CAPITOLO 14

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14 Gennaio 1940.

E' l'alba,fa freddo e la nebbia persiste su tutta Berlino. Il cappello che indosso non riesce a proteggermi dal vento.

Cammino velocemente,fino ad arrivare al punto d'incontro prefissato con Daniel e Marion,loro sono già li.

"Ilse,finalmente sei arrivata,pensavamo ti avesse bloccata qualcuno per strada"- dice Daniel abbracciandomi.

"Scusatemi,ma con tutta questa nebbia non si vede nulla."- nel frattempo tiro fuori dalla tasca interna del mio cappotto i documenti.

"Ecco,questo è per te Marion,assieme c'è anche quello della piccola,questo è tuo Daniel. Mi raccomando,i controlli li troverete dappertutto,fino alla scaletta che vi permetterà di salire sull'aereo. Mantenete un profilo basso,non fate capire che avete paura,siate naturali e vedrete che tutto andrà bene. Alla stazione ci sarà un auto ad attendervi,saliteci e non dialogate con il tassista,pagate e poi andatevene non appena arrivate a destinazione."- la mia voce è chiara e decisa,mentre parlo,dalla bocca escono nuvolette di fumo,dovute alle temperature molto basse.

Mi ascoltano attentamente,i loro volti terrorizzati,ma allo stesso tempo fiduciosi mi fissano.

"Ilse,dobbiamo dirti una cosa molto importante.- Marion e Daniel si guardano un istante,poi Marion continua- abbiamo deciso che la piccola non verrà con noi."

Dove andrà allora? Non possono abbandonarla!

Sbarro gli occhi e vedendo la mia chiara preoccupazione si appresta a continuare.

"Sappiamo bene che è una scelta folle,insomma,come potrebbero due genitori abbandonare l'amata figlia di appena qualche mese in piena guerra? Ma se lo facciamo è perché pensiamo che qui con te,sarà più al sicuro."

Non parlo,continuo a fissarli. 

Daniel continua- "Pensaci bene,ti prego. La tua famiglia non subirà mai tutti i controlli che la gente comune avrà,perché tuo padre è membro e ovviamente ha dato la sua parola. Di conseguenza,li Lena vivrà,seppur nascosta dal mondo,in modo più sicuro."

"Noi non sappiamo se il nostro piano funzionerà e andrà a buon fine."-Marion mi guarda con occhi implorevoli.

Ci penso qualche secondo,dentro di me la risposta la conosco gia,"si",ma devo pensare anche alla condizione in cui potrà vivere la piccola.

"Va bene,lo farò. Quando la guerra sarà finita ritorneremo tutti qui e vedrete,quanto la vostra bambina sarà cresciuta."- annuisco,cercando di auto-convincermi.

Dentro di me voglio farlo,ma ho paura di non poter mantenere la promessa;non ho paura di morire.

"Oh,Ilse!!"- mi abbracciano e ricambio stringendoli più forte. 

Le lacrime iniziano a scendere dai nostri occhi,nella mia mente passano momenti felici di un'infanzia passata in loro compagnia.

Le lunghe serate estive passate a cercare lucciole nel giardino della casa di campagna dei nonni;le domeniche in cui la madre di Daniel ci preparava la crostata di mele e poi per averne mangiata troppa,avevamo i crampi allo stomaco;Il primo bacio tra loro due,ricordo ancora quando Marion venne correndo a casa mia,dicendomi che l'aveva baciata e che lei,per l'imbarazzo non si era mossa nemmeno di un centimetro...e pensare che poi,qualche anno più tardi,sarebbe nato il frutto del loro amore,una bellissima bambina di nome Lena,con due grandi occhioni azzurri e qualche ciocca di capelli rossi sulla piccola testolina.

Non avrei mai pensato che saremmo dovuti arrivare a questo,a dividerci,cercando di non provare rancore e tristezza,ma come sarebbe possibile dopo tutto quello che abbiamo passato assieme. La guerra ci è piombata addosso come un vestito vecchio,accantonato nell'armadio perché ormai troppo vecchio o piccolo. Un vestito che non volevamo indossare,ma che siamo stati obbligati.

I singhiozzi si perdono tra i raggi di un  sole  che sta sorgendo,cancellando ogni prova di quello che è accaduto.

"Dovete andare ora."-dico asciugandomi con il dorso della mano le guance bagnate dalle lacrime.

Si allontanano e prendono le due valige.

"Lena è a casa,vai,la chiave è sotto al zerbino. Sta molto attenta quando esci,cerca di farti vedere dal minor numero possibile di persone."- Daniel ha gli occhi rossi e gli trema un po la voce.

Mi stupisce che abbiano lasciato la piccola tutta sola,come erano sicuri che avrei accettato la loro richiesta? 

L'avrei rifiutata?

"Come eravate sicuri del fatto che avrei accettato? E se non l'avessi fatto? che cosa le sarebbe successo?- ora parlo in fretta,mostrandomi molto preoccupata e soprappensiero- sarebbe morta tutta sol...non voglio pensarci."- dico voltando il viso dall'altra parte e chiudendo gli occhi.

Mi guardano,poi entrambi mi sorridono.

"Sapevamo che avresti acconsentito Ilse,tu sei sempre stata buona con noi,non ci avresti tradito  proprio nel momento del bisogno e oggi ne abbiamo avuto la conferma."

le loro parole mi commuovono,nessuno ha mai notato questo aspetto del mio carattere,gli altri mi hanno sempre visto come una persona superficiale e distaccata...

"Si,ma..."-continuo,cercando di fargli capire il mio punto di vista.

"Proteggila,proteggila finché potrai. Hai un gran cuore,non permettere che te lo portino via."-dice Daniel guardandomi negli occhi per l'ultima volta.

Le lacrime ricominciano a rigare il mio volto,loro si allontanano e lentamente scompaiono in un mattino di gennaio.

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E' un po tardi,ma anche oggi sono riuscita a pubblicare il capitolo ;)

Finalmente si capisce chi è Daniel.Secondo voi saranno sopravvissuti??

un bacio a tutte!! grazie ancora,Lidia.

Eisblume •1 | COMPLETATA |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora