"Ben otto minuti di ritardo,signorina Ilse."
Nemmeno il tempo di entrare e già inizia a pressarmi. Non gli rivolgo nemmeno uno sguardo e vado direttamente nell'infermeria.
Entro,mi tolgo il cappotto e lo lascio sulla sedia,poi lo vedo arrivare.
"Oggi lavorerà nel mio ufficio."- alzo lo sguardo su di lui,lo vedo serio,più del solito,sembra ritornato quello di qualche settimane fa.
Allora riprendo il cappotto che avevo appena lasciato sulla sedia e senza dire una parola,vado nel suo ufficio.
Quando entro,prendo posto sulla sedia davanti alla sua e inizio a leggere attentamente le schede mediche che quel ragazzo mi ha lasciato prima di entrare.
Lui continua a svolgere il suo lavoro,indisturbato,ogni tanto si alza per sgranchirsi le gambe .
"Maggiore,c'è il generale in visita."- Ziegler si alza di scatto dalla sedia.
"Come il generale?Perchè non mi è stato riferito che sarebbe venuto oggi?"- mi volto verso il ragazzo che sta sulla porta,è lo stesso che il primo giorno mi ha consegnato la mia uniforme.
"Non ne ho idea signore."- Ziegler si allontana velocemente,senza guardarmi va via chiudendosi la porta alle sue spalle.
Circa un'ora dopo,smetto di leggere.Sono troppo stanca,le palpebre mi si chiudono a causa del sonno e forse anche della noia.
Così mi alzo e inizio a girovagare per la stanza,l'ufficio non ha molti mobili,oserei dire il minimo indispensabile.
Solo due sedie,la scrivania posta al centro e una libreria sulla sinistra. Incuriosita mi avvicino,mi sono sempre piaciuti i libri,perché riescono a trascinarti in realtà completamente diverse,dove il bene,nella maggior parte dei casi,trionfa.
Sono disposti in base all'argomento di cui trattano,ci sono persino libri di legge e di diritto.
I miei occhi cadono su uno in particolare,posto lievemente in avanti rispetto agli altri.Quando lo prendo in mano,mi rendo conto che ci sono dei fogli tra alcune pagine. Lo rigiro e guardo il titolo sulla copertina "Guida della Polonia",lo apro e quando vedo la mia fotografia tra le altre carte ripiegate,sento mancarmi il respiro.
Perché diavolo ha una mia foto e perché si trova proprio in questo libro?
Presa dalla rabbia e dalla curiosità inizio a leggere l'indice,ma non c'è nessun luogo che potrebbe essere facilmente ricollegato a me. Per lo più si parla della flora e della fauna del posto,i capitoli centrali si concentrano sulla parte storica e solo alla fine c'è un piccolo inserto con un paio di fotografie dei monumenti più importanti.
Riprendo la mia fotografia tra le mani,questa mi ricorda un periodo ingenuo della mia vita,dove gli altri ancora,riuscivano a manipolarmi,dove non conoscevo ancora la malignità dell'essere umano.
Apro le carte che fanno da segnalibro. Leggo ogni singola parola,c'è scritto tutto quello che ho fatto da quando ho preso il brevetto di infermiera,viene nominato persino quel posto.
Deglutisco,l'ansia sta prendendo il sopravvento,la fronte inizia a sudarmi,perché,perché ha queste maledette carte...
***
Ziegler
"A cosa devo questa sua visita,signor generale?"- devo ammettere che mi ha messo un po a disagio,anche perché oggi sono solo,non c'è nemmeno il signor Hoffmann,dovrò intrattenerlo io e non sono molto bravo.
"Si rilassi maggiore,sono qui solo per fare un controllo- tiene il cappello tra le mani e si guarda in giro- può mostrarmi le varie stanze,per favore?"- so perché è qui.
Gli faccio strada e dopo aver visto ogni stanza tranne gli uffici,si congeda e va via.
Faccio un sospiro di sollievo,la sua presenza mi mette incredibilmente in soggezione.
Apro la porta del mio ufficio,e quando non vedo Ilse seduta al suo posto,entro immediatamente.Quando mi volto,la trovo seduta a terra,che tiene tra le mani quei fogli,la raggiungo e la guardo,mentre lentamente alza il suo volto su di me.
Dai suoi occhi cadono lacrime,rigandole le guance. Ha letto,ora sa.
"Perché non me l'ha detto?"-urla.
"Perché non mi ha detto che aveva letto queste carte?!- si alza e me le sbatte contro il petto- non le bastava sapere la mia ultima occupazione,vero? Doveva indagare,perché sa fare solo questo!"- si avvicina alla finestra e sento i suoi singhiozzi.
So che non avrei dovuto farlo,ma come potevo? Io dovevo sapere...
Il mio petto si alza ripetutamente,mi avvicino e poso una mano sulla spalla,ma lei si volta e mi tira una sberla.
Preso dalla rabbia,la spingo contro la libreria e la guardo con sguardo severo.
"Non si azzardi mai più! Quello che ho fatto,l'ho fatto soltanto perché da quando vi ho vista,quel giorno,in ospedale,la mia voglia di conoscervi meglio mi ha spinto a sapere di più su di voi. Ma date le circostanze,questo non sarà mai possibile."- dico con disprezzo,lei mi guarda,mentre le lacrime continuano a cadere dai suoi occhi,respira a fatica.
"No infatti,non sarà mai possibile."- le sue parole,mi feriscono,anche se una parte di me sapeva già che avrebbe risposto così. Se ne va via senza neanche prendere la sua roba,sbattendo la porta.
I pensieri vagano nella mia mente,così per cercare di placarli tiro fuori dal cassetto della scrivania una piccola bottiglietta di whisky.
***
Ilse
Non piango mai,soltanto che essermi vista la realtà dei fatti messa per iscritto,ha scaturito in me un termine di emozioni che non ho saputo controllare.
Da lui me l'aspettavo,infondo è sempre stato così. La cortesia che ha mostrato in tutti gli altri giorni era,come immaginavo,temporanea,perché lui infondo sapeva.
Il cielo grigio, copre tutta la città,le nuvole non si vedono,si sentono soltanto gli stridolii delle gomme sull'asfalto.
Cammino in fretta,voglio andarmene da questo posto,non ci metterò più piede,basta,basta vivere così,scapperò se necessario e porterò con me la bambina,ma me ne andrò.
"Signorina Ilse,salve. Si ricorda di me?"- guardo verso l'uomo che si trova alla mia destra,mi sembra di averlo già visto,ma non ricordo dove...
"Scusi,lei è?"-Sorride un po,poi si avvicina,tenendo le braccia dietro la schiena.
"Questo non ha importanza,mi segua."
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Dove andrà Ilse??
Un bacio e al prossimo aggiornamento :)
Lidia.
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Eisblume •1 | COMPLETATA |
Historical Fiction1942. Una storia di guerra,amore e resistenza. Ilse ha ventidue anni ed è un'infermiera dell'esercito tedesco. É cresciuta in una famiglia della borghesia berlinese,dove il comportamento e l'educazione sono sempre venuti prima dell'affetto. Un gior...