Non gli ho detto la verità,non gli ho detto nulla in realtà. Mi sono soltanto alzata e senza neppure guardarlo me ne sono andata a casa. Non credo di sentirmi abbastanza pronta per parlarne apertamente,anche se so che dovrei farlo,anzi,dovrò farlo. La cosa che mi crea più rabbia è che quasi tutti i soldati,gli ufficiali,sanno,sanno che cosa accade la giù.
Mi rigiro nel mio letto e guardo la sveglia sul comodino,segna le 3:00. Stamattina dovrò andare a far visita a mia nonna,è dalla festa di compleanno di mio padre che non la vedo e finché posso,devo andare a trovarla...non so per ancora quanto tempo resterà con noi.
***
Esco di casa molto tardi,sono all'incirca le 10:00. Per la strada si vedono i ragazzini della HJ e anche le ragazze. Sono così spensierati,nelle loro piccole uniformi;tutto ciò mi spaventa,vedere come questa generazione è stata ed è tuttora molto influenzata da ciò che il Reich e i suoi vertici decidono per l'intera nazione.
Salgo su un tram,non è affollato,ci sono soltanto un paio di signore e un ragazzo,che stranamente non porta né l'uniforme dei soldati o quella degli ufficiali. Lo guardo attentamente senza farmi notare. I tratti del suo volto non sembrano tedeschi,cerco di trovare qualche segno contraddistivo che mi possa far capire qualcosa di più sulla sua nazionalità,ma niente. Guardo anche sul suo petto,ma non c'è nessuna stella. Spero per lui che non lo fermi nessuno per strada.
Quando arrivo da mia nonna mi apre la sua cameriera e subito infondo,la vedo venirmi incontro dal fondo del corridoio che collega l'ingresso con il salotto.
Indossa ancora la vestaglia da notte,ma i suoi capelli sono raccolti in modo ordinato.
"Oh,tesoro della nonna!! Fatti abbracciare."- mi stringe in un forte abbraccio,affondo il viso nell'incavo tra il suo collo e la spalla e inspiro il suo profumo,sa di lavanda.
"Anche tu mi sei mancata."-dico stringendola più forte.
Mi accompagna nel salotto e visto che non ha ancora fatto colazione,mi obbliga di farle compagnia,così prendo una tazza di the e un biscotto.
Mi sorride mentre prende un sorso del suo latte. Appoggia con delicatezza la tazza sul piattino e poi mi guarda attentamente.
"Allora cara,sei qui per lei?"- in parte si,ma dall'altra volevo davvero assicurarmi del suo stato di salute.
"Si. Si è ripresa un po' dalla febbre?"- abbasso un po' la voce,non mi fido molto della gente che va e viene da questa casa,anche se è l'unico posto in cui può stare.
"Si,certo. Te l'avevo detto che le sarebbe passata in fretta."- prende la mia mano posta sul tavolo e la stringe,come per rassicurarmi.
"Posso vederla? Mi manca."- ammetto,corrugando le sopracciglia.
Saliamo le scale,la nonna mi sta davanti,poi quando arriviamo alla porta che da in soffitta,tira fuori una chiave dalla tasca della sua vestaglia.
Una luce che viene dalle due piccole finestrelle poste ai lati,illumina seppur fievolmente la stanza. In mezzo,in una culla ordinata,la vedo.
Mi avvicino,mi è mancata così tanto in queste settimane.
Il suo piccolo viso è tenuto al caldo da una piccola cuffietta cucita a mano dalla nonna. I suoi occhioni chiari, sono la cosa che si nota di più sul suo visino innocente. Non appena vede che la guardo,mi rivolge un sorriso.
Deglutisco,una lacrima inizia a percorrermi la guancia.
Le stringo la manina e le sorrido a mia volta.
" E' bravissima. Mangia sempre e la notte piange soltanto se deve esserle cambiato il pannolino,è un tesoro."- annuisco e subito torno a guardare la piccola.
La nonna mi si avvicina e mi accarezza la schiena,per farmi coraggio.
"Non devi temere per lei,Ilse. Qui ci sono io e giuro sulla mia stessa vita che dovranno passare prima sul mio corpo prima di toccarla.-fa una pausa e poi mi guarda- So già che tu sarai forte abbastanza da prometterle un futuro. Sei forte,lo sei sempre stata."
Improvvisamente scoppio in un pianto liberatorio,mi allontano dalla bambina,tenendomi il volto tra le mani.
Quando mi calmo,mia nonna mi guarda con occhi compassionevoli. Mi abbraccia di nuovo e io la bacio sulla guancia.
"Grazie per tutto,so che per lei sarai come sua madre. Te ne sarò per sempre grata nonna."
Do un bacio sulla fronte alla piccola e mi allontano,dirigendomi verso la porta.
Ad un tratto le parole di Daniel mi risuonano nella mente:
"Proteggila,proteggila finché potrai. Hai un gran cuore,non permettere che te lo portino via."
Prima che scoppi nuovamente a piangere,scendo in fretta le scale,chiudendomi la porta alle spalle.
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Questo capitolo è un po' più corto,ma volevo farvi concentrare di più sui sentimenti di Ilse e su quello che in realtà nasconde. Ci tengo a precisare anticipatamente che non è sua figlia.
Ve l'aspettavate??
xoxo,Lidia.
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Eisblume •1 | COMPLETATA |
Historical Fiction1942. Una storia di guerra,amore e resistenza. Ilse ha ventidue anni ed è un'infermiera dell'esercito tedesco. É cresciuta in una famiglia della borghesia berlinese,dove il comportamento e l'educazione sono sempre venuti prima dell'affetto. Un gior...