachel!- sorride, ha sorriso troppe volte questa sera.
-Buonanotte Giulia- accende l'auto e va via, corro a casa e mi butto a letto, chiudo gli occhi e ogni volta che lo faccio rivedo il suo sorriso e sento il suo profumo, mi addormento vestita.
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Una vita senza te. •-• [LesbianLove]
Teen FictionGiulia ha 27 anni, studia psicologia all'università di Milano e cerca un lavoretto che possa farle mettere da parte un po' di soldi per fare il viaggio della sua vita: l'America. Trova lavoro come babysitter a casa di una famiglia americana che si...