CAPITOLO 3

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Nel pomeriggio,centinaia di feriti furono sistemati nei corridoi dell'ospedale; L'aria nelle stanze era viziata, a causa del sovraffollamento. Mentre guardavo quei visi stanchi e spaventati dalla morte,mi chiedevo che cosa avrebbero fatto dopo tutto questo se sarebbero riusciti a sopravvivere.

Le loro vite sarebbero cambiate per sempre oppure sarebbero rimaste come all'inizio della guerra? Spesso mi ritrovavo a pormi queste domande,a cui io non potevo dare una risposta.

***

-Anna io ho finito per oggi,ci vediamo domani- esco,sistemandomi la sciarpa sopra al cappotto.

La strada è stranamente popolata dai corpi stanchi di lavoratori che tornano a casa dopo una lunga giornata.La maggior parte lavora nelle fabbriche,sono rimasti in pochi negli uffici,soltanto quelli indispensabili. Qualcuno si scambia saluti,altri camminano semplicemente.

Le luci illuminano le vie,i negozi e le piazze,illuminano anche i tessuti mimetici posti sopra alle statue o ai monumenti più piccoli,per proteggerli dagli improvvisi attacchi aerei.

Arrivo davanti al mio palazzo,ma quando scendo dalla bicicletta vedo un'auto posteggiata,con mia madre in piedi,nel suo cappotto rigorosamente rosa cipria,elegante come sempre.

-Mamma perché sei qui?- non le rivolgo nemmeno lo sguardo,mi concentro nel sistemare la bicicletta.

-Oh Ilse,anche per me é bello vederti- quanto mi da fastidio quando fa così.Non capisce che seppure faccia l'ironica la mia voglia di discutere con lei non aumenta.

-Non ho tempo da perdere,perciò fai in fretta- incrocio le braccia al petto e guardo quel viso che tanto amavo quando ero piccola.

-Bene,allora se la metti così,sono passata perché non riuscivo a rintracciarti in alcun modo.-fa una pausa,si sistema i dei ciuffi ribelli dietro l'orecchio destro e poi torna a guardarmi- tra pochi giorni sarà il compleanno di tuo padre- volto lo sguardo e cerco qualcosa di più interessante su cui posarlo;non voglio andare assolutamente,non se ne parla.

-la risposta la conosci. E ora se permetti,devo andare,sono stanca- penso di essermela cavata,ma poi quando arrivo alla porta,le sue parole mi fermano.

-Ilse,dannazione! Lo vuoi capire che tu per lui sei molto importante!-
Strano,non la pensava di certo così l'ultima volta che gli ho rivolto la parola.

-E poi devo dirti anche un'altra cosa,la nonna non si sta sentendo bene ultimamente,perciò ci terrei davvero tanto se tu venissi,lei ci sarà.- distoglie lo sguardo e sistema un guanto che indossa,poi torna a guardarmi-non so per quanto ancora però,le medicine ormai non riescono più ad aiutarla. Fallo almeno per lei-

I suoi occhi chiari mi fissano senza spostarsi di un millimetro.Non so per quanto ancora riuscirò a sostenerli,c'è qualcosa in lei che mi incute ancora timore,quel timore che soltanto una madre riesce a creare nei suoi figli,come quando da bambina sgattaiolavo in cucina subito dopo l'ora del pranzo e mi servivo ancora del dolce avanzato.Lei arrivava subito dopo,sembrava che non aspettasse altro che sgridarmi.

-Soltanto questa volta.Non ce ne sarà un'altra,che sia ben chiaro.-improvvisamente mia madre mi abbraccia e mi lascia un bacio sulla guancia sinistra.

-oh che bella notizia!Non vedo l'ora di dirlo a tuo padre!-apre di fretta la sua borsa e ne estrae un biglietto rigorosamente bianco,me lo porge e non appena l'ho nelle mie mani vedo scritto il mio nome in corsivo,in una bella calligrafia,sicuramente sarà stata la segretaria di mio padre.

Alzo lo sguardo verso mia madre e noto che mi fissa,mostrandomi uno dei suoi sorrisi migliori.L'autista le apre la portiera,cosi lei si volta ed entra,ma prima che possa chiuderla le prendo il braccio e spostando il mio sguardo tra il biglietto che stringo tra le mani e lei domando

-Chi ci sarà?- il suo sguardo si acciglia e il sorriso che dominava le sue labbra pochi secondi fa sembra sparire poco alla volta.

-Come "chi ci sarà"? Gli amici di tuo padre e qualche familiare,come sempre!- la portiera si chiude,non dandomi nemmeno il tempo di ribattere.L'autista si siede al volante e dopo poco l'auto si allontana.

Mi trascino su per le scale del condominio,girando e rigirando l'invito tra le mie mani,so gia che cosa mi spetta,sono stata una stupida ad accettare.

Entro in casa e appoggio il cappotto sull'attaccapanni,mi dirigo in cucina e metto sul fuoco l'acqua per preparami un the. Mentre aspetto che bolla,mi siedo al tavolo rotondo,la luce del lampadario colpisce dritta la busta posta al centro. La prendo tra le mani e la apro lentamente,ho quasi paura delle parole che contiene.

ILSE

Reca scritto sul davanti.

Albert e Agathe

Hanno piacere di invitarvi  per festeggiare

il 50 esimo compleanno di Albert Hoffmann

Il giorno 20 Dicembre,ore 19.30                                                             Kreuzbergstraße, 10965 Berlin


Il fischiettio del vapore che fuoriesce mi distrae dalla mia breve lettura. Verso l'acqua nella tazza e la poso sul tavolo.Quando guardo meglio il biglietto,mi accorgo che alla fine è riportato il timbro con l'aquila. D'istinto prendo il pezzo di carta e lo strappo, lascio cadere i pezzi per terra e me ne vado,spegnendo le luci della cucina e lasciando il the ancora caldo sul tavolo.

Eisblume •1 | COMPLETATA |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora