CAPITOLO 46 pt.1

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Osservo le persone continuare ad entrare ed uscire dalla stanza dove è stato posto il corpo di mia nonna. Sono così arrabbiata;arrabbiata con me stessa per non essere stata troppo presente per lei,per non averla potuta salutare. C'erano tante cose che doveva sapere e non ho fatto in tempo a dirgliele. Mi sposto dal pianoforte posto nel suo salotto,non riesco a fissare in minuto di più la porta che ho davanti,il via vai dei parenti e degli amici suscita in me troppe emozioni,ho bisogno di isolarmi per un minuto da tutto questo.

Faccio per salire le scale che portano al piano superiore,ma qualcuno mi afferra per il gomito e mi fa girare,mio padre. Lo fisso egli occhi,anche oggi indossa come sempre la sua divisa,rivoltante.

"Cosa stai facendo?"- dice spostando il suo sguardo dal mio viso alle persone che si muovono quasi in modo meccanico all'interno del salotto: entrano in due,massimo tre e poi dopo un paio di minuti riescono,lasciando passare i prossimi.

" vorrei stare un po' da sola,ora devo dirti anche quando ho bisogno di riflettere?"- sputo rabbiosa.

"Tra venti minuti inizia la funzione,vedi di esserci,almeno questa volta."- dopo avermi ferito per l'ennesima volta,ricordandomi che quando si trovava in punto di morte io non ero lì,se ne va con la sua solita aria di superbia. Lasciando in me un velo di delusione profonda.

Salgo in fretta le scale,fino ad arrivare in soffitta,il posto dove da piccola trascorrevo quasi tutte le mie giornate,poi crescendo le priorità sono cambiate,i miei genitori hanno iniziato a parlarsi sempre meno...

Quando entro,i raggi del sole che tramonta filtrano lievemente attraverso le piccole finestre. Se devo ricordare bene,dovrebbe esserci un baule da qualche parte; la nonna ci teneva tutti i giocattoli di mio padre,che poi sono stati passati a me.

Sposto un velo bianco che ricopre una vecchia scrivania,nel farlo il pulviscolo aleggia tutt'attorno,facendomi tossire. Mi accovaccio per aprire il cassetto. E' un po' difficile inizialmente,ma dopo un paio di tentativi ci riesco. All'interno trovo vecchie cartoline e un sacchetto in velluto blu. Lo apro in fretta,non so cosa ci possa essere dentro,non l'avevo mai visto prima.Faccio ricadere il suo contenuto sul palmo della mia mano. Osservo l'anello in diamanti che riflette i raggi del sole,proiettandoli sulla parete davanti a me. Per un attimo sono catturata da questo gioco di luce,ma poi la scoperta dell'oggetto richiama la mia attenzione. Non so se fosse di mia nonna,ma non credo,di solito lei i suoi gioielli li custodiva gelosamente nella sua stanza. Senza pormi altre domande lo reinserisco nel sacchetto.
Quando cerco di chiudere il cassetto ho qualche problema,così un po' spazientita lo riapro e con la mano destra cerco di capire che cosa ci sia che lo blocchi.
Infondo,trovo una busta un po' accartocciata. La scritta che porta davanti mi fa bloccare immediatamente.
"Per la nostra dolce Lena."
É un peccato che si sia stropicciata,ma che cosa ci fa qui?
Curiosa,decido di aprirla.

"Tesoro,sono passati diciotto lunghi anni da quando non siamo più con te. Spero tu non debba leggere mai questa lettera,ma se così non fosse,capirai tutto leggendo. Sei nata in una giornata stranamente  soleggiata di dicembre,il sole brillava e sembrava quasi che il cielo stesse festeggiando la tua venuta al mondo. Tuo padre ed io eravamo immensamente grati di ciò che chi era stato donato. Tu eri talmente bella,la nonna e la zia credevano che assomigliassi tanto a me,ma questo posso assicurarti io stessa che non era assolutamente vero. Eri la copia di tuo padre. I tuoi primi mesi li hai trascorsi circondata dall'amore della tua famiglia. Eri sempre allegra e vederti sorridere ci rendeva le persone più felici sulla terra. Ma,come in tutte le storie c'è un punto dove si ha un cambiamento,qualcosa che succede e cambia inesorabilmente lo scorrere del tempo e il divenire delle cose. Per La nostra famiglia i problemi sono iniziati a sorgere con la promulgazione delle leggi razziali. Da allora non abbiamo più vissuto allo stesso modo,cominciavamo a tenere anche per il tuo futuro. É per questo che abbiamo fatto ciò che abbiamo fatto. Se ti abbiamo affidata ad Ilse é perché lei per noi c'é sempre stata;quando eravamo giovani eravamo buoni amici anzi,noi tre eravamo l'incarnazione di quello che oggi può essere definito come "un'amicizia eterna"."

A questo punto non riesco più ad andare avanti. Smetto un attimo di leggere,e con la mano sinistra copro gli occhi che si stanno lentamente riempiendo di lacrime. Inizio a singhiozzare,ripensando a quello che eravamo e che ora purtroppo non siamo più,per una causa ingiusta,una causa che non ha fondamenta.
L'anello é per il diciottesimo compleanno di Lena,sono certa che lo hanno lasciato a mia nonna perché qui sapevano sarebbe rimasto al sicuro.

Sussulto quando la porta della soffitta viene spalancata con forza. Il petto mi si alza ripetutamente a causa dello spavento.
"Scusate io,non sapevo...cioè vostro padre mi ha detto che eravate qui e che dovevo venirvi a chiamare."
Ziegler,tutti ma non lui. Cosa mi invento adesso?
Mi alzo in fretta e cerco di ritirare  la lettera nel cassetto dal quale l'avevo presa,ma chiuderlo diventa impossibile,così Ziegler si avvicina e fa per aiutarmi. Quando vedo che il suo sguardo si sta soffermando troppo sul contenuto del cassetto,lo spingo delicatamente di lato,facendolo spostare.
Lui non deve sapere.
"Ma cosa fate?"
"Non c'è bisogno che mi aiutate,posso farcela da sola."-ammetto,sicura.
"Voi state piangendo,non è così?" -chiede dopo essersi soffermato sui miei occhi più del dovuto.
Distolgo immediatamente lo sguardo dal suo.
"Si,ho ragione."
"Cosa stavate facendo prima che arrivassi?" -il suo tono di voce si fa sempre più indagatore e ciò non mi piace per niente.
Mi allontano e cerco di nuovo di sistemare il cassetto.
"Rispondetemi."
Mi fermo,poi guardandolo negli occhi avverto una strana sensazione,lui sa qualcosa,ne sono certa.
"Non lo farò." Rispondo seria.
Mi si avvicina con prepotenza e con uno scatto di rabbia apre completamente il cassetto,facendo così cadere il sacchetto blu. Prende la lettera e dopo aver letto quello che c'è scritto all'esterno,torna a fissarmi con i suoi occhi incredibilmente freddi e distaccati.
"Chi è Lena?"
"Ridatemela subito." Dico cercando di strappargliela di mano. Mi sporgo verso di lui,ma prontamente mi blocca alzando la lettera sopra di noi.
Quanto lo detesto.
"Non avete il diritto di leggere,é una lettera privata." Quasi urlo,temendo che la gente di sotto possa sentirmi.
"Non credo proprio. Che vi piaccia o no la leggerò."

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Buongiorno a tutte/i!
Sono contenta di essere riuscita a pubblicare anche questo capitolo.
Le cose si stanno mettendo piuttosto male,ditemi assolutamente cosa ne pensate!
Ziegler scoprirà la verità?
Siamo abbastanza vicini alla fine della storia,ma non panicate ahah😘.
Buona giornata,Lidia.

Eisblume •1 | COMPLETATA |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora