CAPITOLO 40

1.4K 78 4
                                    


Ziegler

E' sera,continuo a rigirare tra le mani quei vecchi documenti che avevo trovato su Ilse. Da quando li ho non posso fare a meno di leggerli e rileggerli,di pensare a lei in quel posto e a ciò che deve aver passato. Dopo averli guardati un'ultima volta li getto sul letto,mi siedo e cerco di non pensarla. "Ma che cosa mi ha fatto...". E pensare che fino a qualche settimana fa era qui,tra queste mura,la vedevo al mattino al pomeriggio,non appena ritornavo dalla HJ e alla sera. Non dimenticherò mai la sua espressione strabiliata davanti alla tavola imbandita e apparecchiata perfettamente,non osava quasi toccare il cibo,tanto era che non ne vedeva di così. La guerra non porta solo morte e distruzione,porta fame e per tutta la sua durata ti fa apprezzare cose che avevi prima del suo inizio e che ora non hai più. Sono certo che ad Ilse manchino ancora più cose oltre al buon cibo. Il suono del rintocco dell'orologio a pendolo in sala da pranzo mi riporta alla realtà dal mio stato pensieroso. Sono le 19:00,forse è meglio che inizi a scrivere le disposizioni che dovranno tenere i ragazzi durante i giochi,Hoffmann domani vorrà sicuramente vederle. Da quando Ilse si è ripresa e lui ne è venuto a conoscenza,non mi ha più proferito parola su di lei; come può odiarla cosi tanto? Cerco di concentrarmi sul lavoro che devo svolgere e di non pensare più a nulla,ma non appena tiro fuori dalla cartelletta il necessario,ecco che ne esce cadendo a terra,una stilografica che non ricordavo di avere. La prendo e la guardo corrucciando le sopracciglia,non è mai stata mia; probabilmente deve essere di Ilse,ieri abbiamo lavorato assieme e deve averla lasciata sulla mia scrivania. Non ci penso due volte,la metto in tasca e mi dirigo verso l'uscita. 

Ilse

"Leonard,se continui a giocare con Lena non finiremo mai questi volantini." Dico,con tono canzonatorio,ma lui continua a far finta di niente. La piccola ride quando lui la alza verso l'alto e poi la riabbassa velocemente facendo scontrare i loro nasi. "Tranquilla,è ancora presto e poi questa principessina si sta proprio divertendo,non è vero?" Le rivolge un sorriso e le ricomincia a ridere come prima. Si conoscono solo da qualche giorno eppure già vanno d'accordo. Ho gia spiegato più volte a Leonard di non fare troppo rumore,se qualcuno dovesse sentirla anche soltanto ridere,potrebbe essere la fine. Il campanello squilla,Leonard smette di giocare con Lena e la tiene in braccio,lanciandomi un'occhiata preoccupata. "Chi è adesso?" Mi fissa,accarezzando il capo della piccola. "Controllo dalla finestra."- mi avvicino piano,evitando di toccare le tende. Prima che il campanello squilli di nuovo mi affretto a guardare chi sia. Quando vedo Ziegler poggiato alla ringhiera posta ai lati degli scalini,sento cominciare a mancarmi il respiro. "E' Ziegler." deglutisco amaramente,voltandomi verso Leonard. "Vado io,resta con la bambina."- E fa per darmela tra le braccia,ma con un gesto improvviso lo blocco. "Sei forse impazzito? Non sei stato tu a consigliarmi di avvicinarmi a lui? Se ti vedesse potrebbe pensare che stiamo insieme,è fuori questione vado io,tu resta qui con Lena. Sarò di ritorno fra trenta minuti al massimo." Dico,tirando giu le maniche della camicia che indosso. "Hai ragione,ma sii prudente..." . Gli sorrido e dopo aver lasciato un bacio veloce sulla fronte di Lena, richiudo la porta del mio appartamento alle mie spalle.

"Scusa se ci ho messo tanto,ma si era bloccata la serratura,lo dice sempre la mia vicina che questi appartamenti dovrebbero essere più curati." la serratura,ma davvero? Svegliati Ilse.

"Non fa niente,sono passato per lasciarvi una cosa. -tira fuori dalla sua tasca una stilografica-L'avevate dimenticata sulla mia scrivania e io l'ho presa per sbaglio."- è venuto qui per una penna? Leonard in che situazione mi stai mettendo...

"Vi andrebbe di fare una passeggiata?"- cerco di mostrarmi interessata; non posso chiedergli di salire e non voglio nemmeno che lui ci pensi,così dico la prima cosa che mi passa per la mente,senza mettere a rischio la vita di nessuno.

Annuisce e ci incamminiamo. Vederlo vestito cosi,senza la sua uniforme mi porta a pensare a come potrebbe essere se anche lui lottasse per ciò in cui crediamo io e Leonard. Per qualche minuto mi lascio trasportare dal rumore dei miei pensieri.

"Ehm allora...in realtà c'è una cosa che volevo dirvi oltre che consegnarvi la stilografica.- volto il viso alla mia sinistra,nella sua direzione.Mi guarda con i suoi occhi azzurri e penetranti.- vi ricordate che quando avete iniziato a lavorare alla HJ vi ho detto che probabilmente ci sarebbe stato bisogno di infermiere anche alla BDM?-annuisco,capendo gia dove vuole arrivare.- beh,ora ne abbiamo bisogno."

Lo interrompo prima che possa continuare. 

"No."

"Cosa?"- dice fermandosi.

"Non farò nulla di ciò che mi state chiedendo,è gia qualcosa che sia ancora alla HJ. Non credo capirete mai che cosa significhi per me vivere in questa realtà,perciò tutto quello che vi chiedo è di smetterla di offrirmi queste 'opportunità' come le chiamate voi,perché non sono interessata."- mi fermo anche io e torniamo a guardarci.

Non risponde,tiene lo sguardo basso e riprende a camminare.

Stiamo in silenzio per un po',continuando a camminare;osservo la poca gente rimasta per strada,tra poco scatterà il coprifuoco e io dovrei essere a casa,ma Ziegler sembra non curarsi e continua indispettito. Attraversiamo un ponte,subito mi sembra di sentire sulla mia pelle la neve candida che cadeva quella sera. I nostri passi ci hanno portati proprio nel posto in cui mi ha obbligata a pattinare la sera di natale,o forse era proprio questo il suo obiettivo.

Decido di rompere il silenzio e di fare ciò che Leonard mi ha consigliato.

"Fra qualche giorno sarà il compleanno del Fuhrer."-dico,cogliendolo di sorpresa.

"Da quando vi interessa?"- mi bisbiglia all'orecchio. 

Infatti,non mi interessa. Se sapesse ciò che sto facendo,non credo proverebbe mai più quel senso di clemenza che sta manifestando nei miei confronti.

"Da quando sono obbligata a tenere un'immagine- in parte è vero- Sarete alla parata?"-chiedo spudoratamente,guardando la distesa d'acqua davanti a noi,che fino a qualche mese prima era completamente congelata.

"Lo sapete."- ora è così distaccato e freddo,il suo sguardo è quasi pungente è diverso da prima. 

E' così che va a finire ogni volta che parliamo,finiamo per ferirci a vicenda,ma il più delle volte sono io a farlo.

"Mi stavo chiedendo se vi farebbe piacere se venissi con voi,non conosco nessuno e sapete perfettamente che sono obbligata ad andarci."- il mio tono di voce è sprezzante.

"Non credo ci saranno problemi anzi,vostro padre ne sarà felice." Mio padre,per un istante mi ero completamente dimenticata di lui.

L'orologio dietro di noi rintocca le 20:00,Friedrich si volta verso il suono e dopo aver osservato il panorama ancora intatto da ciò che è realmente la guerra,fa cenno di incamminarsi verso la strada di casa.


"Beh,allora?" Leonard se ne sta in piedi,poggiato con i palmi delle mani sul tavolo della cucina,Lena sta gia dormendo.

"Abbiamo due giorni per finire tutti i volantini e questa volta dovrai aiutarmi."


\\

Buonasera! 

Cosa combineranno Leonard e Ilse? E sopratutto,Ziegler se ne accorgerà?

Fatemi sapere che cosa ne pensate. 💜

xoxo,Lidia.

Eisblume •1 | COMPLETATA |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora